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Ellade Bandini: semplicità, personalità & musica nel cuore
Ellade Bandini: semplicità, personalità & musica nel cuore
di [user #116] - pubblicato il

Ecco tre cose da non dimenticare quando si scrive e fa musica. Per farsi capire dai più e per distinguersi dai tanti. Ellade Bandini, un gigante della musica leggera italiana (batterista di Guccini, De Andrè, Mina) ci racconta la sua storia e insegna a essere musicisti migliori.
Scegliere la semplicità come criterio guida delle nostre scelte musicali ci offre la garanzia che la nostra musica resti accessibile e gradita ai più. Soluzioni compositive o esecutive troppo complesse – che di sicuro gratificano il musicista – rischiano di essere capite solo dagli addetti ai lavori. Addetti ai lavori che poi, il feroce Bandini, ci svela spesso si vantino di apprezzare cose astruse solo per non sfigurare!
Altro atteggiamento fondamentale è ragionare svincolati dal proprio strumento e prendendo unicamente come riferimento la musica. Ogni scelta che si compie, ogni nota che si suona dev’essere in funzione della valorizzazione di quest’ultima e non dello strumento di fronte al quale siamo seduti o che portiamo al collo. Suoniamo per amore della musica non per celebrare la nostra abilità.
E quindi la personalità. Mettere se stessi nella propria musica, lasciare che lo strumento diventi un mezzo per esprimere la nostra unicità, sensibilità, un mezzo per raccontarci. Questa è l’unica maniera per essere apprezzati e notati; si rischia altrimenti di essere dei semplici esecutori, magari eccellenti nella tecnica, ma tutti miseramente uguali, indistinguibili.
La personalità si rivela anche nella voglia e capacità di dare dei giudizi, dei pareri sulla parti che ci viene chiesto di suonare. Pareri che se guidati dalla ricerca della semplicità e dall’amore per la musica non potranno che farci essere sempre più apprezzati come musicisti.
 
ellade bandini lezioni
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di Oblio utente non più registrato
commento del 07/08/2015 ore 18:51:0
Sempre sostenuto !! Essere al servizio della musica e non viceversa...
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di wrugg25 [user #31282]
commento del 07/08/2015 ore 20:06:5
Queste sono le basi della Musica (quella con la M maiuscola), e andrebbero insegnate in tutte le scuole di musica ed in tutti i conservatori...
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di Pearly Gates [user #12346]
commento del 08/08/2015 ore 22:42:0
Quest'uomo ha una saggezza preziosa.
Ha saputo dire ciò che sostegno da una vita in quanto appassionato di musica con le giuste parole e vista la sua autorevolezza dovrebbe essere ascoltato.
Non sarà così perché l'esercito dei cloni non ha orecchie per le parole sagge ma scomode ci vuole una crescita interiore per capirle.
Personalità, io aggiungerei originalità, avere qualcosa da dire, saper comunicare.
Togliere tutti gli orpelli significherebbe scoprire il vuoto che ci sta dietro e l'assoluta mancanza di creatività . Nessuno lo farà.
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di Guycho [user #2802]
commento del 09/08/2015 ore 23:55:51
nell'epoca delle tribute-band cosa ti aspetti
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di Claudio80 [user #27043]
commento del 09/08/2015 ore 16:18:22
Stima a livelli indescrivibili!!! Dovrebbero insegnarle a TUTTI queste cose!!anche al catechismo!!
Ma come ha scritto Pearly, nessuno lo farà, perchè in quest'epoca di plastica è più importante apparire figo, piuttosto che esserlo semplicemente perchè ci si mette, con una buona maturità musicale, ad essere al servizio della MUSICA!!!
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di IlFolleDelloZen utente non più registrato
commento del 14/08/2015 ore 01:43:20
A questo punto devo copincollare la risposta che ho dato (per altri motivi) a BigGiorgione che scrive su "Accordo" perché si adatta benissimo anche a questo articolo:

"Sì, l'ho già letto, grazie, bell'articolo e bella chitarra, a sentirti descriverla così, viene voglia di provarla!
Anche a me piace quasi tutta la musica a parte il 99,99% del Rap, ma è appunto perché mi piace la varietà, che spazio dalla classica al metal, non mi sono mai chiuso in un unico genere né come ascolti né come esecuzioni, però mi rifiuto di suonare limitandomi alla pentatonica o alla lidia, misolidia e chi più ne ha più ne metta. So leggere quasi a prima vista (se sono canzonette e non con troppi tecnicismi) però prediligo suonare a orecchio e senza sapere quello che faccio, suonando solo quello che mi dà piacere eseguendolo. Se dovessi suonare seguendo degli schemi precisi senza sforare o a mettermi a fare scale e arpeggi per avere della buona tecnica, perderei almeno l'80% del piacere di suonare, per suonare devo fare un po' di fatica, altrimenti se mi venisse troppo facile perderei il gusto di farlo.
D'altra parte sono un po' come quei vecchi negri che suonano il blues senza conoscere la musica scritta e senza sapere cosa stanno suonando o le note che stanno facendo, ma lo suonano perché ce l'hanno nel sangue e le note gli vengono dall'anima, e non perché seguano uno schema preciso e limitante. Naturalmente come tecnica saranno secondi a tutti, ma credi che a loro importi?"
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