di LaPudva [user #33493] - pubblicato il 19 settembre 2013 ore 07:30
Disco dal titolo eloquente, Still climbing è il frutto di due anni di lavoro non facili, ma che hanno restituito a West la vita, anche grazie al team che lo ha affiancato: Johnny Winter, Dee Snider, Mark Tremonti, Jonny Lang e Dylan Rose impreziosiscono le tracce di un'opera davvero interessante.
In un'epoca ormai lontana, degli oceanici raduni portavano sullo stesso palco superstar acclamate e giovani musicisti perlopiù sconosciuti ma incredibilmente dotati. Nel ’69 a Woodstock un gruppo newyorkese fondato quello stesso anno regalò alla folla entusiasta una grande esibizione che sfortunatamente non venne inserita nel celebre film del festival, ma che attirò sulla band l’attenzione dei musicofili: erano i Mountain di Leslie West, cantante e chitarrista imponente in ogni possibile accezione del termine, accompagnato da Felix Pappalardi al basso (già collaboratore dei Cream), Steve Knight all'organo e Norman D. Smart alla batteria.
Da quel momento cruciale, Leslie West non ha avuto una vita liscia come l'olio e non ha passato questi decenni comodamente adagiato sugli allori guadagnati in gioventù. Muovendosi in un'esistenza travagliata che di recente non gli ha risparmiato dei terribili traumi (nel 2011, mentre era in coma, ha subito l’amputazione di una gamba in seguito alle complicazioni del diabete), West non ha mai perso la capacità di tramutare in musica le passioni che gli bruciano nel petto, ed è proprio da un disperato attaccamento alla vita che nasce il suo ultimo lavoro, in uscita il 29 ottobre per Provogue Records/Mascot Label Group.
«È stata una lotta difficile e dopo l’amputazione non sapevo se avrei voluto o potuto esibirmi ancora. Ma un mese dopo ho suonato al Rock‘n’Roll Fantasy Camp a New York. Ho sentito la mia chitarra sul palco ed era fatta. Sapevo che avrei dovuto continuare».
Disco dal titolo eloquente, Still climbing è il frutto di due anni di lavoro non facili, ma che hanno restituito a West la vita, anche grazie al team che lo ha affiancato. Se già il precedente album, Unusual Suspects del 2011, vantava la collaborazione di alcuni suoi grandi fan tra cui Steve Lukather, Zakk Wylde, Slash, Joe Bonamassa e Billy Gibbons, il nuovo non è da meno: Johnny Winter, Dee Snider (Twisted Sister), Mark Tremonti (Alter Bridge/Creed), Jonny Lang e Dylan Rose impreziosiscono le tracce di questo lavoro davvero interessante.
La formula è quella di sempre, l’hard blues intenso che ha reso West una leggenda, ma con un’attenzione particolare al suono: «Quello che è cambiato in “Still Climbing” è che volevo che le mie chitarre suonassero grosse quanto lo sono io. Così ho usato quattro delle mie Dean signature coi miei pickup humbucking Mountain of Tone. Le ho collegate ai miei amp Blackstar – niente pedali – e li ho sparati forti e grezzi, e quel che sentite è esattamente quel che ho fatto in studio».
Il disco si apre con "Dyin' Since The Day I Was Born", in cui Mark Tremonti contribuisce a rendere decisamente heavy il fantastico autoritratto di West. La bluesy "Busted, Disgusted or Dead" lo vede alla slide fianco a fianco con l’amico di Woodstock Johnny Winter, col quale condivide l’esperienza della battaglia e della vittoria contro la dipendenza da metadone.
La ballata "Fade into You", così come la successiva "Not Over You at All", ma anche "Don’t Ever Let Me Go" e la cover di "When A Man Loves A Woman" (davvero bello il duetto con Jonny Lang) trattano un tema chiave del disco, quello dell’amore. Nel 2009 West ha sposato la bella Jenni Maurer sul palco, dopo l’esibizione dei Mountain in occasione delle celebrazioni per il quarantennale di Woodstock davanti a quindicimila persone. Inseparabili nella vita, ora sono collaboratori anche nella musica, essendo Jenni co-autrice dei testi del nuovo disco. Memore della terribile morte del compagno di band Felix Pappalardi, ucciso con un colpo di rivoltella dalla moglie Gail, West ha detto:
«Essere nello stesso gruppo con Felix Pappalardi è stato un onore. Era talentuoso come produttore, arrangiatore, bassista, chitarrista e tutte le cose che volevo essere.[La sua vicenda]mi ha lasciato l’amaro in bocca all’idea di lavorare con mia moglie Jenni. Non volevo rischiare di intraprendere la strada in cui tua moglie viene coinvolta in ogni aspetto della tua vita musicale. […] Un giorno ho letto alcune delle sue poesie ed erano davvero belle. […] Jenni è diventata così brava a esprimere i pensieri sulla carta che è diventata la mia collaboratrice principale dal punto di vista dei testi dei miei nuovi dischi. Spero che chi ascolterà questo album potrà godersi le canzoni che abbiamo fatto insieme, come anche quelle che ho scritto con Jon Tiven, con cui ho lavorato per anni. […] Ma per brava che sia diventata Jenni, non le comprerò mai una pistola!»
La più intimistica "Tales of Woe", la potente cover di "Feeling Good" di Anthony Newley con l’amico Dee Snider e "Hatfield or McCoy" mettono in risalto le incredibili doti vocali di West, che l’artista dichiara di aver ritrovato (come se le avesse mai perse…) dopo aver smesso di fumare in seguito a un cancro alla vescica. Non sorprende, dunque, che l’altro tema per eccellenza sia la lotta per la sopravvivenza.
Un regalo per gli appassionati di Leslie West: la stupenda versione 2013 di "Long Red", brano contenuto nel suo disco debutto intitolato Mountain del 1969, alla quale partecipa anche il fratello Larry West al basso. «Ho pensato che fosse l’ora di far sentire alla gente la canzone come la faccio ora. Ho usato di nuovo un Hammond B-3, ma questa volta ha più palle!».
La breve cover strumentale di "Somewhere Over the Rainbow" del bassista Rev Jones chiude il disco, co-prodotto da West e Mike "Metal" Goldberg e mixato (a eccezione dei brani "Tales of Woe" e "Somewhere Over the Rainbow") da Mike Fraser, già collaboratore di Metallica, AC/DC, Rush, Joe Satriani, Bad Company e molti altri.
In questo nuovo lavoro West fa quello che sa fare meglio: canzoni sanguigne, di stomaco, con riff incisivi, chitarre ruvide e interpretate con la miglior resa vocale di sempre. La cura dei testi, dei suoni, dei missaggi è reale e non l’infiocchettamento delle tradizionali dichiarazioni pre-release. Insomma, un regalo per celebrare una nuova vita e i 68 anni che compirà il 22 ottobre prossimo, traguardo conquistato con una fatica che si traduce nella profondità emotiva di questo lavoro.
«Menomale che non mi hanno amputato una mano o sarei fottuto!» E noi non avremmo avuto questo bel disco.
Tracklist 01. Dyin’ Since The Day I Was Born (special guest Mark Tremonti) 02. Busted, Disgusted or Dead (special guest Johnny Winter) 03. Fade Into You 04. Not Over You At All 05. Tales Of Woe 06. Feeling Good (special guest Dee Snider) 07. Hatfield or McCoy 08. When A Man Loves A Woman (special guest Jonny Lang) 09. Long Red 10. Don’t Ever Let Me Go (special guest Dylan Rose) 11. Rev Jones Time (Somewhere Over The Rainbow)