di LaPudva [user #33493] - pubblicato il 07 agosto 2013 ore 07:30
È estate e chi si trova al mare sa che con l’espressione "clima da spiaggia" non si allude solo alle alte temperature, ma anche a dettagli come l’abbigliamento variopinto, la bevanda fresca a portata di mano e, tradizionalmente, alle irrinunciabili letture demenziali.
È estate e chi si trova al mare sa che con l’espressione "clima da spiaggia" non si allude solo alle alte temperature, ma anche a dettagli come l’abbigliamento variopinto, la bevanda fresca a portata di mano e, tradizionalmente, alle irrinunciabili letture demenziali. "Giornaletto frivolo, non mi avrai!" penso, armata del mio laptop bianco, a caccia di letture nobilitanti online che mi distinguano dalla mandria che sfoglia fior di Eva300/Chi/DiTutto/DiPiù intorno a me su questa splendida terrazza sul mare. Magari qualcosa di scientifico! Magari...
"Studio dimostra che la musica favorisce la fecondazione delle uova in vitro", leggo sul Daily Mail. Provo a resistere, ma vengo risucchiata – come tutti – dalla mia lettura, che in effetti qualcosa di scientifico ha. Era dai tempi di Barry White che si diceva che la musica aiutasse a procreare e ora dal Marques Institute di Barcellona ci fanno sapere che un loro esperimento recente confermerebbe la teoria, in un certo senso: gli scienziati spagnoli hanno piazzato degli iPod in metà degli incubatori in vitro dell’istituto, sparando alle uova una selezione musicale che spaziava da Bach, Mozart e Vivaldi fino a Michael Jackson e Madonna per poi spingersi fino ai Nirvana e i Metallica. Risultato? Gli ovuli in coltura sottoposti al "trattamento musicale" migliorano del 4,8% la percentuale di fecondazione.
Una delle ricercatrici, Carolina Castello, ha detto alla stampa "Quando si lavora in un laboratorio di fecondazione in vitro si cerca di ricreare l’ambiente uterino in termini di luce e temperatura. Nessuno però ha mai studiato gli effetti del suono!" A detta di alcuni luminari di Oxford, l’idea non sarebbe folle come sembra: Dagan Wells spiega che gli embrioni generati naturalmente rockano e rollano dalle tube di falloppio fino all’utero in un ambiente molto dinamico. Le vibrazioni della musica possono favorire questo effetto, scacciando i prodotti tossici ed evitandone l’accumulazione. "Qualcuno potrebbe avanzare l’ipotesi che la musica techno possa fare il miglior lavoro di tutte!" ha aggiunto.
Insomma, da quest'anno la musica potrebbe essere usata regolarmente in laboratorio come fonte di vibrazioni negli embrioni umani durante il processo di sviluppo in vitro. Del resto si tratta di un metodo di facile applicazione che tra l'altro viene ampiamente utilizzato da decenni anche per la fecondazione al di fuori dei laboratori...