Ai primi due modelli in colorazione verde e arancione fluo da quest’anno sarà disponibile anche la versione fosforescente. La scelta di questa colorazione, in grado di assorbire la luce e restituirla nei momenti di buio non rappresenta un solo vezzo estetico ma può essere un vantaggio nell’impiego live. Se, come spesso succede il plettro ci cade dalle mani grazie alla luminescenza che questa colorazione sprigiona trovarlo sarà sicuramente più facile.
Capitolo colorazione chiuso, passiamo alla particolare forma di questo plettro, caratteristica peculiare di tutta la produzione Essetipicks. Lo spessore è importante, rispetto ai plettri standard. Ci troviamo di fronte a un toblerone da 3,5 mm, una grandezza a cui solitamente non si è abituati e che sulle prime può lasciare spiazzati. La forma è quella standard a goccia, con dimensioni standard. Il profilo però non è certo una bianca scogliera di Dover, la punta infatti è sapientemente smussata per accompagnare al meglio la pennata. Oltre alla scelta del materiale è proprio la forma del profilo che rende unico questo plettro e fa in modo che una volta superato il fattore psicologico si riesca a suonare come se tra pollice e indice ci fosse un Dunlop medium standard.
Veniamo quindi all’uso. La prima cosa da sottolineare è che nonostante lo Zyriab abbia le dimensioni di un lottatore di sumo non ne ha certo il peso. In mano è una piuma come qualsiasi altro plettro, merito del metacrilato che associa alla durezza una leggerezza invidiabile. Dopo lo spessore, l’altro aspetto che incute timore è l’estrema rigidità. Anche questo aspetto però è reso inoffensivo sempre dal profilo studiato da Steve Tommasi, ideatore e realizzatore dei plettri Essetipicks.
A differenza del kevlar, il materiale della nuova linea fluo/fosforescente presenta di base un suono più brillante. Lo si avverte subito soprattutto nello strumming dove le corde alte sembrano decisamente più sparkling. Altra caratteristica che salta all’orecchio subito è il maggior volume che si riesce a ottenere con le pennate, non ci stupisce la cosa viste le dimensioni. La cosa che invece ci stupisce è che dopo una decina di minuti il plettro inizia a scorrere tra le corde con semplicità, come fosse quello che usiamo da sempre. Abbiamo pensato di fare una piccola comparativa con due grandi classici. Negli mp3 che seguono sentirete la stessa frase suonata prima con un Ibanez Paul Gilbert, poi con un Dunlop medium e infine con lo Ziryab.
Sui puliti le differenze si avvertono un po’ più chiaramente. Premessa ovvia ma doverosa, nella registrazione le differenze sono molto più appianate. Vuoi la compressione degli mp3 vuoi il limite posto dalle casse dei computer le sfumature di avvertono decisamente meno quanto si possa avvertire con le proprie orecchie dal vivo.
Parlavamo di puliti, sia su parti un po’ più funk che con lo strumming più convinto il maggior volume e la brillantezza dell’Essetipicks è evidente. L’attacco è deciso, nonostante il profilo molto smussato aiuti la velocità di esecuzione. Bisogna le prime volte fare un po’ più di attenzione a non pestare con troppa convinzione. In realtà presa la mano si può tornare a plettrare con decisione senza remore, è solo questione di abitudine.
Le parti funk possono sembrare ostiche all’inizio, ma in realtà lo Ziriyab non presenta controindicazioni a riguardo. Anzi la particolare brillantezza, unito all’attacco deciso lo rendono particolarmente adatto, soprattutto quando si devono miscelare accordi e note singole.
Lo strumming può all’inizio spaventare, i primi colpi sfoderano un volume veramente esagerato ma cavolo trovato il giusto equilibrio il suono che ne risulta è decisamente interessante.
Passando alla distorsione vera e propria la situazione non cambia di molto, la potenza si sa è nulla senza controllo, una volta presa la giusta confidenza si riesce a sfoderare delle ritmiche belle toste. L’attacco qui è quasi fin troppo preciso, un po’ più di rotondità non avrebbe guastato, ma per questo esiste il modello in kevlar.
Infine le parti solistiche. Qui all’inizio si incontrano le difficoltà maggiori, soprattutto se si è abituati a plettri sottili e non esageratamente duri. Se si viene dai Jazz III è tutto più facile. Sembra impossibile che ci si possa destreggiare anche nello sweep e nella pennata alternata con facilità invece dopo un’oretta di utilizzo si riesce tranquillamente a suonare come si è sempre fatto, con la differenza che il suono ne guadagna soprattutto in corposità.
In definitiva lo Ziriyab offre caratteristiche decisamente interessanti, può rappresentare un ottimo modo per avvicinarsi ai prodotti Essetipicks caratterizzati oltre che da un’estetica fantastica e da materiali ricercati anche da prezzi alti, in linea ovviamente con il valore vero e proprio dell’oggetto. Con tre euro ci si può portare a casa uno Ziryab che garantirà però a differenza di altri plettri una durata decisamente superiore e aiuterà il player ad avere un suono più presente in grado di bucare con più decisione il mix. I plettri Ziriyab sono disponibili sia per destri che mancini e li si può acquistare sia sul sito di che su