di redazione [user #116] - pubblicato il 24 gennaio 2017 ore 07:30
Le forme sono quelle di una archtop degli anni 30, ma le caratteristiche tecniche hanno quasi un secolo di più. La Century Deluxe monta un efficace sistema di amplificazione e ha geometrie moderne. L’abbiamo provata con Paolo Antoniazzi nello showroom di Lucky Music.
Le archtop Epiphone erano al top della popolarità nelle big band degli anni ’30, famose per la loro buona resa sonora a un prezzo accessibile. Messe da parte con la nascita dei pick up magnetici tornano a far parte nuovamente del catalogo sotto il nome di Masterbilt, un’intera serie realizzata ricalcando le forme pre-war ma con caratteristiche tecniche in grado di non farle sfigurare sui palchi del 2000. Nello specifico oggi ci occupiamo della Century Deluxe, una archtop con buca centrale (a differenza della Classic, simile ma con buche ad effe).
È un’elettroacustica realizzata con un top in abete massello e fondo e fasce in acero laminato. La tavola è sorretta da un bracing longitudinale. Al corpo è incollato un manico in cinque pezzi di acero e mogano, con tastiera a 20 tasti in ebano, che termina nella paletta che, assieme al battipenna in legno, è quanto di più vintage si possa immaginare su una chitarra di questo genere.
L’estetica è molto semplice, infiocchettata giusto dai segnatasti “notched diamonds” e dal logo sulla paletta. Nella buca troviamo i due controlli di tono e volume del sistema di amplificazione. Nello specifico abbiamo a che fare con un Sonic HD Preamp con pick up Nanoflex, il tutto marcato Shadow.
La Masterbilt è uno strumento davvero particolare. È una chitarra con delle forme particolari, che una volta imbracciata appare leggera e comoda. La cassa bassa non ingombra e il manico a C abbastanza sottile risulta da subito comodo sotto le dita. La tastiera è piatta e con i tasti medium aumenta ancora di più la sensazione di confort che abbiamo avuto fin da subito.
Cominciamo a suonare e così come le forme anche il sound ci stupisce. La voce della Deluxe è molto mediosa e brillante. Ha un volume non elevato, frutto probabilmente delle dimensioni ridotte della cassa. È molto leggera e risonante e questo si traduce in un buon sustain condito con una sana dose di armonici.
Da sottolineare c’è purtroppo il mi basso che sbatte con decisione, necessita di una sistematina, ma nulla di grave.
Colleghiamo il jack all’uscita e ripetiamo la prova. Il sistema di amplificazione fa suonare la Deluxe decisamente meglio. I bassi aumentano, così come il volume. Resta lo sferragliare del E grave, ma il risultato è decisamente gradevole. Lasciamo tutto in flat, con il volume a tre quarti e il sound è già quello che vorremmo ottenere da uno strumento del genere.
La Masterbilt Deluxe è una chitarra davvero particolare. Si è dimostrata uno strumento dalle caratteristiche interessanti e dalla forte personalità. Ci ha soddisfatto di più elettrificata che in acustico, per via della resa sonora con più bassi e sustain, ma anche unplugged ha il suo perché. Il prezzo è un pelo elevato per la categoria, ma la realizzazione non è certo economica e i quasi 800 euro che servono per portarsela a casa (compresa di case rigido) non sono esattamente un azzardo.