Un bassista, premetto molto modesto ma fenderista convinto, come me ( ho sempre considerato la Fender come origine della chitarra basso a scala 34 pollici, cioè con il Precision Bass del 1951 di cui posseggo la prima riedizione ufficiale, del 1968, chiamato Telecaster Bass ), con gli anni ( e ne sono passati dal 1968! ), non poteva non cercare un'alternativa a questo marchio, visto che di 30 pollici bisogna per forza fare riferimento a Gibson ed Hofner, ne ho avuto per 13 anni il modello EB 0 della prima ed ho il famoso Violin Bass 500/1 della seconda, ma è anche il quarto esemplare di quest'ultimo basso che possego, ed è datato 1967. Però tutti noi "strimpellatori", a fine anni 60's, sentimmo parlare di un nuovo marchio dal nome "spagnoleggiante", la Ibanez e scoprimmo trattarsi invece di un marchio giapponese. Io ne comperai uno dei primi bassi importati nel 1969, che era la versione, ma a forma SG, dei bassi Teisco dell'ultimo periodo, identici in tutto salvo che nella forma del body, legata molto probabilmente alla moda del momento ( vedi immagine sottostante), ma avevano già le meccaniche posizionate 3 + 1 ( le palettine delle meccaniche Ibanez erano a forma di trifoglio ed abbastanza affidabili ), soluzione adottata in seguito dalla Music Man, la scala lunga ed una buona resa come pickups, che ricordavano molto i P 90 per basso, utilizzati nel 1973 per il basso Gibson Ripper; eccovene alcuni simili:
All'epoca la curiosità prese il sopravvento e scoprii così che Ibanez altro non era se non un marchio sotto cui l'azienda giapponese " Hoshino Gakki Co.LTD." produceva chitarre e bassi, sia elettrici che acustici, mentre usava il marchio Tama per le batterie e percussioni. Scoprii inoltre che, agli inizi del novecento, la Hoshino Bookstore di Nagoya, che era una delle più grandi e fornite librerie dell'intero Giappone, iniziò a produrre anche strumenti musicali di vario genere come organi a pedale, flauti ed anche di altri tipi, con il solo scopo di poterli vendere insieme agli spartiti, nel proprio reparto musicale; anzi il giovane Yoshitaro Hoshino, a soli 27 anni di età, decise di fondare la Hoshino Gakki Ten nel 1908, che nel 1929 iniziò ad importare chitarre classiche di produzione spagnola, le Salvador Ibáñez, strumento che in seguito iniziò a produrre per conto proprio, mantenendo il nome "Ibanez", vistone la crescente richiesta in loco. Svelato l'arcano mistero sull'origine del nome del marchio, passai alla storia industriale e scoprii che nel 1966 la Hosino decise che era più costoso effettivamente comprare le sue chitarre elettriche da fornitori che farle in proprio e cominciò così la produzione sul posto con l'incarico dato alla ditta Fuji-Gen Gakki, nella non lontana città di Matsumoto, con alcune maestranze provenienti anche dalla Teisco di Toyoshina, gloriosa ditta che era diventata proprietà della Kawai. Tra i primi modelli di chitarra e basso prodotti dalla Fuji-Gen Gakki ( non dimentichiamoci che la ditta produsse anche le prime Squier made in Japan, ad inizio anni 80's ) vi furono, nel 1969 la chitarra modello 2020 e nel 1970 il basso 2030, da cui si dice sia iniziata poi l"Era dei Cloni" o copie, che durò per tutto il decennio relativo agli anni 70's, con ottime produzioni ancora oggi ricercatissime ed immesse proprio sul mercato ( a prezzi ragionevolmente popolari ) nel tristemente periodo dei "Tempi Bui" delle due "Brand Statunitensi" più blasonate. Personalmente ne ho posseduti tre di questi cloni, due chitarre ed un basso, ma eccovi di seguito prima le immagini relative alla chitarra Ibanez 2020 ed al basso Ibanez 2030, più le foto delle mie cloni, cioè la doppio manico clone della Gibson EDS-1275, la seconda clone della Gibson ES 335 a cui sostituii i pickups con dei Di Marzio e le meccaniche con le Schaller, più una foto della pagina del catalogo relativa al basso clone Gibson Les Paul Custom, Black Beauty con hadware Gold, tutti con la I maiuscola in corsivo e quasi chiusa a formare un ellisse verticale ( simbolo poi universalmente riconosciuto del periodo ed oggi sono in molti a cercarle, specialmente i cloni Les Paul e Jazz Bass ) : In totale ne ho posseduti 9 di chitarre e bassi elettrici Ibanez ( oltre a quella oggi in mio possesso ), di cui 5 bassi e 4 chitarre, ma non me ne sono mai fatta mancare almeno una, preferendo poi sia le semiacustiche ed acustiche, sia chitarre che bassi, ma molto di più le chitarre hollow-body da jazz, queste poi le hanno sempre sapute fare in Ibanez ( ho posseduto la AEJ-70 ed ora ho la AF-85 VLS, ma vorrei potermi permettere la George Benson GB10 ). L'unica delusione, ma premetto solo a mio modestissimo parere e gusto personale, è stato il modello di basso Ibanez all'epoca più costoso che ho posseduto nel 1983, cioè il Musician 940 freetless ( del fretted invece ne parlano bene, era il Musician 924 ed era offerto anche color "Polar White" ), mentre mi sono trovato discretamente bene sia con i due vecchi modelli succitati, che con i due Roadstar, modelli RB924 ed RD650, onestissimi strumenti offerti ad un prezzo più che abbordabile; eccomi ad una festa di pensionamento in FS nel DLF di Napoli con l'RB924 : Ripeto oggi ho, della Ibanez, l'ottima chitarra hollow-body da jazz AF-85 VLS ed il pedale, insostituibile per me, Tube Screamer TS 9, certo non mi sognerò mai di comperare una buona solid body rockettara o peggio ancora heavy-metal, che costicchiano pure abbastanza, ma di pedali Ibanez vintage ne ho avuti 4, di cui i primi due a sinistra andati "dispersi" in una serata ad un "Veglione di Capodanno" di circa 30 anni fa, anatema su chi fu.... come pure sull'ex cantante e molto di più "ex-amico" Benito, che mi carpì la double neck SG con un inganno e contrattando uno scambio alla pari, promessa mai mantenuta, ma ci conoscevamo da una vita e mai me lo sarei aspettato, seppi che tentò anche di metterla in vendita in un negozio di un altro amico, poco dopo :
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