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Bigsby: lingerie sexy per Les Paul
Bigsby: lingerie sexy per Les Paul
di [user #910] - pubblicato il

Esistono di sicuro ponti più efficienti e discreti, ma è difficile resistere al fascino del Bigsby. Il nostro lettore Oliver ne ha montato un modello economico e racconta tutti i pro e il contro del caso, utili per chi vorrà fare lo stesso.
Mi è venuta la voglia di mettere il Bigsby a una delle mie LesPaul.
Per puro capriccio, perché è sexy.

Trattandosi di un capriccio non mi è sembrato il caso di andare sull'originale, che costa parecchio, e mi sono accontentato di qualcosa di molto economico e semplice da ottenere. Assieme al "Bigsby" ho ordinato anche un ponte con le sellette roller, secondo me indispensabile se si vuole mantenere una parvenza di accordatura usando la leva.

Bigsby: lingerie sexy per Les Paul

Il tutto mi è stato recapitato in pochi giorni ed è costato poche decine di euro (una sessantina, circa).
Dato che il solo vibrato originale costerebbe quattro volte tanto, ci si chiederà quali siano le differenze, che ovviamente ci sono. Ed è principalmente questo il motivo dell'articolo.

Dal punto di vista funzionale, perlomeno per quanto ho potuto constatare, non cambia molto: il Bigsby nasce con una serie di "difettucci" che lo hanno da sempre reso un po' scorbutico e problematico.
Ingombrante e invasivo, comporta interventi irreversibili (leggi: praticare diversi buchi sull'amata chitarra) a meno di non utilizzare un intelligente - ma abbastanza costoso - sistema che permette di fissare tutto utilizzando gli attacchi originali dello strumento: il Vibramate. Qualcuno dovrebbe spiegarmi perché un accessorio (il Bigsby) che costa di listino più di 200€ non possa essere costruito già in partenza per consentire un'applicazione... indolore e reversibile.

A livello progettuale non è esattamente un gioiello di ingegneria: le parti mobili, il percorso delle corde, l'utilizzo di un solo "mollone" che sopporta tutta le tensione delle corde determinano un dispositivo dal funzionamento non proprio precisissimo, decisamente capriccioso e abbastanza seccante da regolare e assestare. Chi ha provato a cambiare le corde anche solo una volta sa cosa intendo. Non è nemmeno comodo da adeguare alle proprie esigenze: la posizione della leva è determinata dalle caratteristiche della molla e solo cambiando quest'ultima con una più corta o più lunga, o di diversa durezza, si può cercare di ottimizzarne il funzionamento.

Sempre moderato, in ogni caso: niente smanettate eccessive. E non è garantito che poi ritorni esattamente nella stessa posizione (per correttezza va detto che vanno poi di mezzo anche il capotasto e le meccaniche).

Fin qui l'originale e la copia sono molto simili.
Ma la differenza vera, sostanziale, della quale oltretutto non si trova mai menzione, è un'altra: il peso!
Il Bigsby originale è costruito principalmente in lega di alluminio, e questo determina un peso finale (nel caso della versione B7, come quella che ho installato) di circa 350g. Non pochissimo, ma niente in confronto al peso della copia, che non è in alluminio: 650g!
Va tenuto in debita considerazione, in particolare se lo si intende installare su una Les Paul di quelle "pesanti".

Premesso questo, devo dire che ci sta benissimo.
Non sarà pratico, sarà retrò, sicuramente non piace a tutti, ma aggiunge un tocco romantico e decisamente sexy.
Una specie di... reggicalze per chitarra.
bigsby chitarre elettriche gibson gli articoli dei lettori hardware les paul
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