di brunoritchie [user #11773] - pubblicato il 04 gennaio 2008 ore 15:21
Ieri non è stata la mia giornata di grazia e già a prima mattina si è subito rivelata astiosa.
Sono sull'autobus per Bari. Ho le ginocchia in bocca perchè lo spazio tra i sedili è veramente angusto. Da quanto ho iniziato questo assurdo pendolarismo ho sempre sonno e sono sempre stanchissimo.
Per fortuna anche gli altri passeggeri si sono addormentati: ad un tratto mi accorgo che mi è saltata la zip dei pantaloni.
Immediatamente mi viene in mente il film "Il mostro" di Roberto Benigni e decido di non mettermi ad armeggiare con la patta dei pantaloni, visto che vicino a me ci sono anche delle ragazze giovani e carine che potrebbero scambiarmi per un vecchio maniaco bavoso.
Mi copro alla meglio, sperando di poter rimediare non appena giunto a destinazione.
Giunto in ufficio mi fiondo in bagno, anche perchè è sopraggiunto un inatteso e violento bisogno corporale.
Mi rendo conto che il danno ai pantaloni è irrimediabile: la zip è da sostituire.
Esco per procurarmi ago, filo e qualche spilla da balia (ovvero spingola francese).
Intorno alla sede della mia azienda ci sono solo botteghe gestite da cinesi. Come farsi capire da loro? Boh! Le ho visitate tutte, senza successo: "... tu volele una spina? No qui spine elettriche!"
Vabbè, Bruno! E che pretendi?
Trovo finalmente una merceria e, per la modica cifra di otto euro, mi procuro la trousse completa per poter mettere la classica pezza a colori sui miei pantaloni.
Ritorno nel bagno dell'ufficio per cimentarmi al gioco del piccolo sarto ma ... come è difficile infilare l'ago in penombra!
Non mi sarei mai immaginato quanto sia impossibile cucirsi la patta tenendo i pantaloni addosso e guardandosi allo specchio!
Alla fine ci riesco, più o meno, anche se mi rendo conto che la cucitura non reggerà per molto tempo.
Decido di anticipare l'uscita dal lavoro alle 13.30, anche perchè stasera devo suonare con i Fuori dal Tempo all'Altrolocale.
Prendo al volo l'autobus e torno a casa. Mangiucchio qualcosa che purtroppo mi va per traverso e, mentre mi preparo per il concerto, il mio intestino decide nuovamente di sfogare le sue ire contro di me.
Usciamo tardi di casa, nonostante la nostra intenzione fosse quella di raggiungere la nostra destinazione prima dell'apertura dei negozi.
Purtroppo sono già le 17,10 e la città è già affollata per i saldi di fine stagione: non c'è un solo buco dove poter infilare la macchina!
Dopo aver scaricato gli strumenti sul marciapiede, lasciando mio figlio Fabio a fare la guardia (anche perchè l'Altrolocale è ancora chiuso), inizio il mio triste pellegrinaggio alla ricerca di un parcheggio.
Lo trovo ad un chilometro, dopo una bella mezz'ora e dopo parecchi smadonnamenti.
Penso quanto sarà piacevole rifare quel tragitto, a piedi, in piena notte, con addosso la stanchezza di due giornate di lavoro! Vuoi o non vuoi, un concerto ti tiene occupato complessivamente 7/8 ore.
Il Sound-check si rivela difficoltoso, a causa della scarsa qualità della strumentazione del locale e per le striminzite dimensioni del palco: siamo tutti ammassati. Io sono l'unico fortunato ad avere mezzo metro quadrato tutto per me, anche se con il manico della chitarra insidierò sicuramente la testa dell'avventore più vicino a me.
Abbiamo dovuto portarci una strumentazione molto essenziale e Mimmo ha deciso di utilizzare la batteria del titolare, una vecchia Meazzi Hollywood degli anni sessanta ...
L'impianto voci è potente ma distorce. Gli spinotti dei cavi dei microfoni si sono danneggiati e siamo costretti a "nastrarli" affinchè non si sfilino durante il concerto: tentativo inutile! I nostri poveri cantanti ci hanno dovuto lottare per tutta la serata e il segnale della loro voce andava e veniva.
Tutti sti' contrattempi hanno condizionato sia me che mio figlio. Siamo stanchi, sgonfi e anche un po' distratti. Le sue tastiere si sentono poco e male. Per fortuna, invece, il mio vecchio Music Man 210 dimostra di possedere ancora una bella voce e una buona presenza: rende benissimo. Fortunatamente la mia postazione è comunque la migliore e la più indipendente.
La mia testa vorrebbe fare chissà che, ma le mie dita si rifiutano di obbedirgli. Gli assoli sono tutti frammentari, inconcludenti e imprecisi. Decisamente non mi sto proprio piacendo.
Ad un certo punto prendo una storta all'anulare sinistro durante un barrè affrontato con troppa veemenza (è la seconda volta che mi capita). Termino la serata con il dito anchilosato e dolorante.
Ottima l'ospitalità da parte dei titolari e abbastanza buona la pizza che ci hanno offerto a fine serata.
Contrattempi a parte, ho avuto modo di condividere con i miei compagni una nuova e tutto sommato positiva esperienza. Inoltre, ho avuto il piacere di incontrare ed abbracciare tutti gli amici che gentilmente ci sono venuti ad ascoltare, primi tra tutti Antonio e Peppe (Charlie) che hanno lasciato anzitempo le prove con gli AbandOn per venire a sentirci.
Ringrazio tutti gli amici per il forte tifo che hanno fatto per noi.
