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Washburn J6
Washburn J6
di [user #32554] - pubblicato il

Conosciuta anche come "modello Wes Montgomery", la J6 è stata per lungo tempo l'ammiraglia del catalogo semiacustico Washburn. Ora la jazzbox è fuori produzione e domina il mercato dell'usato con una liuteria capace di farla concorrere con i big della categoria.
Conosciuta anche come "modello Wes Montgomery", la J6 è stata per lungo tempo l'ammiraglia del catalogo semiacustico Washburn. Ora la jazzbox è fuori produzione e domina il mercato dell'usato con una liuteria capace di farla concorrere con i big della categoria.

Sono tante le occasioni in studio per cui mi finiscono tra le mani diverse chitarre semiacustiche, nello specifico classificabili in archtop, hollowbody e semi hollowbody, laminate, in massello, acustiche, con uno o più pickup.
Stavolta ho avuto modo di mettere le mani su in modello non più in produzione da qualche hanno: la Washburn J6, ammiraglia indiscussa del marchio per diversi anni.

I venti tasti medium jumbo, incastonati su una tastiera in palissandro liscia e scorrevole, godono di un ottimo livello di intonazione che mostra qualche piccolo cedimento con accordi oltre il 15 tasto, ma che sicuramente un buon setup potrebbe sistemare.
Due pickup humbucker con doppio tono e volume, più selettore a tre posizioni, chiudono la parte elettronica.

Washburn J6

Lo strumento ricalca le orme della famosa L5 Gibson, con l'aggiunta di qualche centimetro in più nell'utilizzo delle rifiniture in abalone. Saranno i segnatasti sovrabbondanti, o forse il marchio a tutta paletta, ma alla vista sembra leggermente più sgargiante rispetto alla media delle Gibson.
La Gibson L5 è lo Stradivari della chitarra jazz, assunto all'unanimità come punto di riferimento da imitare e cercare di raggiungere in quanto ricchezza timbrica, profondità di suono, dimensione e colori a disposizione. La Washburn J6 ci riesce in pieno. In aggiunta, la leggera differenza timbrica ne fa un pregio di carattere. Il suono è pieno, ricco di sfumature e ti mette subito a tuo agio con gli accordi e con i walking veloci e definiti. Si comporta egregiamente nei solo, con grande reattività e una ricca tavolozza timbrica.
La J6 è sicuramente uno strumento che sposta il punto di vista verso la soggettività. Piace o non piace, ma resta innegabile che abbia un bel timbro tipicamente jazz.


Washburn, da diversi anni, produce ottimi strumenti tra le semiacustiche di fascia abbastanza economica. Sul mercato dell'usato, la chitarra si può trovare tra i 600 e i mille euro. Per un prezzo decisamente abbordabile, la J6 non ha nulla da invidiare ai marchi più blasonati e utilizzati nel panorama jazz.

Di seguito è possibile ascoltare le diverse take, per poter apprezzare al meglio il suono acustico, dell’ampli ripreso con un microfono, oppure con due panoramici a altezza orecchie, o la più classica DI.






Washburn J6
chitarre semiacustiche j6 washburn
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Mi sembra veramente considerando il ...
di pumba [user #158]
commento del 16/08/2013 ore 11:17:35
Mi sembra veramente considerando il costo un ottima chitarra. Ed e' pure bella da vedere ! Ovviamente tutto cio' e' assolutamente personale ... ciao
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la ho da una decina d'anni
di busachese [user #28837]
commento del 16/08/2013 ore 15:22:17
la mia é la natural, é un chitarrone, da poco gli ho affiancato una gibson howard roberts fusion e per un po é rimasta nella custodia. La j6 mi piace suonata anche da spenta ha un sacco di sfumature che la rendono piacevolissima. Mi fa piacere questa recensione.
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Ne ho avuta una forse vent'anni fa
di musicmaster [user #30940]
commento del 16/08/2013 ore 18:09:17
Troneggiava nel negozio del mio più caro spacciatore di sei corde che all'epoca spacciava molte Washburn, decantandone l'ottimo rapporto qualita'/prezzo ma obiettivamente vendendone poche.

