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La storia delle Fender che non sono mai state, ma avrebbero dovuto
La storia delle Fender che non sono mai state, ma avrebbero dovuto
di [user #17844] - pubblicato il

Progetti mai portati a termine, ibridi imprevedibili e riedizioni filtrate dalle richieste del mercato moderno: quella di Pawn Shop, Parallel Universe e dintorni è una pagina della storia Fender tutta da scoprire.
“Chitarre che non sono mai state, ma che avrebbero dovuto” è lo slogan con cui Fender, nel 2011, ha annunciato la serie Pawn Shop. È una svolta per il catalogo californiano, da sempre vincolato alla necessità di rispettare la storicità del marchio, osando di tanto in tanto ma senza mai esagerare per non rischiare di deludere i fanatici del vintage, che vedono in Fender un baluardo dello “storicamente corretto”.
Da allora, diverse serie limitate si sono susseguite, dimostrando come sia possibile reinventarsi, pur continuando a fare tremendamente gola ai tradizionalisti.
È una porzione interessante della storia Fender, che ho voluto documentare tra le pagine aggiuntive della nuova edizione del libro “Fender - Cent’anni di uomini, chitarre, bassi, amplificatori”, scritto da Maurizio Piccoli, edito da Accordo e di recente tornato in stampa in una riedizione aggiornata e ampliata con le firme della redazione di Accordo.it.

La storia delle Fender che non sono mai state, ma avrebbero dovuto

La prima serie Pawn Shop nasce in un momento storico particolare per Fender.
La Cabronita è arrivata nel 2009 in qualità di edizione limitata del Custom Shop e, nel giro di pochi anni, ha dato il via a un’intera serie di chitarre e bassi.
Poco tempo prima la Squier ’51, ibrido tra una Stratocaster, una Telecaster e un Precision Bass, ha raccolto notevole consenso. Il modello sparirà presto dal catalogo, facendo schizzare le quotazioni sul mercato dell’usato alle stelle. Per una Squier, si intende.

Il pubblico sembra insomma pronto a lasciare andare i modelli classici, rinunciando all’originalità storica a tutti i costi in favore di un desiderio di rinnovamento che resta però fortemente legato alla tradizione. La ricetta è perfetta per dare vita a progetti inediti, sì, ma basati sugli elementi distintivi delle chitarre Fender più amate di ogni epoca, con un particolare accento sugli anni ’60 e dintorni.

La storia delle Fender che non sono mai state, ma avrebbero dovuto

Dopo un’anteprima nel 2011, il nome Pawn Shop entra ufficialmente nei cataloghi Fender del 2012 con tre chitarre e due amplificatori. I modelli elettrici saliranno a cinque nel 2013 e riceveranno una rinnovata collezione di valvolari l’anno successivo.
Poi la pausa.

Per qualche motivo, Fender decide che le Pawn Shop hanno fatto il loro tempo. Tuttavia, il desiderio di sperimentazione dei fan non si è esaurito e giustifica, nel 2018, l’arrivo di ben nove strumenti dal DNA simile a quello delle Pawn Shop, stavolta col titolo di Parallel Universe.
Arriveranno poi le Alternate Reality, più accessibili, e ancora una volta altre Parallel Universe. Siamo nel 2020, e anche Squier si unisce al coro con una sua divisione sperimentale: le promettenti Paranormal.

Sulla nuova edizione libro “Fender” aggiornata al 2021 trovate tutta la storia di questi singolari strumenti, con i dettagli di tutti gli amplificatori e delle 37 edizioni limitate tra chitarre e bassi, fino all’originale Tenor Tele.

Se volete scoprire l’epopea di Leo Fender, conoscere i dettagli dei suoi progetti storici, le particolarità degli esemplari più interessanti di ogni epoca, imparare a datare pezzi vintage e riconoscere i pregi di quelli moderni, è una lettura che non può mancare nella vostra libreria. Con l’aggiunta delle nuove pagine relative alla produzione dal 2009 al 2021, il tomo diventa davvero irrinunciabile.
Inoltre, e solo fino a esaurimento scorte, potete ordinare Fender qui e ricevere in regalo lo sticker commemorativo tra gli adesivi Sticker Mule di Accordo.
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