Quando fummo attaccati dal virus della "Chitarro-Dipendenza acuta" poi diventata cronica e che qualcuno chiama GAS, Guitar Addiction Syndrome, cioè a metà degli anni 60s dello scorso secolo, anni che vengono chiamati "Anni Beat", noi ragazzi, poco più che adolescenti, cercammo di procurarci gli strumenti e gli amplificatori che riuscivamo a comperarci con le nostre misere paghette e risparmi vari accumulati, anche perchè in pochi avemmo l'aiuto dei genitori che vedevano in questa nostra nuova attività un pericolo che ci avrebbe portato chi sa dove, vedi fenomeno "Capelloni" ed i primi "Sballi" propagandati da una stampa poco informata. Invece no, questo nostro hobby ci è rimasto dentro nella mente e molti ne hanno tratto un aiuto a formarsi uno scopo nella vita, anche per superare i momenti bui che il tempo gli aveva riservato. Ricordo poi con nostalgia le "Baracche Infami" che abbiamo usato i primi tempiper amplificare i nostri strumenti, qualche volta sfidando il pericolo di una scossa elettrica perchè le radio ed i giradischi avevano quasi tutti la massa collegata ad uno dei cavetti d'alimentazione per evitare fastidiosi rumori di fondo e mi ritenni già fortunato perchè riusci a reperire invece un amplificatore valvolare Geloso, modello G 221, dalla potenza di 12 W con 2 X 6V6 in finale, stesso modello che sono poi riuscito a ritrovare anni fa, nella versione alimentabile anche con la batteria delle automobili, però mi è toccato restaurarlo cambiando ponte raddrizzatore, condensatori elettrolitici ed il commutatore a 6 vie 3 posizioni. Quando riuscimmo a guadagnare qualcosina, ci comprammo i primi veri amplifiicatori per strumenti musicali, io comperai per lire 40mila un Baby Bass della Davoli, anch'esso della potenza da 12 W con le 2 X ECL 82 in finale ed uno speaker della Melody CIARE da 10 pollici montato inclinato a 45° in basso, il glorioso M250 32 C di cui feci il mio primo articolo anni fa.
Usavo un basso Framus modello Star Bass ad un pickup, che non sono più riuscito a ritrovare (però un 3 anni fa in un negozio mi vendettero un modello superiore ance della Framus, ma solid body, lo Strato Star Bass ed era identico a quello che usava nel 1963 il bassista dei Nomadi) ma ridotto malissimo. Con il tempo, cioè ad inizio anni 70, passammo a Fender, Gibson, Rickenbacker, Gretsch e ci dimenticammo delle nostrane EKO, Meazzi, Galanti, Zero Sette ecc. cosa che facemmo anche con le germaniche Framus ed Hofner acquistate qualche anno dopo e che all'epoca ci parvero già una notevole conquista. Ora che siamo invecchiati, io almeno, e dopo che sono riuscito a collezionare quasi tutti gli strumenti che all'epoca non mi potevo permettere (me ne mancano giusto 2 o 3), mi sono messo a ricercare (ed in parte trovare) gli strumenti che consideravamo poveri di quei nostri 16-20 anni, compreso però una chitarra con amplificatore valvolare da 3 W Harmony nel case e di cui allora non sapevamo nemmeno l'esistenza, una Silvertone del 1961, in pura masonite e dotata di un pickup Lipstick, spartana nella realizzazione ma a cui fanno la corte in molti. Di quelle di allora, cioè le prime possedute, me ne mancano 3: una Hollywood Meazzi comperata usata nel 1967,dotata di amplificatore a transistors da 2 W montato nella cassa armonica, alimentato da due batterie piatte da 4,5 Vcc, ne ho vista esposta mesi fa una solo con pickup diverso in una vetrina di un negozio famoso a Napoli, ma mi è stato detto che non era invendita, poi la compianta prima chitarra comperata nuova a lire 30mila nel 1968, una Lap Steel Hofner modello 111, venduta l'anno dopo per comperarmi un basso Hofner modello 185 solid body, ed il mio primo basso elettrico, un EKO modello 1100/MB/2 madreperlato bianco e nero sul retro, comperato dal fratello di un mio compagno di classe a lire 11mila nel 1967. Eccole le mie prime chitarre di cui 2 le ho trovate la Framus modello 5/130 ma di un altro colore, e la Hofner Galaxy modello 176, recuperata ad Ercolano dopo 30 anni anzi è proprio lei, sia il colore che le botte corrispondono :
Nell'immagine d'apertura ho inserito anche il mio Binson Echorec P.E.603 T, a Rack, trovato nuovo su uno scaffale in alto nascosto alla vista ed ancora inscatolato, compreso foglio d'istruzioni, in un negozio a Latina, circa 20 anni fa, però è il 5° che ho posseduto e l'unico che ho ancora, dopo altri 4 del modello Echorec 2 color verde-oro che ho resuscitato nel corso dela mia carriera da tecnico riparatore, comunque da considerare non tanto povero ma l'ho inserito solo perchè risalente a quel periodo, più alcuni dei pedali vintage che posseggo, ma dalle dimensioni da "cassetto del comò", FBASS. |