La mia era un modello natural forse un po' pre-serie, abbastanza diversa da quella scintillante di cromature che si vede nel video.
Differenze: nella liuteria veramente poche: Top in abete massello, pick up e hardware dorati ma meccaniche marcate "w" un po' piccoline per il gran jazzbox che avevo per le mani, pickup: due humbucker che ricordo sempre minacciosamente microfonici e difficilmente domabili, forse anche a causa dell'amplificazione a mosfet che usavo all'epoca: la cordiera era completamente diversa e costruita"a filo" tipo cancello in ferrobattuto , tutta curve e sinuosita', un po' troppo risonante per i miei gusti.
All'epoca tentavo di tirarci fuori con scarso successo dei suoni alla Pat Metheny con l'aiuto di una pedaliera Viscount, che ancora oggi conservo gelosamente.
La paletta all'epoca portava un intarsio madreperlato su nero che richiamava la "W" del marchio e faceva abbastanza il verso alla paletta delle Gibson con le quattro losanghe affiancate, solo disposte in un altro modo.
Era una chitarra monumentale, forse la cassa più grossa che abbia mai imbracciato, suonarla in piedi tracollata praticamente impossibile, al massimo si poteva suonare seduti su uno sgabello.
Indubbiamente parente della Gibson ammiraglia, ma con alcune ingenuita' che all'epoca giudicai imperdonabili. Costava sule 750.000 se non ricordo male (con un o sconto sul 20% del mio spacciatore che difficilmente riusciva a piazzarla alla clientela del negozietto della periferia comasca.)
Venduta purtroppo durante un periodo di magra, dovrebbe essere nelle mani dell'allora chitarrista degli Arpioni un gruppo che gravitava nella sfera di Roy Paci... in buone mani dunque!
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un palettone così...
di nicolapax [user #27042]
commento del 19/08/2013 ore 09:14:1
... sta bene solo in una chitarra monumentale di questa foggia!
Aspetto sempre con trepidazione gli articoli di Paolo: chissà ogni volta quale perla è riuscito a scovare!
Dai monitor del computer però non ho saputo apprezzare tutte le nuances che sicuramente questa chitarra sa esprimere malgrado le diverse registrazioni, o meglio, nessuna take mi ha ha dato particolari "scosse" ma mi fido senza riserve del suo competente giudizio.
Bello strumento però, che a suonarlo, per le sue dimensioni mi creerebbe qualche imbarazzo, causa panza! Pare una bestemmia ma le chitarre L5 style non sono per me.
Il paragone non regge ma un paio di mesi fa ho provato per diversi giorni una J3 che mi ha lasciato più che tiepido (però era esteticamente bellina). Materiali e provenienza geografica dei due strumenti sono agli antipodi in ogni caso.


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Sebbene continui a considerarmi una pippa ...
di teodorom [user #19903]
commento del 23/08/2013 ore 13:53:5
... io quella chitarra continuo a sognarmela (e per ora mi "accontento" di una HB-35).
Nel mercato dell'usato è vero, la si trova, anche se in diverse versioni: c'è quella con il 'tailpiece' a "W" e quella in stile Gibson. Mi pare in più che ne esistano diverse versioni con diverso spessore.
Qual'è la tua esperienza ?
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Personalmente Washburn
di paoloanessi [user #32554]
commento del 23/08/2013 ore 15:49:32
Ciao Teodorom :)
Personalmente tra le tantissime Washburn provate quella rimasta costantemente insuperata nel cuore, dita e orecchie la J600 Archtop di razza impreziosita dalla finitura antichizzata, strumento che mi ha dato emozioni ben oltre il suo puro valore economico.

Personalmente ritengo lo strumento un oggetto, e come tale al di la che ne possa essere perdutamente innamorato, rimane lo strumento per fare musica e non "la musica" quindi una chitarra più che suonare bene (o male) deve avere come principale caratteristica che mi faccia suonare bene (o male) e le Washburn in generale mi hanno sempre fatto suonare con piacere e soddisfazione ;-)

Lo spessore determina il timbro e il lato acustico di questi strumenti, ritengo sia un puro e semplice gusto e piacere personale connesso strettamente a cosa si suona!!!

PaoloAnx
JazzRock

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