L’Italia è “in ferie forzate” a causa dell’emergenza Coronavirus. L’imperativo è restare a casa, la necessità è mettere a frutto in maniera costruttiva e divertente il tempo ritrovato. Noi abbiamo deciso di farlo suggerendovi ogni giorno un’attività legata alla passione per la musica e per lo strumento musicale.
Vi faremo compagnia con piccole sfide amichevoli, spunti e idee per fare della musica il nuovo leitmotiv di questi giorni, e vedrete che tutto passerà molto più in fretta.
Oggi vi chiediamo di rovistare nel classico cassetto delle chincaglierie per ridare finalmente dignità a quello strumento che avevate accantonato tanto tempo fa, perché malmesso, scadente o, semplicemente, non più divertente come una volta.
Può essere una chitarra, un basso, ma anche un vecchio amplificatore o un effetto a pedale che avete ormai rimpiazzato con un modello più adatto alle vostre esigenze attuali.
Uno degli aspetti che accomuna quasi tutti gli appassionati di strumenti musicali è… l’accumulo compulsivo. Effetto collaterale per i fanatici del suono, caratteristica inevitabile per i collezionisti, riempirsi la casa di strumentazione che non si usa più può diventare un problema a lungo andare. Senza contare che non c’è cosa peggiore di uno strumento destinato a non produrre più musica.
Dedichiamo allora una giornata di permanenza forzata a casa al restauro di un vecchio oggetto che non usiamo più. Se è una chitarra, cambiamole le corde, diamo una pulita all’elettronica, rifacciamo il setup e proviamo a tirarne fuori un suono che ci convinca, anche se si tratta di pura sperimentazione sonora che finirà per snaturare lo strumento: è meglio che muoia “sotto i ferri” piuttosto che sotto la polvere.
In caso di effetti e amplificatori, riprendiamo dai cassetti quelli che non usiamo più da tempo: come accade per , è facile che il vero limite sonoro di quegli strumenti fossimo proprio noi. Il “noi” di alcuni anni fa, quando ancora non eravamo abbastanza esperti per tirare fuori i suoni giusti da un pedale incompreso, un amplificatore difficile da gestire o una chitarra un po’ più ostica del solito, ma ricca di potenziale.
Per chi scrive, l’occasione si è presentata con la Squier Cabronita, già vittima di customizzazioni sconsiderate (vedi un contour prepotente per l’avambraccio senza nemmeno preoccuparmi di riverniciare la parte tagliata). Qualche tempo fa la chitarra . L’entusiasmo di allora mi ha spinto a non tornare più alle corde ruvide, salvo poi spegnersi e relegare la chitarra a un oggetto da usare solo saltuariamente e per pochi minuti.
Col passare delle settimane, il setup è andato a farsi benedire, il manico ha perso leggermente l’assetto e le corde hanno ormai compromesso l’intonazione. In più, non ho mai trovato il tempo per montarle al manico il TV Jones Power’Tron che le avevo comprato alcuni SHG fa.
Oggi sarà senza dubbio il momento giusto per rimetterla in tiro.
per risolvere problemi tecnici con i propri strumenti, o anche solo per migliorarne la resa con qualche accorgimento particolare.
Avete un’intera giornata a disposizione: tirate fuori gli attrezzi, il vecchio relitto vi chiama! |