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Per Steve Vai, andare in tour non è più sostenibile
Per Steve Vai, andare in tour non è più sostenibile
di [user #17844] - pubblicato il

“Sei fortunato se chiudi in pari” spiega Steve Vai, parlando di grandi tour in epoca post-pandemica.
Basare la propria attività lavorativa sulla musica dal vivo non è difficile solo per un artista emergente. A quanto pare, gli stravolgimenti causati dal COVID e dagli eventi internazionali immediatamente successivi all’emergenza sanitaria hanno provocato pesanti ripercussioni anche sul lavoro delle grandi formazioni, temprate da decenni on-the-road.
A raccontarlo è Steve Vai in un’intervista concessa alla trasmissione “Talkin’ Rock” in occasione del suo ultimo lavoro in collaborazione con Johnny “Gash” Sombrotto.



Il periodo pandemico e dei lockdown ha imposto dei cambiamenti nelle abitudini e nelle prospettive dei musicisti. Molti si sono concentrati sulla propria crescita artistica, e per Steve Vai è stato un momento d’oro culminato, all’inizio del 2022, nell’album INVIOLATE.

Con le frontiere internazionali nuovamente aperte e la morsa del Coronavirus che si andava allentando, il momento è sembrato perfetto per inaugurare una nuova stagione di tour. Un intenso programma ha infatti portato Vai ad attraversare l’Europa nel corso dell’estate 2022, con ben cinque date solo in Italia. Il suo 2023 si preavvisa altrettanto movimentato, e un calendario ricco all’inverosimile lo vede impegnato quasi ogni sera per tutta la prossima primavera. Ma la situazione non è rosea quanto sembrerebbe.

“Molti amici stanno cancellando date perché non riescono ad avere i numeri per far quadrare il bilancio” spiega Steve. Parlando di INVIOLATE, il chitarrista racconta: “Quando il disco è uscito, tutto era in via di apertura. Ma era strano, organizzavi un tour, il COVID colpiva, e dovevi cancellarlo. Inoltre, provare a uscire in tour dopo il COVID è stato incredibilmente difficile per i musicisti, perché tutto si era squilibrato. Non riuscivi a trovare un bus perché, obbligati a due anni di fermo, gli autisti sono diventati camionisti. Non trovavi autisti, non trovavi strumentazione, non trovavi aiutanti.”

Per Steve Vai, andare in tour non è più sostenibile

La sua voce fa coro con Devin Townsend, che con Steve Vai ha collaborato in diverse occasioni.
Solo alcune settimane fa, il noto session man condivideva in un’intervista a Metallerium una visione poco dissimile.



Devin sollevava la questione delle maestranze che si sono reinventate nel periodo pandemico, cercando lavori diversi. “Quelli che restano” spiega “quando sono disponibili, costano molto di più”.

In effetti, se è vero che i prezzi dei biglietti per i concerti di musica dal vivo sembrano aver visto un sensibile aumento rispetto a pochi anni fa, è l’intero sistema a registrare un incremento dei costi, dal prezzo dei viaggi in aereo ai trasporti su gomma, i prezzi degli hotel, i pasti…

D’altra parte, era nell’aria da tempo che il futuro avrebbe visto i tour occupare uno spazio sempre minore negli impegni dei musicisti, venendo quantomeno affiancati se non sostituiti prima o poi da esperienze virtuali e multimediali. In tempi non sospetti, era il 2016 quando Live Nation si diceva già pronta a lanciarsi nei concerti in realtà virtuale, e con la Pandemia l’esigenza di ricorrere alle tecnologie si è fatta quanto mai concreta, vivendo un vero e proprio boom delle esibizioni in streaming, tra social e prospettive del metaverso tutt’ora in stato poco più che larvale.

Tuttavia, le considerazioni di Steve Vai si concludono con un barlume di speranza per il futuro: “Il tour europeo è stato il più difficile che abbia mai fatto, ma è andato. E ora le cose cominciano a oliarsi e ricominciano a mettersi in ordine”. E noi ce lo auguriamo di cuore.
devin townsend interviste musica e lavoro steve vai
Link utili
Live Nation sui concerti in realtà virtuale
Marcus King in streaming dal Ryman Auditorium
L’intervista a Steve Vai
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