di paoloanessi [user #32554] - pubblicato il 14 novembre 2012 ore 13:30
Ho avuto l'incredibile fortuna di provare una strepitosa fuori serie a SHG: la Gibson L5 anniversario dei cent'anni, costruita in soli cento esemplari. Deliziosa, candita, laccata e luccicante, ma nel contempo elegantemente sobria.
Ho avuto l'incredibile fortuna di provare una strepitosa fuori serie a SHG: la Gibson L5 anniversario dei cent'anni, costruita in soli cento esemplari. Deliziosa, candita, laccata e luccicante, ma nel contempo elegantemente sobria. S'impara dai maestri del giornalismo musicale a prendersi del tempo, cercando un certo distacco dall'oggetto della prova, per garantire obiettività nel confronto all’interno di un database di centinaia di strumenti provati. Ma quando capita tra le mani una sventola del genere, sfido chiunque a rimanere gelido e impassibile. Parla da sola: le finiture sono da Rolls Royce, toni e volumi cesellati come una sorta di cameo, attaccacorde e meccaniche stupendi, affascinante davanti e dietro, binding ovunque a impreziosire uno strumento pesantemente bello (ma si sa che le le Gibson pesanti sono quelle fatte di tanto legno, che suona di brutto). L'ampli è l'ultimo nato in casa Ibanez, quello con il Tube Screamer incorporato.
Attaccata la chitarra, ho dato una doverosa assestata all'accordatura, come si fa di solito, operazione non semplice quando arrivano milioni di note da tutte le parti, visto che a ogni stand qualcuno sta provando a sua volta uno strumento. Poi, fatto il giusto volume con l'ampli sparato in faccia, scopro che suona in maniera sublime ovunque. Le dinamiche sono incredibili (testimoniate con semplicità dall'audio della camera), accarezzandola a dita suona come velluto, mentre a plettro shredda jazz che è un piacere. La tastiera è come burro, equipaggiata di serie con corde lisce 012, sorprende per la reattività e ha un attacco forte, deciso e squillante, tanto quanto piegando leggermente il plettro sa tirare fuori note morbidissime. Insomma, davvero sorprendente. Non ho il tempo di riflettere su cosa la faccia suonare così. Credo di conoscere i miei limiti, ma uno strumento così ti ci porta sempre vicino, andando a esplorare zone sonore tra il chiaro e lo scuro, che non credevi fosse possibile trovare in così poco tempo. Mi ripeterò, ma dopo tanti strumenti provati, elementi come la velocità del suono, la reattività dello strumento e il potere di adattamento alle proprie mani, diventano un chiodo fisso ogni volta che si prova una chitarra… e gli strumenti come questo sono più unici che rari.
Un grazie a Prina Strumenti Musicali, che mi ha affidato in prova questo gioiello che dà la sensazione di un giro su una cabriolet con capelli al vento. Uno strumento deve farti suonare bene e questa L5 oggettivamente è in grado di farlo. È un lusso che si paga, ma nel genere per cui è destinata (jazz, bebop, swing…) è davvero una chitarra senza limiti. Ripenso a quei cinque minuti passati con questa bomba sexy nel look e nel suono e so che chitarre del genere regalano momenti indimenticabili. Sono sicuro che anche fra tanti anni mi ricorderò perfettamente di averla incontrata a SHG 2012. Cento di questi giorni all’L5 del centenario!