Avevo quasi deciso.
Ero quasi sicuro di lasciare le pelli ai miei piccoli eredi, e di concentrarmi solo più sulla sei corde.
E quindi vai di chitarre sgrause, tenute insieme con lo scotch, fino alla Tele e valvolari, esercizi su cd portati con me nei miei viaggi di lavoro (senza chitarra, esercizi quasi di air guitar). Piccoli miglioramenti, e vai, nonostante l'età non più adolescenziale si riesce comunque a migliorarsi.
E poi.
E poi vedo lei, bianca, con quel nome che dal '96 riempe i miei sogni di batteraio. Yamaha Stage Custom. Pura betulla.
Un suono bellissimo, pieno, rotondo, che si pone teoricamente ad un livello intermedio ma che per me è così bello che supera concorrenti più blasonate. Imbattibile dal vivo, non male registrata, rimasta per tanti anni in un angolino nella lista dei vorrei ma non me la merito, mica suono per campare.
Che dire, mi sono bruciato compleanno e Natale e me la sono portata a casa.
Adesso suoniamo con base, due batterie ed una vocina, oppure chitarra batteria e vocina, e siamo la famiglia più chiassosa del paese.
Adesso il cd degli esercizi nel portatile tiene compagnia alle bacchette con pad. Addio Netflix in albergo... |