di Giuseppe Orlando [user #40] - pubblicato il 04 giugno 2001 ore 17:08
Quando si è ragazzini si marina spesso la scuola, si sognano le
moto,
si inseguono le bionde chiome o le brune o tutt'e due e si comprano dischi
di rock'n roll. Altri studiano, buttano la spazzatura e vanno a letto presto. Beh io, Giuseppe Orlando oggi trentatreenne, facevo
sfortunatamente parte del primo gruppo e dico "sfortunatamente"
perché se fai quelle ragazzate per troppo tempo, alla fine non puoi più
farne a meno e diventano vere e proprie droghe.
Così la mia droga, il Rock'n'Roll, mi porò a 19 anni ad aver voglia di
suonare i riff dei Black Sabbath, i blues di Mr. Lee Hooker e le ballate dei Velvet
Underground. Ma la cosa più bella che mi insegnò è che la vita è come una saetta
di cui è meglio aver le briglie. Io, che fino a qualche anno prima ero convinto di dover vendere gioielli
nel negozio di papà mi ritrovo oggi a scrivere la storia di quella piccola
fabbrica di sogni sonici chiamata Nocive Lab. Tutto iniziò quando conobbi Davide che a quel tempo, più di quindici anni
fa, suonava la chitarra classica al conservatorio e una Tele del '68 in una rock band
locale di cui, in seguito, divenni il bassista (TURN editi dalla freeland
recods). Davide, vista la mia indiscreta voglia di smontargli la chitarra con la
scusa di riparargliela, alla fine scoprì il trucco e pensò bene di
presentarmi al maestro liutaio Francesco Abramo di Catania che tra
ponticelli e verniciature, stagionatura e intonazione guidò la costruzione
del mio primo basso elettrico che chiamai Arthur. Questa esperienza accrebbe ancor più la mia passione, ma il maestro Abramo
essendo un liutaio di impostazione classica (mandolini e banjos), non poteva
aiutarmi molto nel campo elettrico. Iniziai allora una ricerca che però non diede molti risultati. Dopo qualche anno sempre Davide, in occasione del mio compleanno, mi regalò
una busta che conteneva un c/c pagato. Intestazione: Nashville quota
abbonamento '94. Vista la mia faccia con sorriso di cortesia stampato sopra (non avevo idea
di cosa fosse) mise una mano nello zaino e tirò fuori un giornalino. Leggi
disse. Sfogliando quella rivista mi resi conto che non solo avevo trovato chi
parlava di strumenti
con passione dieci volte più grande della mia, ma che addirittura quelle
stesse persone
mi davano la loro disponibilità della quale approfittai oltre ogni limite. Chiamai il maestro Roberto "New old Stock" Pistolesi tutti i giorni escluso
la domenica, e più
lui si divertiva ad ascoltare le mie papalate (termine locale che sta per
"enormi cazz..") più io mi appassionavo al mondo elettrico. Dopo qualche mese, gli chiesi se potevo andarlo a trovare in quel di Santa
Croce.
Non so se la sua estrema disponibilità nei miei confronti fu perché gli
stavo simpatico o per educazione, fatto sta che mi accolse
come se fossimo amici di lunga data e tra pasta asciutta e attrezzi
autocostruiti
iniziò a educarmi all'arte del grande suono. Sono passati alcuni anni da quei giorni e di cose ne ho imparate tante,
al punto che il Nocive lab conta oggi più di 1000 clienti. Si costruiscono chitarre e bassi elettrici, si ribobinano vecchi pick-ups,
si vernicia "alla nitro", si accoppiano le valvole e si danno pazienti
consigli al telefono come mi è stato insegnato. Ultimamente ho appena realizzato un mega pedalino interamente valvolare che
ho battezzato "Brilliance Unit". Usa la stessa idea di quello costruito dal
maestro Pistolesi e cioè, non solo un pre "spinto" ma un vero e proprio
micro ampli. Quando lo colleghi al tuo stack le armoniche ti investono come
un treno, hai l'impressione di star suonando 25 chitarre contemporaneamente
e, cosa più importante, non modifica il suono del tuo strumento. Sto anche lavorando al mio ampli con, nel finale, un quartetto di 6V6GT in
classe A.
Si chiamerà "Moby Dick" e del "DE LUXE" (con rispetto parlando) ha solo il
nome delle valvole.
Ma questa è un'altra storia che non mancherò di raccontarvi.