di boccolo2001 [user #12535] - pubblicato il 20 gennaio 2008 ore 17:34
Incredibile ma sono ancora vivo.Oggi prima gara amatoriale. 11°C, nuvoloso, vento a 70 km/h dal mare. Siamo io con bici da corsa, un mio amico/collega romano, David con bici da trekking, e un tecnico olandese dell'università, Nico con bici da corsa. In tutto siamo una quarantina. Al via ci vengono dati dei numerini di legno da consegnare ai checkpoint sparsi sul percorso. Nico è semiprofessionista, va come un treno ed è allenatissimo.
Noi no.
Si parte per un percorso di 30 km parte in strada, parte in ciclocross. Già dal primo scatto io e David siamo dietro e dalla coda faremo tutta la gara. Nico per compassione rimane con noi. Il vento contrario di spacca le gambe quasi subito. Primo tratto in città e primo checkpoint ok, a parte una mia caduta (1:0) perché avevamo sbagliato strada e non ho avuto spazio per girarmi in tempo. Primo tratto in ciclocross e secondo checkpoint ok. Si esce da Delft e si va verso Rotterdam, per salire su un ponticello si deve guadare il fango, cado e ho un crampo al polpaccio (2:0). Tratto in ciclocross con vento sulla sinistra e canale sulla destra. Le raffiche ci spostavano verso il canale e con le ruote che scivolavano non era una bella impressione. Un paio di volte ho rischiato grosso di finirci dentro (mai mai MAI fare il ciclocross con le slick). Passato quello 5 km pieni controvento costeggiando l'aeroporto di Rotterdam. In pratica non riuscivamo a muoverci. Per salire su un ponte si deve fare una salita in mezzo al fango un'altra volta. Stavolta non mi fottono: scendo dalla bici e con questa in spalla, salgo bello bello. Nello scendere, il mio amico dietro di me cade rovinosamente (2:1 eccheccazzo!). Intanto abbiamo passato altri due checkpoint. Secondo tratto importante in ciclocross, costeggiando un altro (cazzo di) canale con la strada che era parzialmente crollata. Fango ovunque, scivolo, cado ma mi fermo a pochi passi dall'acqua (3:1 con lodi al Signore per il bagno evitato). Sono ricoperto di argilla tanto il fango che ho addosso. Ormai è una sfida: Corradino contro gli elementi. Si va per inerzia, niente più voce, niente più zuccheri nè energie. Peso 5 kg in più dal fango che ho appiccicato dappertutto. scopro che i tratti in ciclocross sono finiti, ora si va solo in strada, grazie a Dio. Il mio amico fa in tempo a cadere un'altra volta prima finire (3:2). La fine è sopra un ponte autostradale: si saliva per una scala (a piedi) e ci hanno consegnato un numerino con cui riconoscerci tra le foto che metteranno sul sito domani. Si ritorna al campo base (Rijswijk, vicino Delft) e scopriamo che non siamo stati manco gli ultimi!!! Gli organizzatori erano contentissimo di noi che eravamo gli unici due stranieri. Ora sono a casa più morto che vivo.Puzzo di sudore, fango, merda di cavallo, ho le gambe a pezzi, ho rischiato di ammazzarmi, ma sono felice o orgoglioso perché abbiamo finito la gara. Sono un pirla o sono le endorfine?
Incredibile ma sono ancora vivo.
Oggi prima gara amatoriale. 11°C, nuvoloso, vento a 70 km/h dal mare. Siamo io con bici da corsa, un mio amico/collega romano, David con bici da trekking, e un tecnico olandese dell'università, Nico con bici da corsa. In tutto siamo una quarantina. Al via ci vengono dati dei numerini di legno da consegnare ai checkpoint sparsi sul percorso. Nico è semiprofessionista, va come un treno ed è allenatissimo.
Noi no.
Si parte per un percorso di 30 km parte in strada, parte in ciclocross. Già dal primo scatto io e David siamo dietro e dalla coda faremo tutta la gara. Nico per compassione rimane con noi. Il vento contrario di spacca le gambe quasi subito. Primo tratto in città e primo checkpoint ok, a parte una mia caduta (1:0) perché avevamo sbagliato strada e non ho avuto spazio per girarmi in tempo. Primo tratto in ciclocross e secondo checkpoint ok. Si esce da Delft e si va verso Rotterdam, per salire su un ponticello si deve guadare il fango, cado e ho un crampo al polpaccio (2:0). Tratto in ciclocross con vento sulla sinistra e canale sulla destra. Le raffiche ci spostavano verso il canale e con le ruote che scivolavano non era una bella impressione. Un paio di volte ho rischiato grosso di finirci dentro (mai mai MAI fare il ciclocross con le slick). Passato quello 5 km pieni controvento costeggiando l'aeroporto di Rotterdam. In pratica non riuscivamo a muoverci. Per salire su un ponte si deve fare una salita in mezzo al fango un'altra volta. Stavolta non mi fottono: scendo dalla bici e con questa in spalla, salgo bello bello. Nello scendere, il mio amico dietro di me cade rovinosamente (2:1 eccheccazzo!). Intanto abbiamo passato altri due checkpoint. Secondo tratto importante in ciclocross, costeggiando un altro (cazzo di) canale con la strada che era parzialmente crollata. Fango ovunque, scivolo, cado ma mi fermo a pochi passi dall'acqua (3:1 con lodi al Signore per il bagno evitato). Sono ricoperto di argilla tanto il fango che ho addosso. Ormai è una sfida: Corradino contro gli elementi. Si va per inerzia, niente più voce, niente più zuccheri nè energie. Peso 5 kg in più dal fango che ho appiccicato dappertutto. scopro che i tratti in ciclocross sono finiti, ora si va solo in strada, grazie a Dio. Il mio amico fa in tempo a cadere un'altra volta prima finire (3:2). La fine è sopra un ponte autostradale: si saliva per una scala (a piedi) e ci hanno consegnato un numerino con cui riconoscerci tra le foto che metteranno sul sito domani. Si ritorna al campo base (Rijswijk, vicino Delft) e scopriamo che non siamo stati manco gli ultimi!!! Gli organizzatori erano contentissimo di noi che eravamo gli unici due stranieri. Ora sono a casa più morto che vivo.
Puzzo di sudore, fango, merda di cavallo, ho le gambe a pezzi, ho rischiato di ammazzarmi, ma sono felice o orgoglioso perché abbiamo finito la gara. Sono un pirla o sono le endorfine?