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Nocive Lab
di [user #40] - pubblicato il

Quando si è ragazzini si marina spesso la scuola, si sognano le moto, si inseguono le bionde chiome o le brune o tutt'e due e si comprano dischi di rock'n roll. Altri studiano, buttano la spazzatura e vanno a letto presto. Beh io, Giuseppe Orlando oggi trentatreenne, facevo sfortunatamente parte del primo gruppo e dico "sfortunatamente" perché se fai quelle ragazzate per troppo tempo, alla fine non puoi più farne a meno e diventano vere e proprie droghe. Così la mia droga, il Rock'n'Roll, mi porò a 19 anni ad aver voglia di suonare i riff dei Black Sabbath, i blues di Mr. Lee Hooker e le ballate dei Velvet Underground. Ma la cosa più bella che mi insegnò è che la vita è come una saetta di cui è meglio aver le briglie. Io, che fino a qualche anno prima ero convinto di dover vendere gioielli nel negozio di papà mi ritrovo oggi a scrivere la storia di quella piccola fabbrica di sogni sonici chiamata Nocive Lab. Tutto iniziò quando conobbi Davide che a quel tempo, più di quindici anni fa, suonava la chitarra classica al conservatorio e una Tele del '68 in una rock band locale di cui, in seguito, divenni il bassista (TURN editi dalla freeland recods). Davide, vista la mia indiscreta voglia di smontargli la chitarra con la scusa di riparargliela, alla fine scoprì il trucco e pensò bene di presentarmi al maestro liutaio Francesco Abramo di Catania che tra ponticelli e verniciature, stagionatura e intonazione guidò la costruzione del mio primo basso elettrico che chiamai Arthur. Questa esperienza accrebbe ancor più la mia passione, ma il maestro Abramo essendo un liutaio di impostazione classica (mandolini e banjos), non poteva aiutarmi molto nel campo elettrico. Iniziai allora una ricerca che però non diede molti risultati. Dopo qualche anno sempre Davide, in occasione del mio compleanno, mi regalò una busta che conteneva un c/c pagato. Intestazione: Nashville quota abbonamento '94. Vista la mia faccia con sorriso di cortesia stampato sopra (non avevo idea di cosa fosse) mise una mano nello zaino e tirò fuori un giornalino. Leggi disse. Sfogliando quella rivista mi resi conto che non solo avevo trovato chi parlava di strumenti con passione dieci volte più grande della mia, ma che addirittura quelle stesse persone mi davano la loro disponibilità della quale approfittai oltre ogni limite. Chiamai il maestro Roberto "New old Stock" Pistolesi tutti i giorni escluso la domenica, e più lui si divertiva ad ascoltare le mie papalate (termine locale che sta per "enormi cazz..") più io mi appassionavo al mondo elettrico. Dopo qualche mese, gli chiesi se potevo andarlo a trovare in quel di Santa Croce. Non so se la sua estrema disponibilità nei miei confronti fu perché gli stavo simpatico o per educazione, fatto sta che mi accolse come se fossimo amici di lunga data e tra pasta asciutta e attrezzi autocostruiti iniziò a educarmi all'arte del grande suono. Sono passati alcuni anni da quei giorni e di cose ne ho imparate tante, al punto che il Nocive lab conta oggi più di 1000 clienti. Si costruiscono chitarre e bassi elettrici, si ribobinano vecchi pick-ups, si vernicia "alla nitro", si accoppiano le valvole e si danno pazienti consigli al telefono come mi è stato insegnato. Ultimamente ho appena realizzato un mega pedalino interamente valvolare che ho battezzato "Brilliance Unit". Usa la stessa idea di quello costruito dal maestro Pistolesi e cioè, non solo un pre "spinto" ma un vero e proprio micro ampli. Quando lo colleghi al tuo stack le armoniche ti investono come un treno, hai l'impressione di star suonando 25 chitarre contemporaneamente e, cosa più importante, non modifica il suono del tuo strumento. Sto anche lavorando al mio ampli con, nel finale, un quartetto di 6V6GT in classe A. Si chiamerà "Moby Dick" e del "DE LUXE" (con rispetto parlando) ha solo il nome delle valvole. Ma questa è un'altra storia che non mancherò di raccontarvi.


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