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Un amore che non tramonta mai: cara mia Stratocaster
Un amore che non tramonta mai: cara mia Stratocaster
di [user #35497] - pubblicato il

Una Stratocaster come ce l'hai in testa non esiste... o costa troppo? Il nostro lettore Onghi se l'è fatta con le sue mani, idee chiare e olio di gomito.
Credo che visitare per ore e ore i profili social dei negozi di strumenti musicali sia dannoso per la nostra salute, soprattutto per la nostra mente perché vedi delle chitarre che non ti puoi permettere. Ma si sa, al giorno d’oggi ci sono diverse soluzioni che ti danno la possibilità di raggiungere quel livello, sia sonoro sia costruttivo. Ed è così che ci sono cascato, per la seconda volta nel giro di pochi mesi.

Nonostante io sia passato oramai alla Telecaster, sentivo il richiamo di una Stratocaster da accoppiare a quella che già ho. Però mi sono detto: alt Andrea, per come la voglio io, devo vendere un rene. Ah no, no no no, ferma.
Ho la fortuna di avere Nicola, e ve ne ho già parlato nell’articolo della Telecaster. Lo contatto e illustro il progetto della Stratocaster come piace a me, su mie specifiche ovviamente: è un mix tra vintage e moderno, e ora vi spiego perché.

Partiamo dal vintage. A livello di legni, decido di andare sul classico, pertanto la scelta ricade su: ontano in tre pezzi per il body, palissandro qualità ++ per la tastiera e acero birds eye per il manico.
Opto inoltre per un reliccatura leggera e il cracklin, proprio per simulare un sogno che ho da molti anni: il Custom Shop Fender.
La parte moderna invece riguarda: radius da 12”, 22 tasti con profilo manico Oval C e l’elettronica HSS.
La verniciatura invece? È il punto forte della chitarra, andiamo a scoprirlo!

Un amore che non tramonta mai: cara mia Stratocaster

I legni sono stati acquistati da un rivenditore italiano che ha il negozio a Desio, si chiama Riwoods.

Un amore che non tramonta mai: cara mia Stratocaster

Lo consiglio a tutti coloro che decidono di costruire una chitarra partendo da zero: smercia legni di primissima qualità e di vari tipi.

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Il disegno del body, i tagli del legno, verniciatura e qualsiasi lavoro di rifinitura sono stati eseguiti a mano senza ausilio di macchine a controllo numerico (a parte la verniciatura ovviamente, che è stata fatta con la pistola ad aria compressa).

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Come dicevo a inizio articolo, per dare anche un tocco di modernità, ho optato per una tastiera con radius da 12” per renderla morbida e tasti medium jumbo.

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Il manico invece, un pezzo acero birds eye, l’ho voluto fare più spesso rispetto alla Telecaster anche per aver un’impugnatura diversa e rendere la mano sinistra adatta a tutte le varie tipologie, anche per tenersi allenati. Si completa molto bene con il flamed della Tele.

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Ed ora passiamo alla mia parte preferita, la verniciatura! Prima o poi volevo una chitarra con la colorazione Lake Placid Blue, ma non è finita qui! Volevo creare un qualcosa di veramente unico, sicché ho optato per una finitura over over.
Dopo essermi studiato quasi a memoria la Fender color chart (si scherza eh) e aver passato ore e ore su un colore che si abbinasse bene con il LPB, credo fortemente che il Charcoal Frost Metallic sia la scelta migliore che potessi fare. Che bomba ragazzi! Dopo essermi documentato bene con foto e video online per capire effettivamente che tonalità avesse, non ci ho messo molto a scegliere!
La prima fase è stata quella di applicare il fondo turapori in modo da eliminare qualsiasi imperfezione sul body e per tappare eventuali buchi, affinché la vernice stessa aderisca bene su tutta la superficie. Lo step successivo è stato quello di applicare del fondo, di colore bianco, per far sì che lo strato di Charcoal Frost Metallic aderisse bene.

Un amore che non tramonta mai: cara mia Stratocaster

Dopodiché, abbiamo applicato la colorazione Charcoal Frost Metallic, solo una mano.

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Ed eccolo in tutto il suo splendore! Infine, abbiamo applicato il Lake Placid Blue con una mano sola.
Questo perché Nicola, a chiazze, ha rimosso lo strato di Lake Placid Blue per far fuoriuscire il Charcoal Frost Metallic.
Questo il risultato!

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Terminato il processo di verniciatura abbiamo creato l’effetto Relic, ma non è finita.
Su consigli del maestro liutaio Nicola ho optato di creare l’effetto crackling e inoltre, di scurire alcune zone per far fuoriuscire il verde, come sulle Stratocaster vintage.

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Per quanto riguarda il battipenna, è stato lavorato a mano (non aveva fori, buchi, nulla) ed è stato lasciato successivamente a mollo nel caffè per creare l’effetto parchment, il cosiddetto “giallo invecchiato”.

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A livello di elettronica invece, non smetterò mai di ringraziare Alberto Arcangeli, fondatore di Dreamsong Pickups. Su consiglio di Nicola ho deciso di acquistare un set HSS per la mia Strat da lui. Pickup eccezionali, suonano veramente, veramente, ma veramente bene! È il suono che avevo in mente io.
Al ponte trovate un Dirty Licks mentre i due singoli sono due Strat Vintage Custom.
Come per il battipenna, i due singoli hanno l’effetto parchment, mentre la cover dell’humbucker è in raw nichel.

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Il selettore è il classico a cinque vie originale Fender, i pot sono CTS lineari da 500K sia volume sia tono, mentre il ponte è il Gotoh 510 che montano sulle Suhr. Infine, il capotasto è in osso e le meccaniche sono autobloccanti della D’Addario.

La chitarra risulta ben bilanciata a livello di peso, si attesta sui 3,3/3,4Kg come per una normalissima chitarra. Una miglioria che ho fatto è stata quella di smussare leggermente la spalla mancante sotto per raggiungere più facilmente gli ultimi tasti. Il truss rod è stato posizionato sul tacco del manico per ricordare gli anni '60. È uno strumento che suona tantissimo anche da spento, mentre attaccata all’ampli ti tira le sberle in faccia!

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Sono contentissimo del risultato finale, era proprio come me la immaginavo.
Vi allego un bel po’ di foto dello strumento finito e lascio un video YouTube.

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