di redazione [user #116] - pubblicato il 19 novembre 2021 ore 09:00
L'ukulele è uno strumento che sta vivendo un momento magico. Rappresenta una corsia preferenziale per cominciare a suonare e avvicinarsi in maniera facile alla musica. Offre un diversivo sonoro e stilistico alla chitarra con un brio e una leggerezza che conquistano.
My Ukulele è una collana per imparare a suonare l'Ukulele confrontandosi con i classici della musica italiana. Abbiamo intervistato l'autore, Luca Tomassini, "Jontom" nome di riferimento per la didattica di questo strumento.
Ci suggerisci un paio di album che possano sedurci con il binomio voce e UKULELE... facendoci venire voglia di suonarlo?
"Ukulele Songs" di Eddie Vedder è il primo titolo che mi viene in mente. Prima d’allora solo "Facing Future" di Israel Kamakawiwo’ole era riuscito a imporsi diventando un’autentica colonna sonora delle Hawaii. Con il primo abbiamo la voce graffiante di Eddie Vedder che rompe il paradigma di un ukulele scanzonato e a buon mercato mostrandoci un lato più cantautoriale e diretto mentre con il secondo apprezziamo la voce angelica di Israel “Iz”, che con la sua cover di "Over The Rainbow" ci resta scolpita nella memoria da quasi trent’anni.
Visto che parliamo di cantautori italiani, nella tua collana MyUkulele troviamo i tuoi arrangiamenti di De Gregori, De Andrè e Gaetano. Quale di questi ha una scrittura ritmico/armonica che hai trovato più stimolante trasferire sull’UKULELE?
Tutti i volumi danno un’idea delle reali potenzialità di un ukulele anche attraverso armonizzazioni e ritmiche da “chitarra acustica” ma dovendo sceglierne uno, probabilmente De Gregori è stato quello che mi ha offerto più spunti nel trovare nuove posizioni armoniche in linea con la melodia originale, senza necessariamente comprometterne l’accessibilità.
Questi libri - editi da Hal Leonard Europe - presentano testi e schemi degli accordi, indicazioni per lo strumming o il fingerpicking. Sono quindi molto di più di semplici “Canzonieri con gli Accordi”. Sei d’accordo nel considerarli anche testi didattici? Un principiante assoluto potrebbe partire proprio da uno di questi volumi? In caso contrario, quali le capacità di base richieste per affrontarne lo studio?
Nella mia testa questi sono veri e propri “album su carta” perché non trattano schemi da seguire ma canzoni da suonare. Cominciare a studiare su uno di questi libri vuol dire ottenerne una in cambio, molto più coinvolgente di una semplice base, su cui potersi esercitare, affezionare e crescere. Se poi consideriamo che quasi tutti abbiamo cominciato a suonare per emulazione, è assolutamente corretto pensarli come materiali didattici e cominciare a suonare anche noi sin dalle prime battute! L’unico requisito che chiedo è la costanza nell’apprendimento di un linguaggio nuovo, quello musicale, e un minimo di manualità.
Quali sono le condizioni sotto le quali non scendere, quando si acquista un primo UKULELE, perché – pure essendo economico – garantisca affidabilità e suonabilità?
Purtroppo nel caso dell’ukulele lo strumento a buon mercato è un problema risaputo perché spesso viene erroneamente equiparato a un giocattolo musicale o un palliativo per quelli che non riescono a suonare la chitarra. Si finisce così per acquistare strumenti intorno ai 30 euro con dei limiti oggettivi, dalla scarsa intonazione al timbro quasi sgradevole, che inevitabilmente dureranno pochi mesi per essere rimpiazzati da strumenti entry level da almeno un centinaio di Euro. D’altra parte non si può nemmeno pensare di poterne investire un migliaio per un buono strumento senza nemmeno sapere come andrà a finire. Un buon compromesso con delle meccaniche in grado di tenere le corde in tensione e una buona tavola armonica penso possa essere un bel biglietto da visita.
Mi piace da morire quando nel tuo sito inviti le persone a “Suonare l’UKULELE con fierezza”! Che intendi?
Ho studiato pianoforte per anni e so dove posso arrivare con quell’estensione sotto le dita. Compongo musica tutti i giorni e conosco quei momenti in cui diventa una “sensazione”. Riuscire a emulare queste cose sulle due ottave di un ukulele non può non essere motivo di orgoglio!