La prossima volta andrà sicuramente meglio! Potete esserne certi!
Ieri non è stata la mia giornata di grazia e già a prima mattina si è subito rivelata astiosa.
Sono sull'autobus per Bari. Ho le ginocchia in bocca perchè lo spazio tra i sedili è veramente angusto. Da quanto ho iniziato questo assurdo pendolarismo ho sempre sonno e sono sempre stanchissimo.
Per fortuna anche gli altri passeggeri si sono addormentati: ad un tratto mi accorgo che mi è saltata la zip dei pantaloni.
Immediatamente mi viene in mente il film "Il mostro" di Roberto Benigni e decido di non mettermi ad armeggiare con la patta dei pantaloni, visto che vicino a me ci sono anche delle ragazze giovani e carine che potrebbero scambiarmi per un vecchio maniaco bavoso.
Mi copro alla meglio, sperando di poter rimediare non appena giunto a destinazione.
Giunto in ufficio mi fiondo in bagno, anche perchè è sopraggiunto un inatteso e violento bisogno corporale.
Mi rendo conto che il danno ai pantaloni è irrimediabile: la zip è da sostituire.
Esco per procurarmi ago, filo e qualche spilla da balia (ovvero spingola francese).
Intorno alla sede della mia azienda ci sono solo botteghe gestite da cinesi. Come farsi capire da loro? Boh! Le ho visitate tutte, senza successo: "... tu volele una spina? No qui spine elettriche!"
Vabbè, Bruno! E che pretendi?
Trovo finalmente una merceria e, per la modica cifra di otto euro, mi procuro la trousse completa per poter mettere la classica pezza a colori sui miei pantaloni.
Ritorno nel bagno dell'ufficio per cimentarmi al gioco del piccolo sarto ma ... come è difficile infilare l'ago in penombra!
Non mi sarei mai immaginato quanto sia impossibile cucirsi la patta tenendo i pantaloni addosso e guardandosi allo specchio!
Alla fine ci riesco, più o meno, anche se mi rendo conto che la cucitura non reggerà per molto tempo.
Decido di anticipare l'uscita dal lavoro alle 13.30, anche perchè stasera devo suonare con i Fuori dal Tempo all'Altrolocale.
Prendo al volo l'autobus e torno a casa. Mangiucchio qualcosa che purtroppo mi va per traverso e, mentre mi preparo per il concerto, il mio intestino decide nuovamente di sfogare le sue ire contro di me.
Usciamo tardi di casa, nonostante la nostra intenzione fosse quella di raggiungere la nostra destinazione prima dell'apertura dei negozi.
Purtroppo sono già le 17,10 e la città è già affollata per i saldi di fine stagione: non c'è un solo buco dove poter infilare la macchina!
Dopo aver scaricato gli strumenti sul marciapiede, lasciando mio figlio Fabio a fare la guardia (anche perchè l'Altrolocale è ancora chiuso), inizio il mio triste pellegrinaggio alla ricerca di un parcheggio.
Lo trovo ad un chilometro, dopo una bella mezz'ora e dopo parecchi smadonnamenti.
Penso quanto sarà piacevole rifare quel tragitto, a piedi, in piena notte, con addosso la stanchezza di due giornate di lavoro! Vuoi o non vuoi, un concerto ti tiene occupato complessivamente 7/8 ore.
Il Sound-check si rivela difficoltoso, a causa della scarsa qualità della strumentazione del locale e per le striminzite dimensioni del palco: siamo tutti ammassati. Io sono l'unico fortunato ad avere mezzo metro quadrato tutto per me, anche se con il manico della chitarra insidierò sicuramente la testa dell'avventore più vicino a me.
Abbiamo dovuto portarci una strumentazione molto essenziale e Mimmo ha deciso di utilizzare la batteria del titolare, una vecchia Meazzi Hollywood degli anni sessanta ...
L'impianto voci è potente ma distorce. Gli spinotti dei cavi dei microfoni si sono danneggiati e siamo costretti a "nastrarli" affinchè non si sfilino durante il concerto: tentativo inutile! I nostri poveri cantanti ci hanno dovuto lottare per tutta la serata e il segnale della loro voce andava e veniva.
Tutti sti' contrattempi hanno condizionato sia me che mio figlio. Siamo stanchi, sgonfi e anche un po' distratti. Le sue tastiere si sentono poco e male. Per fortuna, invece, il mio vecchio Music Man 210 dimostra di possedere ancora una bella voce e una buona presenza: rende benissimo. Fortunatamente la mia postazione è comunque la migliore e la più indipendente.
La mia testa vorrebbe fare chissà che, ma le mie dita si rifiutano di obbedirgli. Gli assoli sono tutti frammentari, inconcludenti e imprecisi. Decisamente non mi sto proprio piacendo.
Ad un certo punto prendo una storta all'anulare sinistro durante un barrè affrontato con troppa veemenza (è la seconda volta che mi capita). Termino la serata con il dito anchilosato e dolorante.
Ottima l'ospitalità da parte dei titolari e abbastanza buona la pizza che ci hanno offerto a fine serata.
Contrattempi a parte, ho avuto modo di condividere con i miei compagni una nuova e tutto sommato positiva esperienza. Inoltre, ho avuto il piacere di incontrare ed abbracciare tutti gli amici che gentilmente ci sono venuti ad ascoltare, primi tra tutti Antonio e Peppe (Charlie) che hanno lasciato anzitempo le prove con gli AbandOn per venire a sentirci.
Ringrazio tutti gli amici per il forte tifo che hanno fatto per noi.
La prossima volta andrà sicuramente meglio! Potete esserne certi!