Continuando imperterrito nel mio delirio hair metal anni'80, dopo aver recuperato dischi che avevo già, e dopo essermi procurato dischi significativi che non avevo, mi sono messo pure a leggere un po' di biografie e notiziule sui gruppi ed i guitar hero di quegli anni. Nonostante l'etichetta frivola e modaiola che si vuole appiccicare a quei gruppi, emergono tratti comuni ad altre correnti, considerare decisamente più "serie", che hanno attraversato la storia del rock, che fanno riflettere sul concetto di "scena": innanzitutto il ruolo di Bon Jovi, che, nonostante fosse stato il primo a colpire al cuore il grande pubblico, si impegnò parecchio per promuovere ed aiutare altre band (come gli Skid Row, e i Cinderella), presentandoli ai manager, portandoseli in tour, e, addirittura, prestando loro soldi. Questo mi inorgoglisce un po', perchè, nonostante fosse già una star affermata che poteva benissimo curare i propri interessi e basta, palesò una sorta di solidarietà con amici e colleghi, tutta italiana.
Di fatto, i musicisti della scena hard rock americana anni '80 erano tutti amici, o conoscenti, o fan gli uni degli altri, e diventarono spesso famosi di riflesso (come successe negli anni' 90 col grunge, o nel decennio successivo col new metal), salvo poi ritornare in fretta nel dimenticatoio, o per oggettiva inettitudine, o perchè "fuori moda". Alla fine, a livello di promozione, niente è cambiato: i manager individuano un filone "trendy", si inventano millantate "scene musicali", e sfruttano il filone fino al suo naturale esaurimento (successe nel modo più eclatante con i Beatles, che originarono una ineguagliata ed ineguagliabile "british invasion", in cui vennero sdoganati decine di gruppi, alcuni buoni, molti mediocri). Purtroppo niente è cambiato, e questo atteggiamento del music business contribuisce a rendere famosi gruppi indegni di stima, o a non promuove talenti perchè non alla moda.
Da leggere la storia della morte di Rhandy Rhoads, troppo cretina per essere vera.
Una noticina di colore: dopo l'avvento di Van Halen (datato 1978), tantissimi gruppi presero il cognome dai propri leader (come i BonJovi), o, addirittura, i leader prendevano il cognome d'arte dal nome del gruppo (come i Ratt, gli Slaughter). Farebbe veramente brutto se il mio gruppo si chiamasse "Turatti", o peggio, se prendessi lo pseudonimo "Guido A Day After", fino a giungere al baratro di idiozia "I Drive A Day After"...