Ha le strisce, ma non è una zebra, bensì la RG degli Elii con un nuovo manico in acero e un'elettronica riveduta e corretta. La Cesareo Signature conta ora su una coppia di pickup DiMarzio miscelati in cinque posizioni differenti."
Non mi piace fare il negoziante, quello che va in tour con quattordici chitarre. Nel mio caso poi sarebbe stupido: conosco benissimo la mia chitarra, so che cosa ci posso tirare fuori." Abbiamo pensato che sarebbe stato interessante conoscere anche noi la chitarra di Cesareo, ma non ci siamo certo dimenticati di presentarla a voi. Ecco quello che abbiamo spremuto con Michele Quaini dalla zebra del chitarrista degli Elio E Le Storie Tese.
La terza generazione della signature dedicata a Davide Civaschi, in arte Cesareo, segna un netto cambiamento rispetto alle serie precedenti e non solo per quanto riguarda la colorazione. La base di partenza della vecchia RGTH57 era infatti una RGT, chitarra con corpo in mogano, manico in cinque pezzi di noce e acero thru-body, dal suono grosso e con un sustain molto evidente.
La RGH57 invece, come si può facilmente intuire dalla sigla, è realizzata partendo da una RG.
È made in Indonesia, con
manico Wizard III e non Prestige. I legni utilizzati sono quelli che ormai conosciamo bene e che compongono gran parte della RG Series. Il
manico in tre pezzi di acero è avvitato al
body in tiglio. A differenza dei modelli signature precedenti, anche
la tastiera è in acero. Probabilmente la scelta, oltre che essere dovuta alle caratteristiche sonore, è mirata anche a migliorare l'abbinamento con il bianco che compone gran parte della grafica H57, che da sempre caratterizza le chitarre nipponiche di Cesareo. La grafica appunto è in una veste tutta nuova, bianca e nera, con il logo H57 nella parte bassa del body e la manina heavy metal sulla paletta anch’essa bianca, vera e propria firma sullo strumento.
Se la fattura, rispetto al vecchio modello, ha permesso di risparmiare un po' di euro in produzione, questi sono stati recuperati sostituendo in toto la parte elettronica.
In effetti era davvero brutto vedere montati sulla RGTH57 la coppia di Infinity super economici. Soprattutto perché, trattandosi di un modello signature, uno si aspetterebbe di avere potenzialmente tra le mani lo stesso suono del suo guitar hero di riferimento. Sulla nuova H57, Ibanez ha scelto di montare gli stessi humbucker scelti dal Civas. La coppia di Di Marzio, zebrati manco a dirlo, è composta da un
Air Norton al manico e un
Tone Zone al ponte. Questo abbinamento è diventato un grande classico per il marchio americano, come JB e ’59 per Seymour Duncan.
La scelta per il ponte è ricaduta su un Edge III, senza sistema Zero Point System che permette di di bloccare il ponte per lavorare solo in compressione e non in estensione, feature probabilmente poco apprezzata dal proprietario del progetto.
Per forza di cose le caratteristiche timbriche dello strumento differiscono da quelle della RGTH57, anche se non in maniera disastrosa. La tastiera in acero sicuramente aumenta la brillantezza del sound in generale, regalando una buona dose di presence.
Il vecchio modello probabilmente era inficiato anche dalla scelta dei pickup abbastanza scuri e poveri di alte e medio alte. Tone Zone e Air Norton li conosciamo.
Il primo è un Paf Pro sotto steroidi, con un sound brillante, ma non in maniera esagerata. Garantisce corpo soprattutto nelle distorsioni.
L'Air Norton invece, grazie alle basse belle in evidenza, permette di sfoderare un buon timbro sia per qualche lick bluesy sia per un clean un po' nasale e jazzy.
Le possibilità offerte dal selettore a cinque scatti non sono da sottovalutare. In posizione centrale troviamo gli humbucker in coppia, mentre al secondo scatto l’Air Norton è collegato in parallelo e nella quattro i due magneti sono splittati.