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Robben Ford Live a Padova
Robben Ford Live a Padova
di [user #20637] - pubblicato il

Mr. Ford, parafrasando il titolo dell’ultimo album, ha portato il blues a casa nostra. Il chitarrista ha regalato ai suoi fan due date italiane, il 3 aprile all’Orion Club di Roma e il 4 aprile al Teatro Geox di Padova, in occasione del tour promozionale per il suo lavoro Bringing it Back Home. Noi lo abbiamo potuto apprezzare nella sua data in veneto.
Mr. Ford, parafrasando il titolo dell’ultimo album, ha portato il blues a casa nostra. Il chitarrista ha regalato ai suoi fan due date italiane, il 3 aprile all’Orion Club di Roma e il 4 aprile al Teatro Geox di Padova, in occasione del tour promozionale per il suo lavoro Bringing it Back Home. Noi lo abbiamo potuto apprezzare nella sua data in veneto.

Che dire? Ineccepibile, come al solito. In effetti, è parecchio difficile aggiungere qualcosa che non sia già stato scritto riguardo la statura di questo gigante californiano.
Ne ha fatta di strada il ragazzo, oggi 61enne, dagli inizi con la band del padre Charles: il tour con Davis nel 1986, i progetti solisti, i numerosi dischi d’oro, sempre in equilibrio tra mondo blues e jazz, ibrido musicale dotato della spontaneità del primo e della raffinatezza del secondo, una chimera organica senza un grammo di superfluo.
Con quest’album, tuttavia, Robben ha deciso di tornare ancora più indietro negli anni, alla musica della sua infanzia, al soul, a Chicago e al blues delle origini, in un viaggio nel tempo alla ricerca di una semplicità che è così facile dimenticare. È ritornato al futuro armato di una stupenda Epiphone Riviera del 1963 e del fidato amplificatore Dumble, distribuendo a piene mani nuovi brani e vecchi successi, per la gioia dell’affamata platea padovana.

Ad accompagnarlo sul palco un cast d’eccezione: il bassista David Piltch, il batterista Lemar Carter e Ricky Peterson all’organo Hammond. È anche merito loro se il concerto è volato senza la benché minima incrinatura, senza nessun calo di tensione o momento di stanca. Una cosa che colpisce fin da subito è l’alchimia che lega i quattro musicisti, in costante ascolto reciproco, senza nessuno che assuma una posizione di superiorità sugli altri. Si guardano, scambiano cenni, scherzano tra di loro, divertendosi come una band di liceali alle prime armi che provano in un vecchio scantinato puzzolente. Il sound generale ne risente, ora irrobustito, compatto come un corpo solo. Insomma, in un universo musicale dove è fin troppo comune incontrare formazioni in cui il leader si staglia con forza sugli altri membri, relegati a semplici propaggini, la band di Robben Ford si dimostra un vero fiore all’occhiello del panorama sonoro internazionale, in fatto di interplay e professionalità.

Foto di Marco Peruzzo
Robben Ford Live a Padova

Sappiamo bene che il primo equalizzatore è nelle mani del chitarrista e nel tocco, ma menzione speciale va fatta ai fonici, i quali hanno confezionato un suono che sfiora la perfezione: il risultato è talmente alto, talmente studio-quality, che per i primi secondi di concerto abbiamo pensato che ci avessero giocato un brutto scherzo, mettendo in riproduzione una performance già registrata in studio. Urge un mea culpa e delle scuse ufficiali per aver peccato di troppa malizia, ma a nostra discolpa possiamo difenderci giurando che anche al più scettico dei sound engineers sarebbe letteralmente caduta la mandibola di fronte a tanta perizia.

Ecco, siamo caduti nuovamente nel tranello. Signore e signori, qui per voi un altro dei mille articoli celebrativi di un idolo del blues come Ford. Poco male. Ogni tanto la banalità serve a guardare l’ovvio da una prospettiva diversa, imparare a meravigliarci di nuovo per quello che davamo per scontato, risalire alle radici. A ritornare a casa.

