La collezione Iron Label di Ibanez nasce con un’idea chiara e molto semplice alla base: dare vita a una serie di chitarre elettriche dal sound e dall’estetica portati all’estremo, con il metal in tutte le sue forme a fare da riferimento universale.
Con i modelli introdotti nel 2021, l’azienda nipponica spiega di aver probabilmente prodotto gli strumenti più spinti mai entrati nel catalogo Ibanez: stavolta, a trasformarsi sono gli shape della serie X e la Iceman.
Con il 2021, le Iron Label portano avanti la missione di offrire ai musicisti una gamma di chitarre che vadano dritte al punto, dure e pure, con l’equipaggiamento giusto per affrontare le derive metal più aggressive e con un look a dir poco intimidatorio.
Il logo stesso della serie diventa ancora più violento nell’estetica, ripercorrendo lo stile proprio dei loghi scelti dalle band metal nordiche.
In perfetto allineamento con la filosofia Iron Label, il video di presentazione per i nuovi arrivi è una pura ode al metal.
Sono tre i modelli con cui Ibanez estende la gamma, puntando sulla solidità delle costruzioni neck-thru e sulla resa di un’elettronica basata su degli evergreen DiMarzio.
All’appello risponde una Iceman a sette corde con ponte fisso, accompagnata da due X nelle versioni a sei e a sette corde entrambe con ponte flottante.
Per tutte, la costruzione neck-thru vede due parti in okume incollate su un manico Wizard in cinque parti alternate di acero e noce. I profili dei manici cambiano leggermente a seconda del modello, con un Wizard III per la X a sei corde e un Wizard II-7 per la Iceman e la X a sette corde.
L’insieme scelto per i legni e il tipo di assemblaggio sono descritti dal costruttore come responsabili di note brillanti e incisive, ottimali anche in condizioni di gain estremo dove la Iron Label trova senza dubbio terreno fertile.
Le tastiere, tutte in ebano, contano 24 jumbo fret seminati lungo un diapason da 25,5 pollici.
Non ci sono segnatasti sul davanti, ma dei dot luminescenti lungo il bordo superiore consentono al musicista di orientarsi anche al buio.
L’elettronica a marchio DiMarzio ruota intorno a una coppia di D-Activator, humbucker ceramici passivi in grado di garantire un’uscita consistente, una forte propensione alla saturazione ma tutta la definizione necessaria a produrre ritmiche corpose e parti melodiche presenti, con un low-end sempre asciutto, mai slabbrato.
L’abbinamento è con un selettore a tre posizioni, un solo volume, un tono e senza possibilità di split né combinazioni esoteriche, per degli strumenti nati per essere spartani, attrezzi da lavoro senza troppi giri di parole.
La Iceman, modello ICTB721, adotta un ponte Mono-rail, l’hardtail di casa Ibanez studiato per ridurre il fenomeno di “cross-talk”, cioè l’influenze di una corda vibrante sulle sellette adiacenti. Sulla paletta, disposte su due file, sette meccaniche Gotoh MG-T bloccanti garantiscono tenuta ottimale.
La Iceman arriva di fabbrica con corde .010-.064 per conservare una tensione sufficiente anche durante l’uso di accordature ribassate.
La X si declina invece in due modelli con ponte Edge Zero II per sei e sette corde, rispettivamente identificati dai codici XPTB620 e XPTB720. Le meccaniche Gotoh diventano di tipo tradizionale, in quanto la stabilità è assicurata dal canonico bloccacorde al capotasto.
Per la sei-corde, il manico Wizard III monta un calibro .010-.052. Il Wizard II-7 del modello a sette corde adotta invece di fabbrica una muta .010-.064.
Nel video ufficiale, Ibanez offre un rapido giro sulla Iceman ICTB721.
Consigliamo di tenere gli occhi puntati sul canale YouTube, perché le controparti con ponte Edge-Zero e shape X potrebbero fare prossimamente capolino con dei video dedicati.
Sul sito Ibanez, la , mentre la e la . |