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Il nemico in pedaliera
Il nemico in pedaliera
di [user #50760] - pubblicato il

Il fuzz, un pedale che mi esalta, ma che poi non uso. Che mi affascina, ma che lancerei dalla finestra. La verità è che il fuzz non mi vuole bene (c'è grossa crisi).
Mama told me, when I was young*… niente, in effetti. Mia mamma non mi ha detto niente. Perlomeno riguardo a chitarre e pedali (non è del tutto vero, un suo evergreen ce l’aveva ed era: “Smettila di fare rumore con quella cosa e studia!”), però cercavo un incipit tra il nostalgico e il romantico per parlare di qualcosa che ci accomuna tutti, che forse ha più a che fare con la complessità e le contraddizioni della vita, qualcosa che non si può etichettare come un semplice “parliamo di gear”.
È dunque con un approccio filosofico e non tecnico che vi parlo dei miei storici scleri con i pedali e con uno in particolare. Come forse anche la vostra, la mia vita da chitarraio è segnata da corsi e ricorsi, infatuazioni e raffreddamenti, prese di posizione spesso contraddette da rocambolesce inversioni di marcia, un po’ come è successo di recente, quando proprio su queste pagine mi dichiaravo estremamente scettico riguardo alle chitarre datate, per poi cedere alle lusinghe di una Stratocaster sunburst del ’78.

Il nemico in pedaliera
L'Electro Harmonix Nano Big Muff, riedizione in piccolo formato di uno dei fuzz più celebri e utilizzati.


Ma veniamo al pedale che per me è (molto) croce e (poco) delizia: dunque, ormai da tempo il mio rig, molto semplice, è composto da una catena di pochi pedali analogici che entrano nel canale pulito di un ampli valvolare di wattaggio contenuto e dotato di riverbero (un Fender Champ red knob). I pedali sempre in funzione sono due, cioè un Ibanez TS808 - volume a palla, gain a zero, toni a metà - e un compressore (integrato nella pedaliera Carl Martin Quattro).
In questo ecosistema, l’alieno è il fuzz e, purtroppo, non dipende da come lo regolo né dalla posizione in cui lo inserisco, è che proprio... come dire, non lo capisco. Per la cronaca, al momento il pedale che ho sotto mano è un EHX Nano Big Muff e no, non è il mio primo fuzz, ne ho avuti altri tre, tra i quali un vecchio FBT FZ III, una vera noise machine, pagato 20.000 lire negli anni ’90, essenzialmente rimasto in un cassetto e poi venduto (ora vale come minimo venti volte tanto e non potete capire quanto questo fatto mi irriti).
Ma sapete cosa mi manda ai matti di questa faccenda? Semplice, il fatto che io vedo e sento altri usare il fuzz, regolarmente me ne innamoro, lo metto in pedaliera, lo uso due volte, mi inc@##o, lo tolgo, poi dopo un po’ sento di nuovo uno che lo usa, mi reinnamoro e ricomincia il giro. Ma cosa non mi piace, quando lo utilizzo? Ecco, questa è la parte più difficile da spiegare: principalmente, è come se estremizzasse - e allo stesso tempo appiattisse - ogni nota, ogni accordo e fosse piuttosto insensibile alle regolazioni, all'equalizzazione. Mi riporta alla mente a quei vecchi distorsori anni '90, che rendevano il suono sottile e zanzaroso... vi dice niente il nome Metal Zone?

Il nemico in pedaliera
Non certo un fuzz, ma uno dei distorsori più controversi di sempre, il Boss Metal Zone MT-2.

E voi che rapporto avete con il fuzz? Vi fa salire la scimmia della devastazione o vi trasforma in piccoli Hendrix (o piccoli Gilmour), lisergicamente e pacificamente in viaggio verso l'infinito? Perché io, sia chiaro, quando accendo il fuzz mi trasformo seduta stante nel sacerdote di Quelo: "c'è una grande crisi, c'è grossa grisi, c'è molta violenza".

*Sì amici, l'incipit era proprio quello di Simple Man dei Lynyrd Skynyrd  :)
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