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Intervista a Lorenzo Rizzi e Gabriele Ghelfi di Tune Your Studio
Intervista a Lorenzo Rizzi e Gabriele Ghelfi di Tune Your Studio
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Molte volte la corretta configurazione e il corretto trattamento acustico di una stanza vengono trascurati creando non pochi probemi in termini di ascolto e registrazione di uno o più strumenti. Allo stesso tempo, improvvisarsi esperti nel settore per poi finire ad appendere le cartelle delle uova al muro, può portare a risultati disastrosi. Abbiamo posto alcune domande all'Ing. Lorenzo Rizzi e all'Ing. Gabriele Ghelfi di Tune Your Studio con lo scopo di approfondire l'argomento affrontato dal punto di vista di un'esperto.

Da cosa nasce l'idea di creare Tune Your Studio?
Tune Your Studio nasce da una verità tecnica spesso dimenticata: la stanza nella quale suoniamo, mixiamo o ascoltiamo musica è - a tutti gli effetti - uno strumento musicale e come tale, ha bisogno di essere accordata. Così come non ci presenteremo mai sul palco con una chitarra scordata, allo stesso modo non possiamo sottovalutare l'importanza che la risposta acustica di un ambiente assume sul nostro modo di percepire i suoni in un ambiente chiuso.

Quali sono le competenze che il vostro team è capace di ricoprire?
In 15 anni di esperienza e con centinaia di studi di registrazione analizzati e progettati, il team dello studio SuonoeVita che si occupa di Tune Your Studio, è in grado di soddisfare a 360 gradi le possibili esigenze legate alla realizzazione e ottimizzazione di un ambiente dedicato alla musica. Dall’isolamento acustico per impedire la trasmissione sonora verso l’esterno, alla progettazione del trattamento acustico fino alla misura delle caratteristiche della risposta acustica della stanza. Eseguiamo inoltre tutte le perizie chieste dai comuni e dagli avvocati. Le esigenze e il budget di ogni nostro cliente vengono analizzate nel dettaglio insieme a lui e così possiamo offrirgli un servizio tecnico tarato su misura.

Nello specifico, quali sono i servizi che offrite?
Il servizio Tune Your Studio si articola in tre diverse varianti. La prima è TYS PLUS per ambienti già esistenti che necessitano di migliorare le proprie caratteristiche acustiche. Partendo dalla misura della risposta all’impulso della stanza (che potrà anche essere eseguita a distanza dal cliente), si procede all’analisi dello stato di fatto e alla realizzazione del progetto di correzione e trattamento acustico. La seconda variante è TYS CUSTOM che invece si occupa della progettazione di un ambiente partendo da zero. Con questa soluzione si partirà dalla scelta delle dimensioni della stanza, passando per eventuali opere di insonorizzazione, fino alla cura del trattamento dell’acustica interna. TYS PRO si rivolge a un’utenza professionale e utilizza un metodo di misura estremamente avanzato. Tale servizio viene offerto in collaborazione con lo staff del prof. Angelo Farina dell’Università degli Studi di Parma.

Intervista a Lorenzo Rizzi e Gabriele Ghelfi di Tune Your Studio

Quali sono gli strumenti che utilizzate per effettuare le analisi?
Lo strumento principale per l'analisi dell'acustica interna di un ambiente è la sua risposta all'impulso, ovvero quel segnale che contiene tutte le informazioni spettrali e temporali dell'ambiente analizzato. Lo staff dello studio ha nel corso degli anni sviluppato una serie di algoritmi pensati ad hoc per l’analisi degli ambienti dedicati alla musica. Vengono affiancati a strumenti tradizionali come l’analisi spettrale mediante FFT (Fast Fourier Transform) o l’analisi tempo di riverbero, soluzioni innovative legate allo studio della distribuzione dei modi di risonanza e ai loro decadimenti temporali, all’analisi statistica del campo sonoro e l’analisi riflessometrica. Tali strumenti sono documentati in una serie di articoli scientifici pubblicati presso l’Audio Engineering Society, scaricabili dal sito e consentono di approfondire nel dettaglio il comportamento acustico della stanza, in particolare nella delicata area delle basse frequenze.

Quali sono gli errori più comuni che vengono fatti da chi si improvvisa nel trattamento acustico di una stanza?
L’errore più comune che ci capita di incontrare è il pensare che la soluzione dei problemi acustici in bassa frequenza possa essere risolta completamente con pochi interventi di trattamento acustico generico o con “miracolose” soluzioni mediante software di correzione digitale. In ambienti piccoli spesso non è così e la soluzione di tali problemi richiede interventi molto mirati. Un altro errore comune è sottovalutare l’importanza della simmetria della stanza: ciò che viene “visto” da un altoparlante deve essere il più possibile simile a quanto viene “visto” dall’altro al fine di non creare sbilanciamenti nell’immagine stereo.

