(p. 88, The Tale of the Children of Húrin, J.R.R. Tolkien)
Assieme ai sapori delle saghe nordiche, il riferimento alla Tragedia greca è forte e dà spessore a una lettura già piacevole (almeno in lingua originale), anche se l'opera è pubblicata postuma dal figlio e da lui curata.
La stessa è stata pubblicata (sempre dal figlio Cristopher) in una edizione assai più asciutta e veloce nel XXI cap. del Silmarillion, comunque piacevole da leggersi.
Se vi trovate prevenuti nei confronti di Tolkien (già in quanto italiani sarebbe perfettamente comprensibile, per tanti motivi) ma vi piacciono le storie senza tempo, potete leggervi l'Epopea di Gilgamesh, nata ben prima dei canti di Omero.