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Aspettando SHG 2012: Chianti Rock
Aspettando SHG 2012: Chianti Rock
di [user #116] - pubblicato il

Cosa hanno in comune un buon vino e la musica? Più cose di quante crediate. Da Domenico Tancredi nasce l'idea di un vino rock, slegato da ogni regola di mercato e dal gusto tutto personale. Continuate a leggere per scoprire come fa un Chianti a diventare Rock.
In una fiera come il Second Hand Guitars sono due gli ingredienti più apprezzati: made in Italy e artigianato. E se c'è una cosa che i musicisti sanno riconoscere oltre gli strumenti musicali, è il buon vino, soprattutto se si tratta di un DOCG tutto italiano, fatto con passione da un professionista che divide la sua vita tra i vitigni toscani e la musica rock.
Dal connubio tra le due passioni di Domenico Tancredi nasce il Chianti Rock, un vino con il carattere indipendente di un vero rocker, che non guarda alle statistiche di mercato ma bada al proprio gusto per creare qualcosa di speciale e unico.
Non resta che far tappa allo stand di Chianti Rock durante Second Hand Guitars 35, l'11 novembre 2012 al Forum di Assago, per scoprire cosa hanno in comune le botti e gli AC/DC. Vino e musica non sono mai stati così vicini, e Domenico ci racconta perché.

Da cosa è nata l'idea di accostare il vino alla musica rock?
La voglia spudorata di fare qualcosa di bello e personale, senza seguire nessun logica di marketing, che a volte detta leggi molto vincolanti per la serie prodotto/imposto/venduto. Accostare il vino alla musica rock per me vuol dire fare e proporre qualcosa di opinabile e fortemente legato al territorio Italiano, confido molto nell’estero e nella sua interpretazione dell’idea.

Aspettando SHG 2012: Chianti Rock

Cosa rende un vino "rock"?
Questo vino è diventato rock perché fatto secondo gusto personale e nn dettato dal gusto del mercato, mettendo in pratica tutto quello che ho studiato e imparato nelle precedenti vendemmie. Fare vino per me non significa utilizzare un metodo standard, le uve e le fermentazioni vanno seguite e gestite e non indirizzate verso un percorso forzato. Certamente cosa vogliamo estrarre dalla fermentazione è chiaro, ma in cantina non si fanno i miracoli. C’è un detto in Toscana: "il vino si fa in vigna, in cantina si può solo sciuparlo". Ecco, io credo nel lavoro in campo, nell’osservare il perché la pianta e la terra si muovo in quel verso.
Il Chianti Rock e tale anche perché c’è la grande possibilità di personalizzare le bottiglie sia per i privati sia per i locali/operatori e rendere originale qualsiasi evento o manifestazione.

Sul tuo store online sono disponibili diversi kit con nomi particolari e accessori interessanti. Puoi parlarcene?
Sul sito ci sono tre tipi di kit: il Rock, il Progressive e l’Iron rispettivamente da tre, da sei e da dodici bottiglie. Ho inserito nei vari kit materiale a marchio Chianti Rock perché siamo tutti figli della comunicazione anche se non lo voglio, e dare visibilità a qualcosa di nuovo e particolare è fondamentale. Ho scelto i porta bottiglie con tutta franchezza perché tutte le volte che vado a cena da amici non so mai come portare la bottiglia di vino... Abbiamo praticato una politica di prezzi abbastanza onesta scelta figlia del momento che stiamo attraversando e anche perché bisogna dare il giusto prezzo alle cose senza eccedere, cosa che purtroppo è stata fatta in questi anni nel mondo vino.

I chitarristi sono animali curiosi per natura. Puoi spiegarci in breve il processo dietro la realizzazione del tuo vino?
La vigna si trova a 250mt s.l.m. Nella stessa non utilizzo diserbo e sostanze/concimi chimici, cerco di far maturare l’uva il più possibile arrivando a vendemmiare verso la prima settimana di ottobre, la maturazione è fondamentale per dare al vino una buona estrazione di profumi e stabilità di colore e tannini maturi. In cantina l’intenzione è quella di fermentare/macerare le uve il più possibile, circa 25/27 giorni per garantire un’ottima estrazione, ma tutto dipende dalla temperatura: se troppo bassa bisogna intervenire. Non uso lieviti e enzimi ma solo le giuste lavorazioni come i delestage (svuotamenti) e le follature (immersioni del cappello nel mosto) tutte tecniche che vanno fatte in determinati periodi della fermentazione e della quantità di zucchero da trasformare. Dopo la fase iniziale passa in legno e in base al supporto analitico e la qualità decido quanto tempo sarà a contatto con il legno.

C'è una cosa che va molto di moda alle fiere musicali: i campioni omaggio. C'è il rischio che SHG diventi un Oktoberfest del Chianti?
Senza dubbio il rischio c’è, vista la forte attinenza tra il Chianti Rock e l’SHG, poi se i tedeschi sono così bravi a valorizzare il loro prodotto di punta, non vedo perché non fare lo stesso noi, visto che sono sempre più convinto che sotto l’Italia, con tutte le sue bontà, ci scorra vino e olio, e di che fattura. Quindi trovare il Chianti Rock nel SHG (Italia), fiera di riferimento nel settore, credo sia più che sensato.

Secondo molti, un goccetto aiuta a rilassarsi e fa suonare meglio. Il buon vino ha davvero certe doti "didattiche"?
Sicuramente aprire una bottiglia di un buon vino e bere un goccetto (anche due) prima della performance è più che lecito a patto che, quando si finisce la bottiglia, va portata in fondo. C’è una massima in Toscana che rafforza quanto scritto: "non ti metter in cammino se la bocca non sa di vino". Non credo sia contenta la stradale, ma di sicuro l’anima e l’umore sì.

La fase finale della lavorazione del Chiantirock avviene in legno di rovere. Sai che diversi liutai hanno sperimentato la realizzazione di strumenti proprio con legni provenienti da botti per vini o liquori? Pensi che un giorno potremmo imbracciare una Chiantirock guitar?
Magari con il logo inciso a ferro caldo? Direi proprio di sì, sono positivo di natura. Buon rock n roll a tutti.
interviste second hand guitars 35
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bono i' vinello ...
di b81 [user #13410]
commento del 05/11/2012 ore 22:12:01
bono i' vinello
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