Vi è mai capitata una situazione veramente complessa da gestire?
Ci è capitato di analizzare una situazione molto complessa da gestire nella realizzazione di un personal studio di un noto cantante italiano. La stanza era al piano seminterrato della sua abitazione, era parzialmente impegnata da un vocal booth che occupava buona parte dello spazio a disposizione, ma soprattutto presentava una volta a botte che creava effetti di focalizzazione delle riflessioni sonore. Queste si traducevano in forti effetti di amplificazione a particolari frequenze legate alle dimensioni della volta. Per poter migliorare la situazione è stato necessario un accurato disegno del trattamento acustico sul soffitto in modo da impedire la formazione di tali effetti di focalizzazione.

Nella definizione di un ambiente, quanto è importante sapere quali sono gli strumenti che verranno suonati al suo interno?
Conoscere la destinazione d’uso di una stanza dedicata alla musica è fondamentale per poter decidere quali interventi di trattamento acustico effettuare. La sala prove di un gruppo acustico ha esigenze diverse da uno studio di registrazione dedicato a produzioni hip hop e queste sono diverse da chi suona il rock. Questo si riflette in scelte differenti sulla quantità e sulla tipologia di trattamento acustico per rendere l’ambiente più vivo o acusticamente più controllato. E’ sempre importante curare la posizione degli strumenti e degli altoparlanti. Particolare importanza viene sempre data alle richieste specifiche del cliente che riflettono i suoi gusti musicali o le sue abitudini lavorative.

Intervista a Lorenzo Rizzi e Gabriele Ghelfi di Tune Your Studio

Quanto conta la scelta dei materiali per il trattamento acustico della stanza?
Nel trattamento acustico di una stanza non è necessario focalizzare l’attenzione su un particolare materiale. Circolano diversi falsi miti sulle proprietà di alcuni materiali tradizionalmente usati per il trattamento acustico. Ciò che è fondamentale, è capire che la correzione acustica si attua attraverso una combinazione di diversi materiali con caratteristiche acustiche differenti in grado di lavorare su diversi range di frequenza. Tale combinazione non può essere generica o fornita tramite kit preconfezionati, ma deve essere “accordata” sulla specifica risposta della stanza. Il bello della correzione acustica è che si può ottenere molto usando materiali molto poveri, comprati direttamente dai rivenditori di materiali per l’edilizia.
 
Quali sono i punti fondamentali che chi intende trattare acusticamente il proprio studio deve tenere a mente?
In primis è necessario acquisire consapevolezza sul fatto che la fisica acustica degli ambienti molto piccoli (sotto i 30 m2 di superficie in pianta) impone dei limiti possono essere difficili da superare del tutto. Spesso risulta essere più efficace (ed economicamente vantaggioso) conoscere nel dettaglio la risposta di un ambiente per poter agire in modo consapevole, per esempio, nelle fasi di mixaggio e di editing.
È fondamentale abituarsi a considerare la stanza e il sistema di ascolto utilizzato come un sistema unico che si influenza reciprocamente: tralasciare la componente acustica potrebbe rendere vano l’investimento fatto su una coppia di monitor molto performante.

Spesso viene fatta una gran confusione tra i termini "fonoisolamento" e "fonoassorbimento". Possiamo fare chiarezza una volta per tutte?
Purtroppo questi termini vengono continuamente confus,i ma appartengono a due rami dell’acustica differenti. Parliamo di fonoisolamento quando l’obiettivo è quello di ridurre il più possibile le trasmissioni sonore generate da un ambiente (una sala prove, uno studio di registrazione) verso l’esterno o verso gli ambienti confinanti o viceversa. Questo aspetto diventa fondamentale se l’ambiente in questione si trova vicino a un altro appartamento, in particolare se si è intenzionati a utilizzarlo anche nelle ore notturne perché la legge Italiana è motlo severa con chi fa musica.
Parliamo invece di fonoassorbimento quando vogliamo migliorare le caratteristiche acustiche interne di un ambiente, intervenendo sulla quantità di riverberazione presente e andando ad agire, con trappole acustiche appositamente studiate, sui possibili problemi di risonanza in bassa frequenza.
 
musica e lavoro
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Tune Your Studio
SuonoeVita
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