di svalvolman [user #23788] - pubblicato il 13 ottobre 2010 ore 14:05
Il secondo Hendrix
Jeff Beck ha detto di lui: <Lo amo e penso sia il più grande>...!!! ... Se lo dice lui...!!!
Correva l' anno 1978 ed il mondo, da allora, voltò pagina una seconda volta dopo Hendrix.
Un ragazzino qualunque con suo fratello e la sua band sconvolse letteralmente la scena musicale con un disco omonimo. Niente sarà più lo stesso e milioni di cloni si susseguiranno nei decenni a venire. Nessuno prima di lui (a parte Hendrix, ovviamente) aveva saputo cavare il sangue dagli ampli; oltre ogni limite, fino alla cottura totale e giornaliera di valvole e trasformatori!
E pensare che all’ inizio lui aveva scelto la batteria come strumento ed il fratello Alex... la chitarra “flamenco”.
Come per Jeff Beck, Eddie Van Halen è riconoscibile direttamente dalle sue dita, indipendentemente dal suo setup, mutato abbastanza radicalmente negli anni: Dapprima minimalista, crudele e granitico, coi suoi poveri Marshall Plexi sovralimentati (!), poi più compatto, raffinato ed elegante con le varie edizioni del suo "5150" (le prime 2 con Peavey, la terza, quella attuale, con Fender- EVH gear). Lui lo definisce "brown sound". In molti hanno provato ad emularlo, ma solo pochissimi sono davvero riusciti a "domare" tutto quel gain e quei watt come fa lui,col solo controllo del volume della chitarra e nient' altro...
Il suo stile è classificabile senza riserve come unico: Dotato di una notevole estensione della mano sinistra, sforna armonici di ogni natura, innesca lick ed effetti, tira agevolmente bending di 2 toni e condisce il tutto col suo particolarissimo e selvaggio uso del Floyd Rose.
Di certo non ha inventato lui il tapping, ma è stato lui per primo ad usarlo in modo "produttivo" e a svilupparlo come tecnica vera e propria.
Anche lo stesso ponte Floyd Rose, deve la sua fortuna e popolarità al nostro eroe che, seppesubito sfruttarne appieno tutte le potenzialità.
Tra le doti che hanno reso unico Edward VH, nonché precursore della tecnica chitarristica moderna e responsabile del sound attuale, c'è quella liuteristica: Fino al 1990, infatti, tutte le chitarre usate erano state costruite, modificate e assemblate da lui stesso; I pick-up (principalmente dei PAF gibson), allo stesso modo, venivano sapientemente riavvolti ed impregnati secondo le proprie specifiche. La celeberrima "Frankenstein" ne è fisicamente prova. La sua sperimentazione, a volte folle, non ha conosciuto limiti. Come ad esempio nel 1980, in studio: registrando delle parti con una SG, si accorse che uno dei "cornetti" lo impediva nell' esecuzione... Cosa fece? Prese una sega e lo taglio di netto! Naturalmente, poi dovette buttare via la chitarra...
Ripensiamo ad "Eruption", nata casualmente un capodanno, con una acustica, sulle scale di casa di Ted Templeman (produttore storico)...
Ripensiamo a "Spanish fly", sul secondo disco nel'79: le potenzialità del tapping suonato anche su una classica...
Ripensiamo a "Main street" e ai suoi "armonici percussivi"...
Ripensiamo a "Cathedral" e a quello che può scaturire dalla fantasia di un genio come lui sull' uso della manopola del volume, con una strato del '61 ed un delay...
Ripensiamo al trapano di "Poundcake"...
...e ammettiamolo: tutti gli dobbiamo qualcosa!
Sono autentiche chicche, pezzi di storia della musica. Cose che hanno contribuito fortemente a rendere il mondo chitarristico moderno ampio e vario.
Il degno erede di Hendrix...lui è Edward Van Halen!
Girando in rete ho trovato la sola traccia di chitarra di “ain’t talkin’ bout love” ... quando si parla di potenza domata...