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Gibson Zoot Suit Stratabond
Gibson Zoot Suit Stratabond
di [user #13470] - pubblicato il

Sebbene la sua natura di solid body in laminato e le sue finiture fuori di testa tengano alla larga i puristi, la SG Zoot Suit ha dalla sua una costruzione ben progettata e pickup potenti, da far cantare su una scorrevole tastiera in ebano.
Una strana SG multicolore segna l'arrivo della mia prima Gibson a cinquant'anni. Tutto ha inizio quando un amico mi chiama per andare a prendere una SG 61 reissue a 1200 euro.
"Perché non prendi una Zoot Suit?", faccio io per scherzo. Diamo un'occhiata alle specifiche sul sito (il mio amico è più pazzo di me).
La chitarra entra in produzione limitata - ma Gibson non dice quanto limitata - nel 2008 per uscire rapidamente dal catalogo. Il prezzo di listino è 1999 dollari.

Proviamo a guardare su Internet e ne troviamo ben due in un negozio del centro Italia a circa 800 euro. Si parte. Per farla breve, il mio amico ne prende una e io, fenderista da sempre, due mesi dopo ne trovo un'altra in Olanda che permuto subito con una vecchietta italiana che avevo in casa. La spedizione vale autostrada e benzina.

Gibson Zoot Suit Stratabond

Alla sua uscita e alla relativa presentazione su Accordo, la chitarra non fu accettata favorevolmente per via del suo sistema costruttivo e la conseguente estetica per palati forti. Il corpo infatti è fatto da un laminato detto stratabond: tavole di betulla compresse e incollate tra loro previa immersione in coloranti ottenuti da terre naturali.
Inutile soffermarsi sul lato estetico. C'è chi l'ha apprezzata associandola al periodo flower power e alla fool guitar di Clapton, chi l'ha denigrata fino all'anatema. Ho l'impressione che sarebbe piaciuta a John Cipollina e tanto mi è bastato.
Era disponibile natural/nera, gialla/nera, rossa/blu, rossa/nera e multicolore. Ce n'è per tutti i gusti. 

Gibson Zoot Suit Stratabond  

Tecnicamente, il monoblocco di stratabond ha caratteristiche di elasticità e resistenza insuperabili e viene sagomato a diavoletto con un fantastico top scolpito. Il manico viene incollato con uno dei tenoni più lunghi mai fatti in casa Gibson. La betulla, inoltre, è un legno pregiato usato per la realizzazione di saune e sopporta considerevoli sbalzi di temperatura e umidità. Il suo laminato è usato anche e soprattutto nella nautica e nella costruzione di casse acustiche di indiscusso valore. Per me un aspetto positivo, avendo sempre considerato il mogano un legno da mobilieri.

Oltre al top scolpito, la chitarra si segnala per la tastiera in ebano. Francamente senza questa caratteristica non l'avrei mai presa. Il legno è magnifico, liscio ma senza apparire finto, da vicino è possibile distinguere qualche riflesso color caffé proprio dell'ebano del Makassar. Gibson sostiene che è del più alto grado possibile e non sembra solo una trovata di marketing. Ho avuto solo un'altra tastiera migliore: un palissandro brasiliano su una Stratocaster con palettone del '69.

Ricordo che la tastiera delle Gibson USA giova del trattamento della Plek machine e a mio parere la storia tecnica della chitarra si divide in due ere: la pre-Plek e la post-Plek. Suonare questa tastiera è un piacere che va oltre la mia capacità di descrizione.

Chiudiamo i discorsi sulla tastiera segnalando la presenza di ben 24 tasti e nessun intarsio, soluzione elegantissima esteticamente ma poco funzionale. Il manico è così tutto fuori dal corpo che, con i suoi 24 tasti medium/jumbo, l'ottava sembra essere molto più al centro di come si è abituati.

Gibson Zoot Suit Stratabond

I pickup sono il 496R e il 500T. Ceramici, dall'uscita devastante, fanno suonare la chitarra brillante e incisiva come non mi sarei mai aspettatto da una Gibson. L'attacco è molto buono e l'estetica senza coperchio con il rame a vista è azzeccatissima.

Col senno di poi avrei preferito due cose dai pickup: costruzione in alnico con una maggiore dinamica a sfavore della potenza e l'uscita a quattro fili per lo split. Sarà una delle prossime modifiche. Per ora ho aumentato la distanza dalle corde. Nella logica steampunk, la chitarra probabilmente sarà dotata di due Alumitone splittabili.

Le chiavette sono le Grover Rotomatic. Senza infamia e senza lode, non sono le mie chiavette preferite. Il precedente proprietario aveva montato un extender GT1 Hipshot sul mi basso. Completamente inutile ma contribuisce al look della chitarra. Metterò con calma i bottoni delle Imperial.

Gibson Zoot Suit Stratabond

I controlli sono un solo volume e tono. Molto semplice e soluzione obbligata dal top scolpito. Certe volte si rimpiange il due volumi più due toni.

La rifinitura è costituita da due strati leggerissimi di nitro molto poco lucida. Costa poco, appare bella e molto naturale e fa respirare il laminato.

Non mi sono piaciuti alcuni dettagli votati al risparmio: il cablaggio è fatto con un cavetto marrone da citofono. Lo avrei preferito ricoperto di cotone ma si sa, l'asino che vola sembra un angioletto e dovete svitare il coperchio posteriore per lamentarvi di questa cosa.
La qualità del condensatore originale è deprimente così come l'efficacia dei potenziometri. Per avere solo cinque anni, dovrebbero funzionare ancora in maniera dolce ed efficace.
Condensatore cambiato con un orange drop cap, i potenziometri saranno sostituiti quando servirà il push-pull per lo split. Aggiunto un treble-bleed sul volume e cominciato a sostituire il cablaggio. Già che c'ero ho cambiato anche il coperchio del truss-rod.

Gibson Zoot Suit Stratabond

La custodia di serie è la borsa morbida nera e bianca che fa tanto Juventus. 
Le manopole trasparenti non sono belle come le cornici dei pickup, anch'esse trasparenti. Cambiate con un paio di una radio giapponese.

La Zoot Suit è una chitarra che, se capita tra le mani, vale la pena di valutare senza pregiudizi. Il mio amico è contento e io da oggi guardo le Gibson sotto un'altra luce.

Gibson Zoot Suit Stratabond

Nota della Redazione: Accordo è un luogo che dà spazio alle idee di tutti, ma questo non implica la condivisione di ciò che viene scritto. Mettere a disposizione dei musicisti lo spazio per esprimersi può generare un confronto virtuoso di idee ed esperienza diverse, dando a tutti l'occasione per valutare meglio i temi trattati e costruirsi un'opinione autonoma.

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