di Denis Buratto [user #16167] - pubblicato il 17 dicembre 2013 ore 07:30
Abbiamo già visto la più economica del trio realizzato dal colosso Cort in collaborazione con Backline, distributore italiano del marchio. Tocca oggi alla VT, versione più elaborata e costosa della NT che abbiamo testato sempre con Michele Quaini.
Abbiamo già visto la più economica del trio realizzato dal colosso Cort in collaborazione con Backline, distributore italiano del marchio. Tocca oggi alla VT, versione più elaborata e costosa della NT che abbiamo testato sempre con Michele Quaini.
Le forme ricordano molto da vicino quelle della NT che abbiamo messo alla prova qualche settimana fa in un test approfondito. La VT ne segue anche la filosofia, una chitarra realizzata senza compromessi per quanto riguarda la scelta dei materiali e della componentistica ma con un prezzo che rispetto agli standard del mercato è molto contenuto.
Già con un’occhiata superficiale si nota che la dotazione tecnica della VT è di ottimo livello, partendo dalla scelta dei legni. Il body è realizzato partendo da un ottimo pezzo di ontano, sormontato da uno spesso top in acero marezzato. Il manico invece è in acero, con una tastiera in palissandro molto scuro a 22 tasti. Un binding color crema arricchisce l’aspetto estetico e crea un ottimo contrasto con il rosso sunburst del top chiamato Custom Bengal Burst. Passando alla dotazione tecnica troviamo sulla paletta un set di meccaniche Cort Autobloccanti, ottime per mantenere lo strumento accordato soprattutto se unite a un tremolo di classe come il Wilkinson VS50II. Completiamo con l’elettronica. Anche su questo modello la scelta è caduta su un set di Seymour Duncan, più precisamente un JB al ponte, splittabile tramite un push pull sul controllo del tono e due single coil SSL centrale e manico.
Dopo questa carrellata di caratteristiche tecniche è ora di passare a quelle sonore, di gran lunga ben più interessanti. La comodità riscontrata già con la NT viene riconfermata dalla VT. Cambia leggermente il peso, un filo maggiore in quella col top in acero, ma nulla di rilevante. Il manico identico è ugualmente comodo con il profilo soft-U che accoglie bene la mano e non affatica. Con facilità si corre su e giù per il manico grazie alla tastiera piatta. Colleghiamo alla Dangelo la NT e vediamo cosa succede. Quando si scelgono materiali di qualità ci si aspetta un suono di qualità e quello che la VT offre sembra essere azzeccato. Abbiamo tra le mani una chitarra con una precisa filosofia costruttiva ovvero quella di offrire ad un prezzo di meno di 750 euro il top della produzione Cort, quindi l’aspettativa è alta. Partendo dai suoni puliti bisogna fare un distinguo tra l’humbucker al ponte e il singolo al manico. Mentre il primo risulta sempre caldo e corposo anche da splittato il secondo è un poco scarno, avremmo preferito un maggior output. Questo però si traduce in una posizione intermedia molto godibile, stratocasterosa al punto giusto. Sia nella somma di manico e centrale che ponte e centrale l’output non esagerato è un toccasana per la nostra testata Fender style che gode nel restare pulita all’inverosimile. Passando ai crunch la situazione cambia e le differenze, livello di uscita a parte, si appianano. Con un overdrive tra chitarra e amplificatore gli SSL ritornano in forze. Si comportano da single coil di razza, restando sempre presenti sulle medio alte senza mai essere zanzarosi o eccessivamente rumorosi. Il JB è un humbucker che conosciamo bene e sapevamo già come si comporta sia sui puliti che sui distorti. Il crunch regalatoci da questo Seymour Duncan è cremoso e bello ciccio, anche se nella versione in mogano della Link ci aveva soddisfatto di più, merito probabilmente anche del ponte fisso.
Passiamo alla distorsione pure, qui i single coil lasciano la partita. Intendiamoci, il suono resta bello equilibrato e aggressivo al punto giusto, ma passando all’humbucker al ponte il godimento raggiunge livelli inarrivabili per le bobine singole. Il JB aggredisce il suono con cattiveria, la distorsione è grossa e poderosa, di razza insomma.
In definitiva siamo di fronte a una chitarra che con 559 euro offre una dotazione tecnica di tutto rispetto. Certo meccaniche autobloccanti e ponte Wilkinson si trovano anche su altri strumenti, ma in pochi a questo prezzo associano un top in acero così spesso e bello. Quindi uno strumento bello da vedere, bello da suonare e con un prezzo adeguato, da provare sicuramente!