20 maggio 2014. Festa dell'Arte dell IISS "DaVinci-Majorana" di Mola di Bari. Il sole brucia l'asfalto sotto il palco montato nel bel mezzo di uno stradone. Due ragazzi armati delle loro chitarraccie salgono sul palco. Due "tipi sospetti" si aggirano lì vicino. Riconosco uno dei due nel pubblico, è un mio amico, suona basso, chitarra, fa l'artista di professione, ha già firmato diversi videoclip importanti, diverse istallazioni e un paio di dischi indipendenti. Mi avvicino, lo saluto e lui mi chiede se c'è la possibilità che possano suonare: il suo amico, rimasto anonimo, è un batterista. Io lo invito, insistentemente ad unirsi a noi, casa sua è lì vicino e deve solo prendere il basso e saltare sul palco, le bacchette per il batterista le abbiamo noi. Dopo un po' di chiacchiere l'affare è fatto. Passano 10 minuti e sul palco siamo finalmente in quattro, una band al completo. Ancora una volta abbiamo rimediato un gruppo come Dio comanda per una esibizione last minute. Si inizia col soundcheck, c'è qualche attrito tra batterista e proprietario del service per motivi a me sconosciuti, va beh, suoniamo. Man mano che il fonico sistema gli strumenti ci lanciamo in una bella jam-session... Il nostro Blues negro che si unisce al funky groove pazzesco della nostra "spina dorsale" appena rimorchiata, basso e batteria. Si suona, si suda, ci si diverte in libertà per una ventina di minuti... Rock me baby, Pride and Joy, Sweet Home Chicago, Chameleon. Io canto per dare un senso ai pezzi ma a farla da padrone è la musica suonata. Una lunga jam-medley trascinante, travolgente, persino fresca nell'afa di quel pomeriggio del fine maggio pugliese. Ci cacciano dal palco, il nostro tempo è scaduto e non siamo simpatici agli organizzatori che non aspettano altro che liberarsi di noi per dar spazio ai loro amici rapper. Va beh, è andata, bella, bella suonata. Ci salutiamo vicendevolmente, ci ringraziamo per la bella suonata e ognuno per la sua strada.
22 maggio 2014. Altro pomeriggio afoso, perfetto per una passeggiata sul lungomare di Mola. Ci si trascina svogliatamente immersi nel rosso del pomeriggio che si riflette sul mare. Difronte a me si staglia una sagoma familiare. La squadro. Ah, ecco! E' l'anonimo batterista! Bene, lo saluto: "Ciao!". "Ciao, ciao!" risponde cordiale l'uomo barbuto. Continuiamo a camminare lasciandoci l'uno alle spalle la sagoma dell'altro. Saranno passati due o tre secondi e mi sento chiamare, è lui. "Ehi, senti, ti devo chiedere una cosa..."; "Si, dimmi"; mi tende la mano: "Piacere, Francesco, volevo sapere, ma voi avete un gruppo?"; "No, a dire il vero no"; "Ah, capito, quindi era tutto improvvisato..."; "Si"; "No perchè sto portando in puglia due gruppi inglesi, mi serve una band per aprire i concerti e mi siete piaciuti l'altro giorno e mi avrebbe fatto piacere avere voi... Va beh, come non detto, ciao!".
Che dire... Maledetto me che non mi decido a fondare un gruppo una volta per tutte!
Prima il fonico del concerto di 2 anni fa, poi Eugenio Finardi, ora questo amico (proprietario, se ho ben capito, di un'etichetta indipendente)... Mi devo dar da fare! |