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Consigli per suonare il Blues

di c.simone [user #48943] - pubblicato il 11 novembre 2018 ore 15:03
Salve a tutti, ringrazio in anticipo a chi risponderà a questo post.
Mettiamo che stiamo suonando su un blues in G, avremo quindi G7 C7 e D7.
Da come ho capito, ma non ne sono sicuro, quando suoniamo su G7 possiamo usare una misolidia di G, quando siamo su C7 una dorica di G ma quando siamo su D7? cosa usiamo? 
Grazie

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di E! [user #6395]
commento del 11/11/2018 ore 15:16:08
Se segui questo approccio, sul D7 puoi suonare ovviamente una dorica di A.

Questo perché suonare la dorica di G sul C7 equivale a suonare la scala di F (ionico), che al quinto grado ha appunto C7.
Per lo stesso motivo, se suoni la scala di G (ionico) automaticamente hai un A dorico e al quinto grado ti ritroverai un D7 (misolidio).

Più in generale, puoi usare le misolidie su ogni accordo di settima. E' uno dei tantissimi approcci possibili.

Occhio però alla confusione, sempre latente in questi casi, tra il suonare modale e avere una mentalità basata sulle forme della solita scala maggiore.
Rispondi
di c.simone [user #48943]
commento del 11/11/2018 ore 15:15:22
Ti ringrazio, Gentilissimo!
Rispondi
di giudas [user #48068]
commento del 11/11/2018 ore 18:28:25
Oppure per spezzare la "misolidietà" dei due accordi precendenti, su D7 puoi fraseggiare su una diminuita di D#.
Ci sono molte possibilità, ognuna dà un colore diverso ai fraseggi.
Rispondi
di c.simone [user #48943]
commento del 11/11/2018 ore 18:38:5
Grazie mille ! :)
Rispondi
di c.simone [user #48943]
commento del 11/11/2018 ore 18:38:40
Voi cosa utilizzate di solito nel blues ? Mi interessa molto
Rispondi
di giudas [user #48068]
commento del 11/11/2018 ore 19:04:52
Dipende dal groove.
Personalmente dopo anni di saliscendi per scale, cerco di dare un carattere e una espressione alla improvvisazione. Cerco di cantare a mente la frase che voglio suonare, giusto un attimo prima.
Non è facile, e non sempre ci riesco; ma quando viene fuori è arte espressa!
Ho anche le mie zone di comfort, nelle scale pentatoniche, modali, approcci cordali, ecc.
Ma quello che mi eccita di più è l'utilizzo del fraseggio estemporaneo dettato dal momento.
Per questo motivo non ho mai imparato licks blues di altri chitarristi da riproporre nei miei solo;
sono fighi, fanno scena, ma non mi hanno mai attirato.
Rispondi
di c.simone [user #48943]
commento del 11/11/2018 ore 19:13:36
Sono pienamente d'accordo, i liks non li ho mai voluti imparare nemmeno io . Anche se un po' devo dire qualche cosa mi è entrata in testa. Per dire sono stato molto ispirato da Eric Clapton e a furia di sentirlo mi sono entrati in testa alcuni suoi concetti. Questo periodo mi ero messo a vedere un video di Massimo Varini che sta su YouTube che è : suonare senza la pentatonica. Sono rimasto un po' colpito perché è un modo interessante di suonare il blues
Rispondi
di fa [user #4259]
commento del 11/11/2018 ore 19:43:13
Pentatonica, penta con nota blues, arpeggi, misolidia, diminuita, lidia 7b... dipende. La cosa importante è creare frasi e ancora di più il timing. A me piace molto l’approccio di Robben Ford e Matt Schofield. Anche se non ti piace imparare i licks, prova a memorizzare il timing di un solo che ti piace e utilizzalo mettendoci cose tue. La musica è un linguaggio e devi impararne i vocaboli e le frasi... solo le scale sarebbe come comunicare usando l’alfabeto avanti e indietro. Buon divertimento! Ciao Fab
Rispondi
di c.simone [user #48943]
commento del 11/11/2018 ore 19:49:40
Grazie mille ! Gentilissimo
Rispondi
di Zoso1974 [user #42646]
commento del 12/11/2018 ore 10:47:54
...comunque, vorrei sapere quanti artisti blues affermati nella storia conoscessero le scale modali...
Forse qualche musicista "moderno" stile Robben Ford... o qualche Jazzista prestato al blues... ma direi che la stragrande maggioranza ha approcciato al blues "lick per lick", non solo i bluesman neri d'oltreoceano (che spesso conoscevano poco o nulla di teoria musicale) ma anche i grandi inglesi come Clapton, Green, etc...
Non dico che sia sbagliato... ma personalmente preferisco un altro approccio a questo genere.
Rispondi
di c.simone [user #48943]
commento del 12/11/2018 ore 10:49:52
Grazie per aver risposto al post :)
Come dicevo alla fine, seguendo molto Clapton, molti suoi concetti mi sono rimasti e li ripropongo spesso.
Rispondi
di E! [user #6395]
commento del 12/11/2018 ore 12:06:08
L'approccio "pentatonico only" che caratterizzava i bluesman del passato si è evoluto da qualche decennio, come testimoniano i dischi di tantissimi musicisti quali ad esempio Scott Henderson, Alvin Lee, Jeff Beck, Bonamassa, Gary Moore, Derek Trucks e tantissimi altri.
Anche bluesman come B.B. King, Clapton e altri, di estrazione più "autentica", hanno utilizzato qua e là note che sono al di fuori della pentatonica, per non parlare di sassofonisti e pianisti che quasi mai si sono limitati alla sola pentatonica.

