Storia: tutto ebbe inizio a Mairago, vicino Lodi dove risiedevano i coniugi Antonio e Carolina, genitori Meazzi, ed i loro figli Enrico, Remo, Antonietta e il piccolo Marino. Il padre Antonio era operaio alla Caproni, nota ditta costruttrice d'aeroplani, e dopo il lavoro si dilettava a costruire e vendere molle in acciaio. Nel 1943 il primogenito Enrico si congedò e si mise a lavorare per qualche tempo nel settore delle forniture per orafi e orologiai. Fu l’occasione per mettere in campionario anche le molle del padre ad uso di orologi, sveglie e grammofoni. Enrico si riforniva a Milano da Gian Bruto Castelfranchi, fondatore della celeberrima GBC, poi il 24 luglio del 1946 registrò alla camera di commercio la sua ditta specializzata principalmente in ricambi per orologi e grammofoni. La sede era ancora la casa di famiglia in via Montepianama, però nel 1947 entrò in affari con i fornitori di Castelfranchi, il trio Cattaneo-Pogliani-Morelli e con loro aprì il primo ufficio a Milano, in via Bligny 27, dopo un breve soggiorno a Bologna, e nel 1953 etrarono in società anche i fratelli Remo e Marino, più il loro futuro cognato Luigi Scarpini, e fu così che la sede si spostò in Via Beatrice D’este. Comunque le prime chitarre, cioè quelle vendute col marchio Framez, nome che altro non era se non la somma di alcune lettere ricavate da "FRAtelli MEaZzi", negli anni 50's furono realizzate in Sicilia, in Germania e a Stradella (PV), no a Milano, scopiazzando poi il nome di un noto marchio germanico di cui ora io posseggo 2 bassi, cioè la FRAMUS. Poi ci fu una svolta datata 1957, cioè quando ci fu l'incontrò con Wandré e con Franco Caldironi, giovane bassista ma anche dedito alla costruzione di batterie (quelle costruite negli USA costavano moltissimo, vedi Gretsch, Ludwig, ecc.), Meazzi, proprio in quel periodo, registrò "Hollywood" destinato ai professionisti e nome usato proprio per le succitate batterie. Mi piace ricordare che negli anni successivi Meazzi si dedicò sempre più all’amplificazione, vedi impianti voce e i famosi ampli combo con echo, i primi dodotati con eco a nastro ad anello chiuso di cui, negli anni 70's, ne ho posseduto uno molto vecchio interamente valvolare, il "Meazzi Factotum", ma anche un piccolo ampli da 20 W. Però voglio evidenziare che, se accendevate la vostra TV nel 1964 e nei pochi anni a seguire, vedevate i musicisti delle orchestre che si esibivano in RAI, specialmente nel periodo "Lotteria di Capodanno"e molto nelle serate di RAI Studio 10 in Napoli, utilizzare sia la chitarra che il basso Meazzi Juppiter, cioè molto prima di passare alle Fender Jazzmaster ed al basso Fender Jazz Bass, cosa questa avvenuta a fine decennio 60's. La chitarra l'ha usata molto anche Adriano Celentano (aveva iniziato però con il modello Oval, sempre della Meazzi, vedi "Urlatori alla Sbarra" del 1960), io invece, non potendomele permettere, ho possedute, usate, prima la Supersonic, chitarra dotata di amplificatore da 2 W con transistors al germanio ed altoparlante incorporati nella cassa armonica, sponsorizzata da Franco Cerri, poi una Meazzi Mustang a 3 pickups, non malvagia, i bassi però mai, avevano il diapason troppo corto per i miei gusti, escluso forse il loro basso a violino, per me il più utilizzabile, boh. Poi ci fu il caso Dynelectron, ho avuto il basso:
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