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Igor Nembrini, il guru dei Virtual Amp
Igor Nembrini, il guru dei Virtual Amp
di [user #116] - pubblicato il

Igor Nembrini è uno dei maggiori sviluppatori di plugin che collabora con diverse aziende internazionali, come Brainworx e Universal Audio, e quest’anno ha fondato la sua Nembrini Audio.

Igor è conosciuto come Distortion Guru per aver creato alcuni tra i migliori amplificatori virtuali e saturatori presenti sul mercato, che devono il proprio successo alla sua doppia anima da programmatore e chitarrista.

Ciao Igor, ci racconti come sono nate le tue due passioni parallele del coding e della chitarra?

La passione per il computer e la musica è nata quasi contemporaneamente quando ero ragazzino con il Commodore 64 e i dischi dei Beatles di mia madre. Mentre i miei amici giocavano ai videogame con il C64, io scrivevo il codice in Visual Basic per catalogare le canzoni.
Ero già un vero nerd!
Successivamente mi sono avvicinato alla chitarra folgorato dalle svisate di Blackmore prima e di Van Halen poi. Da quel momento il computer è stato dimenticato per molti anni, fino a quando le due passioni non hanno trovato modo di congiungersi con la creazione del mio primo amplificatore virtuale.

Quali sono i tuoi amplificatori preferiti?
Sono sempre stato un utilizzatore di amplificatori a valvole fin dagli inizi e ho sempre preferito la distorsione ricavata dalle valvole, sia da quelle del pre che, quando possibile, da quelle finali.
Da buon fan di Van Halen, gli amplificatori Marshall sono sempre stati i miei preferiti, ma da chitarrista maniaco della propria strumentazione, appena si presentava l’occasione compravo o vendevo ampli. In questo modo ho avuto la possibilità di sviluppare la mia esperienza con i vari suoni e abbinamenti tra chitarra, testata e cabinet.

Igor Nembrini, il guru dei Virtual Amp
Nembrini Audio MRH810 Lead Series Guitar Amplifier plugin

Quanto ha influito la tua esperienza di chitarrista live nello sviluppo dei tuoi plugin?
L’esperienza con il live è stata fondamentale per la mia crescita nella conoscenza del suono della chitarra. Negli anni 90 suonavo tantissimo con la mia cover band, ancora oggi suonare live è qualcosa di indispensabile per me, anche se con frequenza molto ridotta.
Nell’economia di una cover band ci sono esigenze sonore e logistiche che prevedono volumi contenuti sul palco e dimensioni ridotte della strumentazione. Questo mi ha portato a sperimentare con i primi simulatori di amplificatore, come il Line6 POD 1.0 che ho utilizzato per anni in diretta nel PA. Lo conservo tuttora per ricordo.
I primi simulatori di amplificatori erano le gioie e i dolori dei fonici perché  si risolvevano i problemi dei volumi sul palco, ma i suoni molto spesso erano terrificanti.
Il segreto che però non tutti conoscevano era quello di testarli in diversi PA per ottimizzarne la resa.
Da qui ad utilizzare i primi plugin per chitarra con l’avvento di Cubase VST il passo è stato breve.

Oltre alle tue esperienze live puoi parlarci anche delle tue esperienze in studio?
Le mie esperienze da chitarrista in studio sono legate principalmente alla mia attività di sviluppatore di plugin, sia per Brainworx che oggi per la mia Nembrini Audio.
Per Brainworx passavamo giornate in studio per trovare le migliori combinazioni tra chitarra e amplificatore virtuale in modo da creare delle demo song di ottima qualità che sarebbero poi diventate il biglietto da visita dei nostri prodotti.
Il comporre e suonare la demo song del prodotto è una cosa che ho sempre ritenuto importante perché ho una percezione dei plugin anche da un punto di vista dell’utilizzatore finale, sia in termini di suono che di usabilità.
Per questo tipo di prodotti è importante avere la visione di chi in prima persona li utilizzerà principalmente, che non sarà un produttore o sound engineer come accade con altri tipi di plugin, ma chitarristi con abitudini ed esigenze ben diverse.
Un compressor plugin ad esempio può essere utilizzato sia dal producer che dal chitarrista, ma mentre il primo vuole avere accesso a tutti i parametri, il secondo cerca un’interfaccia semplice da utilizzare e una resa ottimizzata per il suo strumento.
Proprio qui sta il valore aggiunto dai miei prodotti. Sono infatti realizzati da un chitarrista che ha sempre suonato con amplificatori a valvole in contesti reali come il palco e lo studio di registrazione.

Igor Nembrini, il guru dei Virtual Amp
Nembrini Audio BST100 Super Overdrive Guitar Amplifier plugin

In un mondo tradizionalista e piuttosto conservatore come quello dei chitarristi, come siete riusciti a far accettare questi nuovi amplificatori virtuali?
Alcune delle mie composizioni, tratte dai miei primi 3 dischi che sono state registrati e mixati negli studi di Brainworx in Germania da Dirk Ulrich, sono state usate come demo song al NAMM di Los Angeles, al Musicmesse di Francoforte e in Open day esclusivi nei maggiori studi americani, collegando l’uscita del computer, con il plugin senza simulazione di cassa attivata, direttamente in un amplificatore lineare che pilotava una cabinet 4x12.
In queste occasioni sono stato anche dimostratore dei plugin, suonando sopra le basi che uscivano dai monitor dello studio. In questo modo i chitarristi hanno potuto sentire con le proprie orecchie l’ottima resa dei nostri amplificatori virtuali anche nella “vita reale”.

Qual’è secondo te l’elemento più importante nella catena del suono di un chitarrista?
Credo che un elemento fondamentale ma molto sottovalutato sia il Cabinet, con tutte le sue numerose variabili, come la forma, il materiale utilizzato per la costruzione, il tipo di cono, il numero dei coni, senza dimenticarsi delle diversità tra cassa aperta e chiusa.
Se nella catena inseriamo poi anche la microfonazione della cassa e il passaggio nella recording chain con pre, eq e, compressore, ci rendiamo conto della complessità e importanza di tutti questi elementi nel suono finale del chitarrista.
A testimonianza di questo, abbiamo visto svilupparsi negli ultimi anni moltissime nuove aziende che producono esclusivamente Impulse Response di cabinet per chitarra.

Sappiamo che il tuo ultimo album è legato anche alla realizzazione del tuo nuovo plugin Delay3000 Vintage Modern Repeater, in promozione proprio in questi giorni.
Ci puoi raccontare qualcosa al riguardo?

Acient Stone Within, pubblicato dalla Majorhitrecords di San Diego, è un album New Age completamente differente dai miei precedenti lavori rock/heavy.
Ho utilizzato sonorità etniche con percussioni e hang drum, abbinate a soundscapes generate da delay molto lunghi e filtrati con oscillatori.
Ho infatti utilizzato la tecnica dello Swell Volume, resa famosa da Van Halen nell’intro di Cathedral e da Jeff Beck in Blow by Blow.
Questo mi ha spinto a sviluppare un delay plugin che rispondesse a quel tipo di tecnica, inserendo anche un ducking e effetti di saturazione e compressione per ammorbidire le ripetizioni. È così nato il nuovo Delay3000 Vintage Modern Repeater di Nembrini Audio.




 
delay3000 nembrini audio
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