di alfio [user #7386] - pubblicato il 29 novembre 2007 ore 11:06
Ieri sera, dopo un'altra giornata stressante del cazzo e dopo circa 8 mesi di inattività, prove col tributo a vasco dato che il 14 si suona.
Atmosfera molto tranquilla, lontana dagli isterismi di mesi fa. Alcuni pezzi venuti quasi decentemente, altri diciamo... ri-armonizzati!
Poi alle 24.00 fine prova, salgo in macchina e vado a casa (una decina di km dalla sala).
Arrivo, scendo (la chitarra è sul sedile destro) e apro il portabagagli per prendere la valigia warwick coi pedali.
Non c'è.
Il cuore aumenta il ritmo. Il cervello, in modalità basso-consumo per tutto il tragitto in auto si mette in funzione.
E rivedo la scena dell'uscita dalla sala prove. Stefano mi tiene il cancelletto che dà sulla strada perchè io ho tutte e due le mani occupate. Quindi è rimasta per strada.Ok, panico.Riparto immediatamente e contemporaneamente chiamo il proprietario della sala. In realtà non l'ho visto, la sala me l'hanno aperta altri individui e quando siamo andati via abbiamo lasciato i soldi sul tavolo. E infatti non è in sala. Gli spiego la situazione e lui chiama il cugino che è quello che ci ha aperto.
Dopo 2 minuti mi richiama e mi dice che non ha trovato niente.
Ovviamente continuo ad andare.
Strada facendo rifletto su un po' di particolari.
Primo che la mia cazzata ha una portata di quasi 2000 euro.
Non male.
Poi penso che per fortuna il Rat che mi ha prestato Alex non me lo sono portato.
Poi non penso, assaporo il sapore agre della cazzata appena fatta e contemporaneamente maledico tutti i semafori che trovo.
Una serie di staccate al limite e arrivo nella strada della sala.
E' una stradina a senso unico, zona residenziale, traffico pochissimo, anzi a quell'ora zero. Una fila di macchine parcheggiate sulla destra e lo spazio per farcene passare un'altra sulla sinistra. Se l'ho posata per terra con l'intenzione di caricarla nel portabagagli dovrebbe essere davanti al paraurti dell'auto dietro la mia e quindi il tizio che ha controllato potrebbe non averla vista.
Mentre mi avvicino a dove avevo parcheggiato scorgo la sagoma di alluminio.
Visione confortante.
Fermo la macchina in mezzo alla strada e scendo. La apro e controllo il contenuto. Operazione che non ha assolutamente nessun senso, se se la volevano fregare si portavano via tutto.
"Adesso vado a casa a farmi venire un infarto" come diceva John Travolta in Pulp Fiction.
Ieri sera, dopo un'altra giornata stressante del cazzo e dopo circa 8 mesi di inattività, prove col tributo a vasco dato che il 14 si suona.
Atmosfera molto tranquilla, lontana dagli isterismi di mesi fa. Alcuni pezzi venuti quasi decentemente, altri diciamo... ri-armonizzati!
Poi alle 24.00 fine prova, salgo in macchina e vado a casa (una decina di km dalla sala).
Arrivo, scendo (la chitarra è sul sedile destro) e apro il portabagagli per prendere la valigia warwick coi pedali.
Non c'è.
Il cuore aumenta il ritmo. Il cervello, in modalità basso-consumo per tutto il tragitto in auto si mette in funzione.
E rivedo la scena dell'uscita dalla sala prove. Stefano mi tiene il cancelletto che dà sulla strada perchè io ho tutte e due le mani occupate. Quindi è rimasta per strada.
Ok, panico.
Riparto immediatamente e contemporaneamente chiamo il proprietario della sala. In realtà non l'ho visto, la sala me l'hanno aperta altri individui e quando siamo andati via abbiamo lasciato i soldi sul tavolo. E infatti non è in sala. Gli spiego la situazione e lui chiama il cugino che è quello che ci ha aperto.
Dopo 2 minuti mi richiama e mi dice che non ha trovato niente.
Ovviamente continuo ad andare.
Strada facendo rifletto su un po' di particolari.
Primo che la mia cazzata ha una portata di quasi 2000 euro.
Non male.
Poi penso che per fortuna il Rat che mi ha prestato Alex non me lo sono portato.
Poi non penso, assaporo il sapore agre della cazzata appena fatta e contemporaneamente maledico tutti i semafori che trovo.
Una serie di staccate al limite e arrivo nella strada della sala.
E' una stradina a senso unico, zona residenziale, traffico pochissimo, anzi a quell'ora zero. Una fila di macchine parcheggiate sulla destra e lo spazio per farcene passare un'altra sulla sinistra. Se l'ho posata per terra con l'intenzione di caricarla nel portabagagli dovrebbe essere davanti al paraurti dell'auto dietro la mia e quindi il tizio che ha controllato potrebbe non averla vista.
Mentre mi avvicino a dove avevo parcheggiato scorgo la sagoma di alluminio.
Visione confortante.
Fermo la macchina in mezzo alla strada e scendo. La apro e controllo il contenuto. Operazione che non ha assolutamente nessun senso, se se la volevano fregare si portavano via tutto.
"Adesso vado a casa a farmi venire un infarto" come diceva John Travolta in Pulp Fiction.