di alberto biraghi [user #3] - pubblicato il 24 settembre 2002 ore 18:42
Tutto è partito dal film Swing di Tony Gatlif,
un regista franco-algerino che già aveva fatto buone cose a tema musicale.
A parte il fatto che è un bel film, delicato e intelligente, ciò che importa ai chitarristi è che Swing
presenta da un punto di vista nuovo e diverso il magico mondo della musica
"manouche", quella resa celebre dal rom più famoso del mondo, l'insuperato e insuperabile Django Reinhardt.
Nel ruolo di Miraldo, il maestro di chitarra del giovane Max, c'è Tchavolo Schmitt, considerato uno dei più
brillanti chitarristi "manouche". Forse il termine a qualcuno non dice granché, ma sono convinto che se io
dico Selmer e Django Reinhardt tutto risulta più chiaro. E come ciliegina sulla torta, tra gli altri
attori si trova un nipote del grande Django: Mandino Reinhardt. Sono uscito dal film con due propositi:
[1] diventare il terzo chitarrista migliore del mondo (cfr: Sweet and lowdown,
il gustoso film di Woody Allen che in Italia si chiama "Accordi e disaccordi") e [2] entrare in possesso di una "gipsy guitar".
Sarà difficile che io riesca a realizzare il primo proposito. Il secondo invece è già realtà.