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Da chitarra standard a baritona
Da chitarra standard a baritona
di [user #13494] - pubblicato il

Un nostro lettore sperimenta la trasformazione di una chitarra dalla scala tradizionale in una baritona adottando corde più adeguate alla nuova accordatura. Questo è il risultato.
Di recente ho sperimentato con l'accordatura drop D (ovvero la sesta corda un tono sotto). Come molti di voi sanno, poiché il rapporto tra le due corde più basse cambia, è possibile suonare bicordi di fondamentale e quinta con un mini barré, oppure aggiungere la nona con l'anulare sulla quarta corda. Inoltre, banalmente, il suono va più in basso nello spettro delle frequenze.

L'ultimo effetto mi ha fatto venire voglia di provare l'accordatura baritona, ovvero un'accordatura una quarta sotto quella standard, mantenendo però il rapporto tra sesta e quinta corda del Drop D di cui sopra. Di conseguenza le corde, dalla più grave alla più acuta, hanno questa intonazione: La, Mi, La, Re, Fa#, Si.

Da chitarra standard a baritona

Accordare più in basso uno strumento implica una tensione inferiore sulle corde, con calo di sostegno delle note e intonazione dal difficile controllo, per cui uno strumento baritono ha solitamente un diapason più lungo (cioé una distanza maggiore tra il capotasto e il ponte). Se invece si vuole convertire un'ascia dalle dimensioni standard di cui si è già in possesso, l'alternativa è il montaggio di corde molto più grosse. Io avevo sotto mano una muta da lap steel, dove la prima corda è .016 e la sesta .056. La chitarra è una Ibanez semiacustica, quindi a diapason corto: 24,75". Avrebbe funzionato? Le corde sarebbero state della tensione giusta?

Durante il cambio mi è venuto un altro dubbio: una muta così grossa sarebbe passata attraverso le meccaniche, le sedi del ponte e del capotasto?
In precedenza sull'Ibanez montavo .011 - .052. Passando a una sesta da .056, la sede della meccanica ha opposto un po' di resistenza ma fortunatamente ha infine accolto il nuovo calibro senza nessun intervento di liuteria, idem per capotasto e ponte: benissimo! Non è scontato: lo stesso esperimento condotto da Andertons su una Telecaster ha richiesto interventi più invasivi e lunghi, mentre il mio è stato un semplice cambio corde. Un po' di fortuna non guasta.



Una volta settata la semiacustica come su indicato, il risultato è molto buono. Intanto non si è reso necessario regolare né le ottave né il truss-rod. Inoltre la tensione sulle corde è sufficiente e ricorda quella di uno strumento standard, eccetto le due questioni seguenti:
- la terza corda è avvolta, per cui effettuare bending su questa risulta molto più duro del solito;
- al contrario, la seconda corda è molto sottile (.018) per la tensione alla quale è sottoposta, quindi bisogna mettere meno forza nel tirarla.

Ci si fa l'abitudine ma quando si torna su una chitarra standard bisogna educare nuovamente la mano. Detto questo, l'effetto finale è molto divertente. Anche se sono partito da una chitarra non concepita per il rock duro, la definizione sulle corde basse è ben pronunciata dall'amplificatore (Fender Bassbreaker). Altro pregio non banale: risulta più facile da suonare rispetto a una sette corde, dove inizialmente si rischia di perdere l'orientamento per quella corda aggiuntiva: qui invece le posizioni restano le stesse.



Mi sono divertito a registrare un po' di brani che si trovano qui. Nel caso foste interessati/e, buon ascolto!
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