Un ToneHack spiega perché dovresti provare il riverbero a inizio catena
di redazione [user #116] - pubblicato il 21 aprile 2016 ore 11:00
TC Electronic ha iniziato una video-rubrica di trucchetti di setup ricavare sonorità inedite anche dagli effetti più comuni. Un breve clip mostra cosa accade se si posiziona il riverbero in un punto meno usato della catena, e il risultato non è niente male.
Il riverbero è forse l'effetto più diffuso in assoluto. Nei pochi casi in cui non è presente già all'interno dell'amplificatore in forma di spring reverb o con una simulazione digitale, l'acquisto di una versione a pedale rappresenta una priorità per qualunque chitarrista desideri aggiungere spessore e calore al proprio suono. Non è un caso che un esperto come Brian Setzer abbia più volte sostenuto che il segreto di un suono veramente grosso non sta tanto nelle regolazioni dell'amplificatore o nella chitarra, quanto nelle impostazioni di delay e riverberi. In effetti, il giusto ambiente permette di trasformare un suono sterile e troppo definito in un tono avvolgente e ricco nel mix. Per convenzione, si è soliti considerare il riverbero come l'ultimo anello della catena. È lì che viene piazzato dai progettisti di amplificatori, dopo lo stadio di guadagno del preamplificatore, ed è lì che lo si aggiunge in studio, quando viene inserito dal banco mixer o con un VST anziché essere gestito dal chitarrista. Tuttavia, esistono esempi celebri in cui il riverbero trova un posizionamento del tutto diverso nella catena del suono, in un posto spesso liquidato rapidamente come erroneo ma talvolta capace di generare sonorità più che interessanti.
In una pillola video della rubrica ToneHack, TC Electronic dimostra cosa accade quando si posiziona un riverbero prima di un overdrive o di un distorsore, anziché piazzarlo dopo. Su carta, le nozioni base della costruzione del suono vorrebbero che il risultato sia un suono confuso, impastato e difficile da gestire. Invece, il riverbero sembra arricchirsi ancora di più di un calore piacevolmente vintage e passa da un'ambientazione cristallina ed educata a un rimbombo violento e sporco, come se si avesse uno stack tirato a manetta in un salone vuoto.
Inutile dire che l'effetto può variare a seconda del distorsore usato e della quantità di gain impostata. Sperimentare senza preconcetti può dare ottimi risultati, ma va sempre fatto con cognizione di causa e non bisogna stupirsi se un suono hi-gain finisce per generare più rumore e ronzii che ambiente.
La rubrica ToneHack contiene altri spunti interessanti per il suono, sia legati a pedali specifici prodotti da TC Electronic, sia adattabili a rig di diverso tipo. Le pillole vengono pubblicate regolarmente sul canale YouTube nella Playlist a questo link, che vi consigliamo di tenere d'occhio per future chicche del genere.