di Denis Buratto [user #16167] - pubblicato il 07 agosto 2015 ore 07:30
Abbiamo provato uno dei modelli di punta della produzione Yamaha la AC6R, che punta non solo su legni pregiati e una manifattura curata, ma su un sistema di amplificazione completo e complesso.
La AC6R è il primo modello della serie AC a essere prodotto interamente in Giappone. Oltre alla produzione, realizzata interamente a mano, si aggiunge un’accurata selezione dei legni a opera dei tecnici Yamaha, che di certo sanno il fatto loro.
La scelta dei legni non è certo ardita, anzi è classicissima. Alla Yamaha hanno puntato molto più sulla qualità che sull’innovazione per la AC6R, quindi il piano armonico è realizzato con un pezzo di Abete Sitka, mentre le fasce e il fondo sono in palissandro massello. Il manico, di un bel rosso scuro, è in mogano africano ricoperto da una tastiera in ebano a 20 tasti.
Dello stesso materiale è anche il ponte, che è impreziosito da linee morbide, perfettamente intonate con quelle del battipenna tartarugato. La small body ha un aspetto molto semplice, l’unico vezzo che si concede è il binding a tre strati che contorna tutta la cassa. Sono molto solide le meccaniche dorate open gear della Gotoh, anch’esse con un look classico, per nulla ricercato.
Tutto il lavoro si è concentrato sulla ricerca del timbro giusto, che fosse potente ed equilibrato allo stesso tempo. Un obbiettivo ambizioso, ma che può rendere questo strumento realmente pro.
Imbracciandola si avverte che il peso non è proprio contenuto. In spalla la si sente e anche sulle gambe. Il manico, di contro, è molto sottile, quasi da elettrica. Un profilo a c molto ribassato fa il paio con una tastiera arrotondata con i tasti ben levigati. Cominciamo parlando del suono unplugged.
Con un fidato Dunlop medium cominciamo a strummare sulla sei corde giapponese. Sembra che l’obbiettivo sia stato pienamente raggiunto. I cantini emergono con facilità e le basse restano tronfie e impettite lì accanto. La voce è rotonda, senza spigoli fastidiosi, perfetta per accompagnare del pop. Ma un sound così bilanciato può essere perfetto anche per un po’ di fingerstyle. Abbandoniamo il plettro e ci dedichiamo alle unghie. Anche qui non cambia nulla. Le buone impressioni che abbiamo avuto nello strumming si ripropongono pari pari. Non si fa nessuna fatica a far emergere la melodia, ma nemmeno i bassi quando ce n’è bisogno.
La vera ciliegina sulla torta della AC6 è però il sistema di amplificazione. L’SRT (Studio Response Technology) non è un semplice piezo con attaccato un preamplificatore. Ha al suo interno tre simulazioni digitali di altrettanti famosissimi microfoni. Nello specifico (e nell’ordine in cui andrete ad ascoltarli nel video) abbiamo il Neumann U67, condensatore a diaframma largo, Neumann KM56, a diaframma piccolo e il Royer R-122, un moderno microfono a nastro. Tutti e tre possono essere utilizzati in due modalità, Focus e Wide. La prima consiste nella simulazione di un microfono posizionato a pochi centimetri dallo strumento. La seconda invece aggiunge un secondo mic pochi metri di distanza, per un effetto ambiente più evidente.
Il sistema è completato dalla classica equalizzazione a tre bande e il controllo di volume ai quali si aggiungono la manopola della resonance, che aumenta o diminuisce la risonanza del body e l’A.F.R, un filtro automatico anti feedback. Immancabile il tuner con il quale si può accordare in silenzio lo strumento. Grazie al display luminosissimo è ben visibile anche sui palchi più bui.
L’SRT ci ha davvero soddisfatto, grazie anche alla possibilità di miscelare con il blend il segnale diretto del piezo e quello con il microfono simulato, la AC6R è in grado di trasmettere all’amplificatore un suono veritiero e convincente.
La Yamaha in prova oggi è uno strumento che ci ha sorpreso. Nonostante il suo look semplice e poco ricercato ha saputo mettere in campo caratteristiche da vero strumento professionale. Con un prezzo di 1400 euro (custodia inclusa) va a mettersi tra strumenti blasonati e magari più in voga al momento, dando serie spallate anche ai più coriacei.