di redazione [user #116] - pubblicato il 28 novembre 2002 ore 09:05
Giovanni Ghiazza scrive "
Anni fa, in una fase esistenziale di "radicale depurazione" musicale, decisi di smetterla col vintage e con il magazzino domestico di chitarre suonate poco. Per cui vendetti tutte le Fender, l'Ovation, la Gibson 125 e mi ritrovai "duro e puro" con una buona chitarra classica ed una Guild Nightbird. Ma poi ci si ricade... (leggasi Hofner). E allora bisogna essere onesti, almeno con sé stessi. L'amore per la musica e per il tipo di strumento usato, la chitarra nel nostro caso, innesca una specie di (tossico) dipendenza: davanti a "quella chitarra" il cuore si mette a battere più forte e non si riesce a resistere. E così finisce che ce ne portiamo un'altra a casa. Ed è bello! Fatto questo doveroso pubblico "mea culpa" voglio riflettere con voi, in questa piovosa domenica mattina di novembre, su quali siano i meccanismi sottesi al fenomeno vintage ed al parzialmente sovrapposto fenomeno del collezionismo.
"