Premesso che anch'io, in un contesto blues "classico", preferisco usare la pentatonica al 90%, va detto che le altre scale non sono da demonizzare: di fatto, già quando suoni una nota al di fuori delle 5 note della pentatonica o delle 6 note della scala blues, stai usando altre scale. E conoscere quale scala usare su un accordo amplia le possibilità melodiche, senza per forza snaturare il genere.

Le altre scale danno sonorità che con la sola pentatonica non sono ottenibili: ad esempio usare una diminuita rende possibile ottenere tensioni molto usate.

Rispondi
di c.simone [user #48943]
commento del 12/11/2018 ore 12:10:3
Ad esempio ho notato che quando Clapton suona layla, sugli accordi di Do e di Re- va di Re dorico , tornando poi sulla pentatonica di Re- quando c'è il Sib come accordo. Non ci avevo fatto caso ma lo fa .. ad esempio prende la triade di Fa,sempre in Layla, e tocca prima il si e poi va dietro toccando il la#... magari non sa cosa sta facendo ma ad orecchio lo fa e ci sta benissimo
Rispondi
di E! [user #6395]
commento del 12/11/2018 ore 12:34:02
Non ho presente il caso in questione, ma un po' tutti usano note di passaggio tra quelle della pentatonica. Queste note di passaggio fanno parte di altre scale e conoscere a cosa appartengono rende più sicuri nel loro utilizzo in tutto il manico.

Ad esempio, sul primo accordo di un blues minore (mettiamo in G) utilizzare un A o un Eb è pratica comunissima, ed entrambe le note fanno parte della scala eolia di G.

Lo stesso discorso vale per l'utilizzo della sesta in un blues maggiore. Sul G7 è comunissimo utilizzare il E, che caratterizza il modo dorico, utilissimo quando vuoi "minorizzare" un accordo di settima, cosa che avviene anche con la semplice pentatonica minore di G sul G7.

Ovviamente dipende tutto da come usi queste altre note, perché se la pentatonica suona subito "giusta", le note al di fuori di essa bisogna saperle usare, altrimenti potrebbero suonare forzate.
Rispondi
di Zoso1974 [user #42646]
commento del 12/11/2018 ore 12:33:58
Sì sì, non mi riferivo alla pentatonica in senso stretto... B.B.King "giovane", sino agli anni 70 diciamo, spaziava molto fuori dalla pentatonica, aveva un sound a tratti molto jazz, che poi invecchiando ha mollato... ma sono abbastanza sicuro che le scale modali non sapesse neanche cosa fossero... quello intendevo.

Poca teoria e tanto orecchio e gusto... la troppa teoria associata al Blues tende a farne perdere la spontaneità (opinione mia)... tanto evvero che dei modermi musicisti (para)blues che hai citato non me ne piace quasi nessuno (tranne Derek Trucks e Gary Moore... ma loro infatti sono più classici di Henderson o Lee...)
Rispondi
di E! [user #6395]
commento del 12/11/2018 ore 12:39:56
Sono d'accordo, orecchio e gusto vengono prima della teoria, e non solo nel blues.
Le note al di fuori della pentatonica ti danno sonorità in più che poi puoi usare o no. Come dicevo in un commento più su vanno però sapute usare, perché la pentatonica è facile farla suonare "giusta", mentre queste altre tensioni vanno dosate bene, pena un risultato forzato (quindi antimusicale).

Ad esempio la scala diminuita è abbastanza difficile da far suonare in modo convincente su un blues, è tutta una questione di timing.

Però vedi ad esempio Gary Moore, lui legava tanto sulle misolidie (se la memoria non mi inganna) e usava pure tanti arpeggi diminuiti. Ed aveva un gran gusto!
Rispondi
di fa [user #4259]
commento del 12/11/2018 ore 19:06:26
In realtà per la diminuita è molto più semplice di quanto sembri ed è molto usata, magari non dai musicisti puramente old blues, diciamo. Vengono generalmente inserite un paio di note della scala o una frase per passare dal primo al quarto grado, ma solo di passaggio. Oppure nel blues/jazzato a la Charlie Parker è proprio presente l’accordo diminuito. Ci sono lezioni su YouTube dove Robben Ford ne spiega proprio l’utilizzo nel primo caso (passaggio dal primo al quarto grado) e lui la usa in questo modo anche sul blues classico. Ciao Fab
Rispondi
di E! [user #6395]
commento del 12/11/2018 ore 19:41:08
Si, quello è un utilizzo abbastanza comune, come tensione provvisoria per "atterrare" sul quarto grado. In quel caso funziona bene anche la superlocria.

Nel commento precedente mi riferivo piuttosto a quello che fanno ad esempio Scott Henderson e John Scofield (per restare sui soli chitarristi), che la utilizzano su tutti gli accordi del blues. Così facendo, la sonorità diventa certamente più ostica. Niente di impossibile, ma giustamente come dici si parla più di jazz che di blues.
Rispondi
di c.simone [user #48943]
commento del 12/11/2018 ore 19:10:20
Cosa ne pensate di questa lezione? vai al link
vai al link
Massimo Varini spiega l utilizzo di varie scale , misolidia e dorica, nel blues.
Sto provando in questi giorni ma non è facilissimo...
Rispondi
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