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PRS, Fender 56, Ferrari: valgono quello che costano?
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Quando si parla di chitarre di pregio, torna la considerazione "ma vale quello che costa?", sempre e comunque. Ancora in questi giorni è uscita, parlando di una PRS che sicuramente costa parecchie migliaia di euro, il cui prezzo suscita non poche perplessità. E' una considerazione legittima, soprattutto in questi tempi in cui tutti riduciamo le spese e tante persone faticano ad arrivare a fine mese. Però...
Quando si parla di chitarre di pregio, torna la considerazione "ma vale quello che costa?", sempre e comunque. Ancora in questi giorni è uscita, parlando di una PRS che sicuramente costa parecchie migliaia di euro, il cui prezzo suscita non poche perplessità. E' una considerazione legittima, soprattutto in questi tempi in cui tutti riduciamo le spese e tante persone faticano ad arrivare a fine mese. Però...
Il discorso si può ripetere per qualunque bene superfluo di lusso. Automobili Ferrari, chitarre vintage, vini Romanée-Conti, lampade di Achille Castiglioni valgono davvero i denari che costano? Visto che sono anche io un sognatore, amante delle cose belle (che in gran parte non posso permettermi) ho pensato a lungo se abbia senso il prezzo di 54mila dollari (dopo un ribasso) per la Fender Stratocaster blonde del 1956 che splende nel nuovo negozio di Walter e Christie Carter.
Superato il nervoso che deriva dall'avere ben chiara l'idea che non me la potrò mai permettere, ho riflettuto fino a capire che il concetto "valore" ha più di un significato e che non è possibile dare un giudizio se prima non si decide a quale dei significati si fa riferimento. 1) Valore oggettivo: il valore intrinseco dell'oggetto, in cui si sommano il costo dei materiali, della mano d'opera, della perizia del costruttore, della progettazione, del trasporto, eccetera. 2) Valore di mercato: quanto denaro le persone sono disposte a spendere per entrare in possesso di quell'oggetto, sia acquistato in un negozio, sia nel si decida di rivenderlo. E' evidente che il brand ha un ruolo fondamentale nella costruzione di questo valore. 3) Valore soggettivo: quanto io sono disposto a spendere per quell'oggetto.
E' evidente che questa scomposizione semplifica il giudizio. La PRS di quella prova ha un valore oggettivo (1) certamente inferiore al valore di mercato (2), per il quale il brand influisce pesantemente (la stessa chitarra, identica, ma marcata ABC non se la filerebbe nessuno a quel prezzo). Il valore soggettivo (3) è influenzato sia da (1) sia da (2), ma anche da una serie di valori personalissimi (la propria storia, i gusti musicali, la personalità, il carattere, eccetera). A questo punto il giudizio è molto più semplice e giustifica anche il fatto che per qualcuno i 3mila euro per la PRS siano ragionevoli, per qualcun altro siano una follia. |
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