di SteGer [user #3922] - pubblicato il 16 gennaio 2014 ore 18:29
Caro Diario, E’ ormai dal mese di Agosto del 2013 che suono con ampli, cavetto e chitarra. Complice un trasferimento in una casa un po’ più piccola, non ho potuto portare con me la pedaliera che con non pochi sforzi (anche fisici!) ho assemblato. Questa consta di un flight case con ben dieci pedali più footswitch, alimentatori e ciabattame vario (i miei piccoli lettori più curiosi possono vederla in un mio vecchio articolo) ed attende che si liberi un po’ di spazio nella nuova dimora per essere calpestata. La mancanza di cotanta ferramenta mi ha posto di fronte all’atroce evidenza che in me da qualche anno a questa parte il virus degli effetti ha preso il sopravvento sulla musica. In pratica le mie serate chitarristiche passavano ruotando manopoline alla ricerca del suono perfetto a discapito della voglia di far musica. In questi mesi di austerità chitarristica ho imparato a sfruttare al meglio il mio amplificatore, le mie chitarre e le mie dita ed anche le mie abiltà chitarristiche ne hanno giovato fortemente. Il mio suono era già sotto le mie dita, in una bella chitarra ed in un ottimo amplificatore. Al momento ho messo tra chitarra e ampli gli effetti in foto e sento che sono pure troppi. Sono arrivato alla conclusione che la soluzione del mio problema è nell’equazione: Molte manopole=poca musica.
Per la cronaca, uso principalmente Fender Stratocaster (ne ho due con diverse configurazioni) ed all’occorrenza una Gibson Les Paul Standard per quando ho bisogno di più spinta. L’ampli è un Marshall JCM900 che uso così: Canale A: Pulito ma non troppo (solo qualche macchia di sugo). Canale B: Leggerissimo crunch che diventa distorto con il TS9. Tutte le sfumature intermedie si ottengono con le mani e i volumi delle chitarre. Per ora sono contento così.