La routine mi annoia, mi uccide se continuo così non ce la posso fare...
Dai, muoviti che sono già le sette, fuori è buio e inverno: gelo e nebbia.
Salto in macchina e parto, un occhiata al termometro sul cruscotto che scende.
Dopo poche centinaia di metri il "beep" del pericolo ghiaccio.
Anche oggi c'è un ambiente surreale: brina e ghiaccio e 'sta maledetta nebbia.
Però guarda, si dirada e comincio ad intravedere le piante, cavolo ho le mani gelide.
Ecco arriva il mio pezzo di strada preferito: svolto e alzo un po' il piede dal gas.
Il torrente però non è ghiacciato, la cascina sbuca con il tetto dalla nebbia che ricopre
la terra nuda e gelata.
Quando arriva il radiogiornale delle 7,30 le notizie diventano un sottofondo sommesso
mentre io guardo nel muro di nebbia.
I miei pensieri vagano a ruota libera, attraverso il piccolo paese e pregusto già il prossimo tratto
di strada.
Sono ancora qui fuori in mezzo al nulla, non si vede un granchè, ma non ho paura.
Sono come a casa qui. La conosco palmo a palmo questa lingua d'asfalto.
Mi ricordo di lui: con il suo inseparabile cappello che gli stampava la forma sui capelli bianchi,
curvo come fosse ancora sui campi.
Con il suo passo lento ed inarrestabile capace di zappare un campo intero senza fermarsi.
Entrava in casa col suo passo leggero che stentavi a sentire e si toglieva il cappello solo per pregare il
Signore.
Con quello sguardo che fissava spesso l'orizzonte e quella pazienza che solo chi ha amato la campagna come lui
può avere.
Le lacrime mi bagnano le lenti degli occhiali: se si dirada un po' la nebbia forse lui è là...
che sogna ancora quelle colline.
Quelle di cui mi parlava spesso quando ero un bambino e che anche a me sembrava fosse il posto più bello del
mondo.
Vorrei che potesse vederla con i miei occhi questa giornata di nebbia e di brina; sulla stessa strada di
ogni giorno.
In una giornata uguale a tutte le altre, ma diventata speciale, adesso vorrei che la strada non finisse mai.
Spengo la radio e mi tengo dentro questa piccola magia.
Lascio scivolare la macchina tra la nebbia ...con la pazienza di solo chi ha amato la campagna come lui,
se ne è andato a far l'erba per i conigli su " quelle colline della Boglia ".
Avevi ragione nonno: adesso sei nel posto più bello del mondo.
Domenica passo a trovarti: chissà come sono cresciuti i tuoi conigli !
...in memoria di mio nonno Pietro.
Paolo.