Quaini on stage (o quasi) Ep.4: ampli e microfonazione
di Denis Buratto [user #16167] - pubblicato il 12 settembre 2014 ore 08:00
Prosegue il viaggio attraverso le meraviglie del chitarristmo professionista in compagnia di Michele Quaini. Questa volta si parla di amplificatori e microfonazione per i live. Quali scelte vengono adottate e per quale ragione. Con un salto spazio temporale lo raggiungeremo anche sul palco di Chiara al Blue Note.
Prosegue il viaggio attraverso le meraviglie del chitarristmo professionista in compagnia di Michele Quaini. Questa volta si parla di amplificatori e microfonazione per i live. Quali scelte vengono adottate e per quale ragione. Con un salto spazio temporale lo raggiungeremo anche sul palco di Chiara al Blue Note.
Una delle principali differenze tra chi fa il chitarrista professionista e chi per passione sta proprio nel fatto che quest’ultimo si deve scarrozzare qualche chilo di amplificatore sulle spalle fino alla macchina e dalla macchina al palco. Una delle principali uguaglianze tra i due invece è proprio che un amplificatore sul palco in qualche modo deve esserci altrimenti anche il più bravo dei professionisti non emetterà alcun suono. A dire il vero però nei grandi palchi spazio per gli amplificatori sembra proprio non essercene. Nonostante si abbiano a disposizione svariati metri quadri di superficie, la tendenza è quella di liberare il palco da ogni possibile fonte sonora. Abbiamo visto sparire i monitor in favore degli in-ear. I batteristi ce li teniamo, ma solo perché fanno scena, e perché i flight case non hanno i finestrini. Scherzi a parte, dando un’occhiata ai grossi palchi, soprattutto nell’ambito del pop, si noterà l’assenza di amplificatori. Questo non significa che i chitarristi suonino in diretta nel banco o con sistemi digitali (non tutti per lo meno). Gran parte degli amplificatori viene posizionata sotto al palco, ben chiusa e silenziata in un case che ospita oltre a testata e cassa anche i microfoni. Gli amplificatori così posizionati possono essere tenuti al volume che meritano senza che sul palco ci sia nessuno che si lamenti e soprattutto senza che il suono della chitarra rientri negli altri microfoni. Questo permette in sostanza di avere una maggior pulizia e rendere il lavoro dei fonici decisamente più facile.
Lasciamo ora la parola a Michele che ci spiegherà la scelta effettuata per il posizionamento dell’amplificatore nel tour con Roby Facchinetti e la sua microfonazione.
Ora con un piccolo salto spazio-temporale torniamo a questa primavera. Sul palco del Blue Note di Milano Michele ci mostra la strumentazione utilizzata per la data più strana di tutto il tour con Chiara della quale ci aveva parlato nello scorso episodio.