In questi ultimi giorni fa discutere e riflettere molto la lettera aperta scritta da alcuni musicisti britannici e indirizzata al proprio ministro della giustizia, Chris Grayling, in seguito al divieto di utilizzare chitarre con corde d’acciaio nelle prigioni del Regno Unito.
Con una Prison Service Instruction [direttiva a tempo determinato sul servizio carcerario, N.d.T] dello scorso anno, infatti, sono state attuate delle restrizioni sugli incentivi e i privilegi per i carcerati, che prevedono che soltanto le chitarre con corde di nylon possano essere utilizzate da coloro i quali ne abbiano guadagnato il diritto, mentre quelle con corde di metallo sono state messe al bando. Il decreto ha suscitato la reazione di svariati artisti tra cui David Gilmour (Pink Floyd), Ed O’ Brien (Radiohead) e Johnny Marr (The Smiths), i quali hanno fatto un appello rivolto direttamente al ministro della giustizia e pubblicato in forma di lettera aperta su The Guardian il 28 aprile scorso. Con esso, nella sostanza, i musicisti non soltanto auspicano la revoca del divieto, il quale a loro avviso lede l’importante ruolo della musica nel processo riabilitativo, ma chiedono anche al ministro una riflessione sul numero crescente dei suicidi nelle carceri britanniche. Tra i firmatari anche Billy Bragg, cantautore e attivista che nel 2007 ideò Jail Guitar Doors, iniziativa indipendente mirata proprio a fornire strumenti musicali ai detenuti al fine di usare la musica per favorirne la riabilitazione.
La questione è emersa di recente soltanto perché un blog sui diritti umanitari ha segnalato il problema e la polemica che ne è seguita, alimentata anche da svariate associazioni umanitarie, si è diffusa a macchia d’olio. L' instruction di cui sopra, tra le altre cose, proibisce anche che i detenuti ricevano libri dall’esterno, misura che ha suscitato scalpore e orrore nel mondo della cultura e che ha portato scrittori e intellettuali britannici come Susan Hill, Philip Pillman, Mark Haddon e Ian McEwen ad attivarsi con una petizione online che ha costretto il ministro Grayling, conservatore e tradizionalista, a giustificarsi pubblicamente. Kevin Brennan, laburista che ha sollevato la questione in Parlamento, riflette: «Quando alcuni detenuti mi hanno scritto dicendomi che avevano impiegato i propri risparmi per comprarsi delle chitarre che ora vengono bandite, ho pensato che il governo avrebbe avuto qualche seria motivazione per attuare questo cambiamento. Il ministro della carceri ha ammesso che imparare a suonare la chitarra influisce positivamente sulla riabilitazione, quindi il suo voler minare la riabilitazione con questa linea arbitraria sulle corde di chitarra è sconcertante». La questione, naturalmente, è di ordine etico prima ancora che intellettuale, ma porta a galla anche l’importantissimo ruolo educativo, oltre che ricreativo, della musica. La questione al momento rimane aperta ma, nella speranza di favorire una riflessione e un dibattito, pubblichiamo qui di seguito la lettera pubblicata sul Guardian, contenente le riflessioni dei dodici musicisti firmatari. Come musicisti, ci preoccupa sentire che venga vietato l’uso di chitarre con corde di metallo nelle prigioni. Crediamo che la musica abbia un importante ruolo da svolgere nel coinvolgimento dei detenuti nel processo di riabilitazione. Tuttavia, questa capacità verrà seriamente minata se i carcerati non avranno la possibilità di esercitarsi in sessioni di gruppo.
Poiché la maggior parte delle chitarre possedute o usate dai detenuti nelle nostre prigioni sono chitarre acustiche con corde di metallo, il decreto farà sì che tali strumenti vengano tenuti sotto chiave sino a quando non ci sarà una sessione sorvegliata, se la prigione in questione prevede l’insegnamento musicale.
La clausola che prevede che soltanto le chitarre con corde di nylon possano essere usate non allevierà la situazione. Ci sono svariate ragioni pratiche per cui le corde di nylon non sono idonee per una chitarra acustica predisposta per corde di metallo, non ultimi i diversi metodi coi quali le corde di nylon e di metallo sono fissate allo strumento.
Comprendiamo che ci debbano essere protocolli di sicurezza quando le chitarre a corde di metallo vengono usate nelle prigioni, ma, fino all’emanazione di questo decreto, l’accesso era a discrezione del personale.
C’è stata una crescita preoccupante del numero delle morti autoinflitte a partire da quando questo decreto è stato introdotto. Dall’ottobre del 2013, quando soltanto un decesso è stato riportato, ci sono state cinquanta morti autoinflitte, più del doppio della cifra relativa allo stesso periodo dell’anno scorso.
Vorremmo sapere se i recenti cambiamenti riguardanti il trattamento dei detenuti – che includono restrizioni sui libri e sulle chitarre con corde di metallo – potrebbero essere alla radice di questo considerevole aumento dei decessi.
Esortiamo il ministro della giustizia, Chris Grayling, a investigare urgentemente sulle cause dell’incremento delle morti autoinflitte in prigione a partire dall’introduzione della recente Prison Service Instruction e a spiegare perché le chitarre con corde di metallo siano state selezionate per l’esclusione.
Billy Bragg, Jail Guitar Doors, Johnny Marr, Speech Debelle, Dave Gilmour, Richard Hawley, Scroobius Pip, Guy Garvey, Ed O'Brien, Philip Selway, Seasick Steve, The Farm, Sam Duckworth
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