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Chitarra Jazz: Studi sul Pedale
Chitarra Jazz: Studi sul Pedale
di [user #32554] - pubblicato il

Suonare sopra una sola nota di basso ci offre la più totale libertà d'azione: potremmo supporre quella nota ora come tonica di un accordo maggiore, ora come tonica di un accordo minore e muoverci attraverso l’una o l’altra modalità.
Suonare sopra una sola nota di basso ci offre la più totale libertà d'azione: potremmo supporre quella nota ora come tonica di un accordo maggiore, ora come tonica di un accordo minore e muoverci attraverso l’una o l’altra modalità.
 
Continuiamo a parlare del Pedale. Raccomando di non affrontare questa lezione senza prima aver chiaro quanto introdotto nel precedente appuntamento.
Ricordiamo che per pedale intendiamo una soluzione di arrangiamento che permette tramite una sola nota solitamente suonata dal basso, di assoggettare sotto di se tratti di armonia a volte con un forte carattere di ambiguità. Se improvvisiamo sopra un groove nel quale il basso scandisce unicamente una nota avremmo la totale libertà d’azione: potremmo supporre quella nota ora come tonica di un accordo maggiore, ora come tonica di un accordo minore o muoverci attraverso l’una o l’altra modalità.
Non solo: supposta una dimensione, per esempio minore, potremmo colorarla di volta in volta con varie sfumature: dorica, frigia, minore armonica…
Chiarito questo semplice concetto, vediamo come possiamo trovarlo confezionato nell’arrangiamento di un brano. Serviamoci dell intro di “Road Song” dell’immenso Wes Montgomery:

Chitarra Jazz: Studi sul Pedale
Sulla nota di basso, un G, applichiamo già nell’accompagnamento un’idea di pedale. Il pianoforte scandisce ogni due quarti ora una triade di Gm ora una quadriade di G7: ecco, in pratica, la libertà di azione offerta dal pedale che in  questa parte crea un'ambiguità armonica tra maggiore e minore. Sarà il nostro pedale al basso a garantire robustezza nel passaggio da una sonorità all’altra e non da meno ad avere significato di bersaglio armonico.
Mettiamo in gioco quattro sonorità e iniziamo ad apprezzare le possibilità e la ricchezza armonica e melodica che possiamo avere nel muoverci dalla sonorità maggiore a quella minore.
Ecco la base su cui lavorare:


Partiamo servendoci di due sonorità relativamente vicino tra loro: quella del Gm Dorico (G, A, Bb, C, D, E, F) e quella del G Blues Pentatonico G, Bb, B, C, Db, D, F. Attribuiremo al pedale di G la valenza di un G7 che, forte dell’armonia blues, sfrutterà le due blue note: la quinta bemolle Dd ma soprattutto la terza maggiore B che enfatizzerà il passaggio tra maggiore e minore.
Quindi ci allontaneremo dalla sonorità  blues e ci spingeremo prima totalmente nel minore, utilizzando il Gm armonico (G, A, Bb, C, D, E, Fb) quindi addirittura nel diminuito con il relativo arpeggio di Gdim (G, Bb, Db, Fb).


Vi propongo le diteggiature utilizzate per queste possibilità armoniche diteggiature. 
Non vi fornisco alcuna trascrizione dei miei fraseggi: vorrei vi servissero come semplice ispirazione per spronarvi a sperimentare con i vostri  e a crearvi dei lick in questo stile.

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