Nota della Redazione: Accordo è un luogo che dà spazio alle idee di tutti, ma questo non implica la condivisione di ciò che viene scritto. Mettere a disposizione dei musicisti lo spazio per esprimersi può generare un confronto virtuoso di idee ed esperienza diverse, dando a tutti l'occasione per valutare meglio i temi trattati e costruirsi un'opinione autonoma.
concerti robben ford
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Sono stato anch'io al concerto ...
di fabiophonic [user #19328]
commento del 08/04/2013 ore 11:18:16
Sono stato anch'io al concerto di Robben. Non posso che darti
ragione sulla qualità del suono e del groove della band. Solo la
batteria mi sembrava un po' dietro, ma credo sia stata una scelta
legata al sound che Robben ha ricercato con l'ultimo album.
Quello che più mi ha travolto, oltre al suono di Robben, è stato il
modo con cui hammond e chitarra si mescolavano. Sembravano
quasi uno strumento unico.
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Re: Sono stato anch'io al concerto ...
di jimy92 [user #20637]
commento del 08/04/2013 ore 13:11:43
Sono assolutamente d'accordo, hammond e chitarra si intrecciavano in una maniera davvero interessante. Per la batteria va un po' a gusti, c'è chi la preferisce più a fuoco, chi più amalgamata con il resto; in questo caso penso proprio che Robben abbia voluto ottenere un risultato più "smooth", se mi si passa il termine. Magari la botta della sezione ritmica perde mordente, ma a mio parere il risultato finale è più equilibrato e godibile (e meno stressante per le nostre orecchie!).
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Re: Sono stato anch'io al concerto ...
di fabiophonic [user #19328]
commento del 08/04/2013 ore 13:53:51
Si, penso anch'io sia stata una scelta sonora di Robben. A parte i primi 3 brani
in cui l'overhead di sinistra della batteria non funzionava e un tecnico con una pila
in bocca ha invaso il palco per cambiare il cavo :D

Basso e batteria facevano un tappeto solido e lasciavano importanza alla chitarra
e hammond. In alcuni momenti però secondo me questi ultimi crescevano un po'
troppo rispetto alla base. Parlo di quei momenti più culminanti in fase solistica.
E' capitato mi pare 2 volte in tutto il concerto, in quei momenti il volume mi ha
un po' affatticato le orecchie.

Stiamo dando importanza a tutti gli strumenti meno che uno, la voce di Robben. Secondo
me era pazzesca, una voce pulita, ritmicamente perfetta. Ho goduto quando, non ricordo
il titolo del brano, ha doppiato il canto con la chitarra, pelle d'oca!
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visto a Roma mercoledi' scorso...
di bill1975 utente non più registrato
commento del 08/04/2013 ore 15:13:55
E non posso che confermare quanto detto nell'articolo. E' la terza volta che mi capita di ascoltarlo dal vivo e non vedo l'ora che ritorni dalle mie parti! Che spettacolo...mi sono venuti i brividi e' stato un concerto fichissimo!
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D'accordissimo sulla recensione. Ancora una ...
di Pi_Crunch [user #15682]
commento del 08/04/2013 ore 16:13:46
D'accordissimo sulla recensione. Ancora una volta Robben ha dato prova della sua grandissima eleganza musicale.

una sola precisazione, il contrabbassista non è David Piltch ma Brian Alan.

Io ero presente anche alla clinic il giorno successivo in provincia di Vicenza:
A parte la disponibilità e la simpatia, Robben aveva con sè la sua SG ed entrava in un Fender Deville messo a disposizione dagli organizzatori...non usava niente altro che il cavo...e il suono era quello maestoso di sempre anche senza il Dumble o lo Zendrive...
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Uno dei miei miti di ...
di Strato2006 [user #13781]
commento del 10/04/2013 ore 08:40:34
Uno dei miei miti di sempre, visto tanti e tanti anni fa dal vivo, un'umiltà grande solo quanto la sua straordinaria musicalità. Quella volta mi ha lasciato veramente a bocca aperta. Un chitarrista che non smetterei mai di ascoltare.
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