Ieri io e Paolo Antoniazzi ci siamo fatti una scorpacciata di chitarre acustiche. Immersi tutta la mattina tra dreadnought, jumbo, parlour elettrificate e non. In fondo allo scatolone delle chitarre Seagull ecco comparire uno strano arnese che ha stuzzicato non poco la nostra curiosità.

Molti di voi l’avranno già visto esposto a SHG Napoli, magari scambiandolo per uno strumento giocattolo oppure un campione di legno per liuteria. A dire il vero con la prima ipotesi non sareste andati troppo lontano. Il Merlin, leggendo sul sito della casa canadese nasce proprio con l’intento di iniziare alla musica anche chi magari nella vita ha suonato giusto il citofono.

“Inspired by the dulcimer, the Seagull Merlin is a portable 4-string diatonic acoustic instrument that's just simply fun to play and hard to put down!”

Con le sue quattro corde, tre in realtà visto che le prime due sono accoppiate e suonano all’unisono, il Merlin può essere in effetti considerato lontanamente un parente del dulcimer, incrociato magari con un ukulele e con la paletta di una Weissenborn. Nonostante l’idea di strumento giocoso non è realizzato per niente male ne tanto meno con materiali scadenti, anzi! Il body è in acero, in tre pezzi per la precisione. Quello centrale si allunga a formare il manico che è quindi thru-body, ma lasceremo stare i discorsi sul sustain questa volta! La tavola che copre la cassa armonica realizzata scavando dal pieno l’acero del body è disponibile in due diverse essenza, abete e mogano. Tra le due però, vista la particolarità dello strumento e le ridotte dimensioni la differenza non sarà certo così apprezzabile. Troviamo però all’occhio più gradevole la versione scura in mogano che crea un ottimo contrasto con il chiaro dell’acero. Incollato alla tavola troviamo un ponte in palissandro con sellette compensate in Tusq della Graphtech. Di ottima qualità anche le meccaniche che sembrano solide e precise nella tenuta dell’accordatura. Un fatto importante quando si hanno due corde che devono suonare all’unisono, anche se la scordatura fa subito etnico. 

Cosa rende però questo strumento così facile da usare è presto detto. Dalla tastiera infatti sono stati rimossi, o meglio mai messi, sufficienti tasti per trasformarla da cromatica, come nella chitarra in diatonica. Sette i tasti a disposizione con cui suonare pronti via una scala maggiore. Se aggiungiamo che l’accordatura delle corde prevede che le prime due e la terza siano intonate allo stesso modo e la seconda a una quarta giusta di distanza (DDAD oppure EEBE) il gioco è fatto.

Il peso è pari a zero, il manico piccolo piccolo. Presa la giusta confidenza con la distanza variabile dei tasti ci vuole davvero poco a creare qualcosa di orecchiabile. Anche per chi di musica mastica davvero poco è difficile beccare dissonanze sgradevoli e quindi il divertimento è assicurato. Certo, noi nei panni di chitarristi ci troviamo un pelo limitati, ma nonostante tutto come recita la descrizione sul sito è davvero difficile smettere di suonare/giocare con il Merlin.

In sostanza però cosa diavolo sia questo Merlin e come si colloca nel mercato è la classica domanda da un milione di dollari. Una valida alternativa alle chitarre giocattolo spesso inutilizzabili per i bambini, un divertente regalo di Natale (o di ferragosto magari) e anche uno strumento che può essere sfruttato a livello didattico soprattutto con i più giovani. Il prezzo se lo si paragona alle chitarre classiche entry level non è certo contenuto 135 euro chiavvette in mano sono più di quello che molti genitori sborsano per la prima chitarrina del proprio pargolo. Se si considera però che è realizzato nella stessa maniera e con la stessa qualità delle chitarre Seagull il discorso cambia. Noi ci siamo divertiti ed effettivamente il feeling con questo strumento made in Canada si instaura ben prima che con un ululele, quindi se per caso lo trovate in un negozio e avete il pallino per gli strumenti a corda non convenzionali provatelo.