Una foto di uno dei gruppi musicali, con mio padre il primo da destra, davanti alla statua dedicata al musicista jesino Giovanni Battista Pergolesi (Jesi, 4 gennaio 1710 – Pozzuoli, 16 marzo 1736)
La mia passione per la musica suonata l’ho ereditata da mio padre, chitarrista ritmico in svariati gruppi di Jesi in provincia d’Ancona, dalla metà degli anni ‘50 alla metà degli anni ‘60 abbandonata poi per motivi di famiglia e lavoro. Nella zona fu uno dei primi a possedere una chitarra elettrica e a suonarla, quando spesso si usavano strumenti a fiato, a corda acustici o fisarmoniche, che andavano per la maggiore nelle piccole orchestre dei locali da ballo o nelle bande musicali.
Una delle tipiche formazioni del gruppo, con l'impianto voce probabilmente Semprini e il registratore a bobina incorporato. Appoggiata su un amplificatore si può vedere la chitarra costruita da mio padre.
Le chitarre dell’epoca erano quasi sempre delle grosse archtop di marchi nostrani, mentre lui si era costruito una piccola solid body, non avendo agli inizi i mezzi necessari per l’acquisto. Con il fratello, tra le altre cose, si erano costruiti anche una batteria acustica per mio zio, che era anche una delle voci soliste del gruppo. Sembra sia stato realizzato anche un contrabbasso elettrico privo di cassa armonica, ma non possiedo alcuna foto. Anche mio padre cantava qualche brano durante le serate nei locali di cui era piena la nostra cittadina in quanto non ancora soffocata dalle trasmissioni televisive. Le richieste della loro musica andavano però anche a molti locali della costa marchigiana.
Una tipica soluzione dei locali da ballo prevedeva che i tavoli fossero molto vicini all'orchestra, visto anche i volumi decisamente contenuti. Si possono vedere gli amplificatori dell'epoca e la strana chitarra sulla destra, forse un'evoluzione della precedente.
Era prassi all’epoca trovare un gruppo musicale o orchestra come erano definite allora, per accompagnare il cantante famoso che era invitato ad esibirsi su un palco di una qualche festa o serata. Ricordo che avevamo in casa alcune foto di mio padre con Johnny Dorelli e il quartetto Cetra, oggi finite chissà dove. Una bella iniziativa di quel fine anni ‘50, quando l’ancora molto giovane azienda RAI, fece un giro della nostra penisola a cercare nuovi gruppi musicali come quello di mio padre.
Mio padre si trova al centro della scena, davanti alle telecamere RAI mentre suo fratello è seduto alla batteria.
La sua chitarra era spesso usata dal chitarrista solista del gruppo, dove negli anni migliori era amplificata da un Fender Super Reverb, poi mio padre le preferì una Hofner a cassa alta, molto rifinita, chitarra che sembra sia stata rubata quando io e i miei fratelli eravamo già nati, mentre per la voce usavano impianti Semprini, secondo lui i migliori all’epoca pur se provvisti di poche decine di watt valvolari, di cui ne era anche il fonico ed effetto echo Binson Echorec.
Uno dei primissimi gruppi del mio vecchio furono i White Jeans Devils, con solo chitarre, fisarmoniche e batteria.
Mi piace ricordare i nomi dei gruppi che si sono avvicendanti anche se non in ordine cronologico; "The Lucio's Boys", "The Misters", "The New Boys", "The Guitars" e le persone che ci hanno suonato: Giancarlo Ambrosi (mio padre, chiitarra ritmica e voce), Gianni Ambrosi (mio zio, batteria e voce), Veniero Mancinelli (trombone e contrabbasso), Mario Filonzi (sassofono e clarinetto), Giorgio Gigli (chitarra solista), Lucio Longhi (pianoforte), Angelo Macchi e Roberto "Pat" Capogrossi (cantanti). Un grazie alle foto prese dal sito "Jesi Graffiti". |