In tempi di internet, guitar pro, tutorial, tablature come se piovesse e nano-shredder a profusione sto scoprendo il lato positivo della mia pigrizia.
E' fuor di dubbio che studiare sia un fatto positivo, per chiunque, qualunque cosa si studi. La grande disponibilità di tabs, di basi, di tutorial e simili da la possibilità a chi si appassiona oggi allo strumento, di imparare velocemente cose anche molto difficili. Ai miei tempi non era così: le poche trascrizioni che c'erano dovevi comunque andarle a cercare di negozio in negozio, ...e poi studiarle. Ma molti chitarristi seri trascrivevano da sé, aggiungendo al lato tecnico dell'apprendimento anche quello, forse più importante, dello sviluppo dell'orecchio. Io non sono mai stato ne fra questi ne fra quelli. Io passavo ore col metronomo a fare scale "in serie" e "improvvisavo a vuoto" ossia senza basi, senza riferirmi ad un giro di accordi e, spesso, fermandomi a suonare, in tutti i modi possibili, una sola nota ... poi fidandomi delle varie biografie ed interviste lette (anche su chitarre ...dall'86 !!) facevo come "quelli di una volta": mettevo su il disco e "gli andavo appresso". Solo i passaggi più semplici, quelli che mi trovavo fra le dita, li ripetevo tali e quali, per il resto ...gli "facevo il verso". Trovandomi di fronte ai chitarristi seri, che studiavano Parker sull'Omnibook, che trascrivevano Holdsworth o Stern ad orecchio io mi vergognavo e mi sentivo piccolo piccolo. Poi, piano piano mi sono accorto di qualcosa: loro non sapevano commuoversi ascoltando un brano musicale, non vedevano e non sentivano differenze fra Clapton e Gilmour, non lacrimavano suonando un blues! Per loro gli unici parametri erano la nota e la diteggiatura. Ad uno di questi miei amici (che in seguito fu anche mio maestro) dissi "guarda che c'è dell'altro, oltre le note" la risposta fu "maddai! ..e cosa, secondo te?" ... non esistevano parametri come il tocco, la dinamica, l'intenzione, il suono, la pronuncia!
Gli raccontai di come, una volta, da ragazzo (all'epoca in cui ascoltavo tutto il giorno Holdsworth senza però studiarlo, senza sapere delle sue diteggiature larghe, dei suoi accordi sus, dei pianeti modali sempre distanti) dopo aver suonato col mio gruppo (gli EXIT, all'Esperimento) un mio brano in 11/8, ma in MIm fisso, sul quale io suonavo in diteggiatura stretta inchiodato al XII° tasto, scesi dal palco ed uno sconosciuto ascoltatore mi venne incontro chiedendomi "aho! ...ma quanto te piace Holdsworth?!?!??!" ... fui contento e sorpreso! "SI SENTE??" chiesi e lui "AVOJA!!" (traduz. si, si sente tantissimo).
Da cosa si sentiva? Dal suono, dall'intenzione che davo alle note, dalla pronuncia, dall'uso della leva, dal timbro ...tutto tranne le note.
Tutto ciò non è per dire che non si debbano studiare le tab, ma ogni tanto fermarsi a suonare per ottenere suono e non solo note. Ogni tanto fermarsi e godere della musica, non solo apprezzare il gesto atletico di chi la esegue e poi cercare di imitarlo. Ogni tanto provare a capire cosa fa di "blue jean blues" (zz top) un gran pezzo.