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I microfoni: tipi e tecniche costruttive
I microfoni: tipi e tecniche costruttive
di [user #45705] - pubblicato il

Nel mondo della registrazioni si usano diverse tecniche costruttive per realizzare i microfoni. In questo articolo vedremo quali sono, le loro caratteristiche, pregi e difetti.
I microfoni dinamici
La tecnica costruttiva più semplice e più utilizzata: si tratta dello stesso principio usato per costruire i coni delle casse ma utilizzato al contrario. La membrana, un sottile strato composto da diversi materiali leggeri su cui impatta l’aria mossa dalla sorgente sonora, è attaccata ad un avvolgimento elettrico immerso in un magnete. Lo spostamento dell’avvolgimento genera una tensione che viene poi trasmessa attraverso il cavo al preamplificatore.
Sono microfoni passivi, cioè non hanno bisogno di corrente elettrica per far funzionare il circuito elettrico, è una tecnica costruttiva abbastanza economica, sono molto resistenti e sopportano alte pressioni sonore.
Proprio per la loro resistenza agli urti sono molto utilizzati nei concerti live e grazie alla resistenza alle alte pressioni sonore sono spesso usati vicino a fonti dal grande impatto sonoro, come il rullante della batteria o gli amplificatori per chitarra.

Classici modelli dinamici: I microfoni a condensatore
I microfoni a condensatore oggi sono molto diffusi e si possono trovare in tutte le fasce di prezzo. Nei microfoni a condensatore la membrana è costituita da un condensatore che cambia la sua capacitanza elettrica in base all’aria che colpisce la membrana stessa. I microfoni a condensatore utilizzano dei circuiti attivi che hanno bisogno di corrente elettrica per funzionare, proveniente o da una batteria o dal preamplificatore: la famosa phantom power, indicata nei mixer e nei preamplificatori anche come +48 (volt).
Sono molto più delicati dei microfoni dinamici ma hanno un dettaglio maggiore e una risposta molto più accurata ai transienti. Sono molto utilizzati in studio di registrazione per riprendere vari strumenti soprattutto dove c’è bisogno di una risposta in frequenza più accurata. Essenzialmente si dividono in microfoni a condensatore a diaframma largo e a diaframma stretto: i primi più colorati con una buona risposta sulle basse frequenze mentre i secondi più fedeli grazie al diaframma più piccolo e più veloce.
 
Classici modelli a diaframma largo:
Classici modelli a diaframma stretto:
I microfoni a nastro
Ultimamente c’è stato un vero e proprio revival dei microfoni a nastro e in commercio ora se ne possono trovare diversi. Si tratta di una tecnologia costruttiva molto usata in america negli anni ’50 ma poi quasi abbandonata. Sono costituiti da una lamina metallica corrugata (ribbon) che funge da membrana, immersa in un campo magnetico.
Sono microfoni molto delicati, possono essere danneggiati da una pressione sonora molto elevata e dalla phantom power. Se usati per riprendere le voci è obbligatorio il pop filter altrimenti le plosive prodotte possono rompere la membrana.
La risposta in frequenza è limitata sulle alte frequenze ma sono molto veloci. Sono molto usati per riprendere gli amplificatori per chitarra elettrica, gli ambienti della batteria, a volte le voci.
 
Classici modelli a nastro:
  • Royer Lab R121
  • RCA 44 e 77 dx
  • Coles 4038
I microfoni a carbone
è una tecnologia quasi del tutto abbandonata ma negli ultimi anni alcuni piccoli marchi stanno riproponendo questi microfoni per chi cerca sonorità vintage e particolari: è composto da due piastre metalliche separate da dei granuli di carbone; una membrana funge da diaframma che colpito dall’aria esercita una pressione sui granuli di carbone variando la resistenza elettrica tra le piastre. Con l’umidità il carbone può condensarsi impedendo il corretto funzionamento, basta scuoterlo per tornare ad utilizzarlo. Da qui arriva l’usanza di “dare una botta” agli apparecchi elettronici quando non funzionano!
è il classico microfono che potete trovare dentro la cornetta dei vecchi telefoni grigi della SIP (la vecchia Telecom).
Tra le ditte che ripropongono in chiave moderna questo classico cito d’obbligo il Carbonephone della Placid Audio. Ascoltate gli esempi sul sito per farvi un’idea di cosa può fare questa vecchia tecnologia.
 
I microfoni piezoelettrici
Questo tipo di microfoni usano le proprietà piezoelettriche dei materiali (cioè che producono un voltaggio elettrico quando sottoposti ad una pressione) grazie alle quali riescono a convertire le vibrazioni in segnale elettrico. Sono molto usati come microfoni da contatto per gli strumenti acustici, li potete trovare nella maggior parte delle chitarre acustiche amplificate ad esempio.
microfoni recording tecniche di registrazione
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